Face swap: la tua faccia sovrapposta a chissà chi altro (con l’AI)

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Nel film “Face/Off – Due facce di un assassino” con Nicolas Cage e John Travolta, ci siamo goduti un’operazione fantascientifica: i protagonisti si scambiavano i volti per infiltrarsi e ingannare i rispettivi nemici. Ora, grazie a strumenti come il Face Swap AI di FlexClip, si può fare in pochi clic (quantomeno a livello di immagini e pixel…). In pratica è possibile sostituire i volti nelle tue immagini con quelli di altre persone, celebrità o persino personaggi di fantasia.

Questo servizio, disponibile su FlexClip, non solo cambia il volto, ma lo fa in modo realistico, mantenendo tonalità della pelle, angolazione e illuminazione, garantendo un’integrazione fluida. Il gioco è semplice: carichi un’immagine qualsiasi (ovviamente con un volto) e poi la tua, quindi non resta che premere il pulsante Generate. Ecco un paio di esempi, partiamo da Rambo:

Steve McCurry

 

Ho voluto mettere davvero in difficoltà il sistema (e il risultato è inquietante!):

Esistono molti servizi per fare face swap. Ecco per esempio lo strumento di Remarker (free per qualche test, grazie a un sistema a crediti) mi ha dato delle belle soddisfazioni:

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Intervista sull’AI alla maratona Ibridalia di SevenData (Milano Digital Week 2024)

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Durante la Milano Digital Week del 2024, SevenData ha organizzato la maratona Ibridalia (12 ore!): ero tra i 24 speaker, per parlare con Enrico Piacentini di intelligenza artificiale (lo scenario). Qui ho linkato direttamente il mio intervento da una ventina di minuti (abbondanti).

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“L’AI parla italiano”: la mia intervista per Silhouette Donna di ottobre 2024

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Nell’ottobre 2024 è uscita su Silhouette Donna una mia intervista su iGenius, Modello Italia. Ecco l’articolo:

Silhouette_donna_ottobre_2024_AI_Gianluigi_Bonanomi

Qui la trascrizione dell’articolo.

E se l’intelligenza artificiale parlasse italiano? Se fosse di facile accesso ma soprattutto etica e responsabile? E se riuscisse anche a valorizzare il nostro immenso patrimonio culturale? Questo è il sogno da cui nasce il modello Italia, praticamente la risposta italiana ai colossi della intelligenza artificiale, un chatGPT tutto nostrano. Adesso il nostro primo LLM – ovvero Large Language Model, una tecnologia AI avanzata incentrata sulla comprensione e analisi del testo – è realtà.
Con un database che ha come riferimento principale la nostra lingua e cultura, si propone come alternativa etica e strumento capace di superare pregiudizi e storture di traduzione. Presentato da poco, 100% open source, è già disponibile per il download. La prima versione di Italia ha 9 miliardi di parametri, è stata addestrata da zero in italiano e sarà presto accessibile in una versione multi lingua.

Un mercato competitivo

Viene da chiedersi se davvero ci fosse bisogno di un chat bot italiano all’interno di un mercato che si sta moltiplicando nelle proposte e negli upgrade. «Stiamo vivendo una fase di sviluppo che non ha mai avuto pari in questo settore» sottolinea Gianluigi Bonanomi esperto di web, social media e AI, «dalla nascita di chatGPT alla fine del 2022 è stata un’accelerata tecnologica incredibile, gli annunci si susseguono a cadenza quasi quotidiana, lo stesso OpenAI ha annunciato una nuova versione potentissima e gratuita, chatGPT 4o, in grado non solo di comprendere istruzioni testuali, ma anche di caricare dei file e di interpretare le immagini. Già ci sono tantissimi strumenti e alternative allo stesso chatGPT, è un rimpallo continuo per cercare di essere un passo avanti rispetto ai competitor. Le due grandi parrocchie americane sono Microsoft e Google, con il primo che ha investito in chatGPT ma ha anche i suoi prodotti. Per esempio Copilot di Microsoft fa concorrenza a Gemini di Google e sono entrambi in costante miglioramento. Da segnalate anche l’outsider Anthropic con il suo Claude. E sembra che dalla Cina siano in arrivo prodotti rivoluzionari».

La prima legge sull’AI

La grande sfida quindi è tra americani e cinesi con il terzo incomodo rappresentato dagli arabi, grossi investitori in tecnologie. In questo contest, la nostra startup iGenius insieme a un consorzio di enti italiani ha sviluppato questo modello di linguaggio. «È un bel messaggio perché in questa sfida noi europei eravamo gli spettatori» evidenzia Bonanomi «eppure siamo i migliori a normare, non a caso abbiamo fatto l’AI Act, la prima legge sull’intelligenza artificiale, approvata dal Parlamento europeo il 13 marzo 2024 allo scopo di regolamentare gli usi ed evitare gli abusi. Uno dei fenomeni che si cerca di prevenire è il cosiddetto deep fake ovvero quei falsi contenuti in cui ci si appropria dell’immagine di qualsiasi persona per fargli fare o dire cose che non ha mai fatto o detto. Finché è Sinner che manda a quel paese il giudice di sedia è satira e non fa danni ma se è Zelenski che si arrende a Putin senza condizioni, quando non è vero e qualcuno ci crede, il discorso cambia».

Attenzione alla sicurezza e all’etica

Nel modello Italia ci sono dei filtri di sicurezza a garanzia dell’integrità e dell’eticità dei contenuti generati dal modello stesso, ottimizzati per la lingua italiana. Se cerchi di far dire a un politico qualcosa che non ha detto, il modello filtra questa cosa e la rimuove. Allo stesso modo rimuove anche contenuti sensibili ed espliciti, inadatti ai minori, ed è molto attento al rispetto del copyright. L’apprendimento del chatbot Italia è avvenuto su contenuti italiani. «Questo significa che per addestrare la nostra AI sono stati utilizzati soltanto documenti italiani, legittimamente, e non si è andati in rete a “trarre ispirazione” da giornali e libri più o meno famosi» spiega l’esperto, «cosa che è stata fatta in precendenza, come dimostrano le cause in corso fatte da John Grisham e dal New York Times contro OpenAI. Non a caso anche in Italia cominciano a vedersi sui giornali e in sovrimpressione sui programmi tv scritte del tipo “non autorizziamo l’utilizzo per formare e addestrare l’intelligenza artificiale».

Superare i pregiudizi

«Quando si istruisce un chatbot su una serie pressoché infinita di dati, questo prenderà per buoni tutta una serie di contenuti e di idee che sono stati generati dagli umani nel corso dei dei secoli, contenuti e idee purtroppo non esenti da distorsioni e pregiudizi» continua Bonanomi. «Per esempio all’inizio, quando chiedevi a ChatGPT “X sta stirando e lavando il pavimento, chi è X?”, ti rispondeva sempre che era donna, perché così era stato “istruito”. Chiedendo oggi la stessa cosa, ti dirà nel 50% dei casi che è donna e nel 50% dei casi che è uomo, perché è stato praticamente corretto il pregiudizio. Se un’intelligenza artificiale impara che in passato una certa categoria di persone era privilegiata rispetto a un’altra, si regolerà di conseguenza. Guardando le statistiche, le donne guadagnano a parità di livello il 15% meno degli uomini. A questo punto in una trattativa di assunzione un chatbot che deve proporre un contratto andrà in automatico a proporre il 15% in meno alle donne. Il modello Italia si è dotato degli strumenti per correggere sessismo e discriminazioni pur mantenendo una visione realistica dei fatti».

Una AI addestrata tutta in italiano

L’idea di avere quindi un’intelligenza artificiale più etica è sicuramente uno degli obiettivi del modello Italia ma non è l’unico, l’altro era quello di addestrarlo prevalentemente su fonti italiane. Una cosa nuova rispetto a chatGPT è riferito a testi in lingua inglese nella stragrande maggioranza dei casi. Per istruire il nostro sono state utilizzate diverese tipologie di contenuti dal web come per esempio wikipedia ma anche riviste, libri e documenti a libero accesso. Per farlo è stato utilizzato un super computer che si chiama Leonardo, che sostanzialmente è un progetto di un’università italiana, ed è stata attivata una proficua collaborazione con un editore nazionale per un archivio di articoli di stampa eticamente utilizzati.

Per un rinascimento digitale

Fare riferimento alle nostre opere tramite un modello con DNA umanistico italiano può essere un bel modo di valorizzare la cultura italiana promuovendo una sorta di rinascimento digitale. Un patrimonio immenso che merita di essere rinverdito, rinfrescato, potenziato e fatto conoscere al grosso pubblico e alle giovani generazioni che usano molto AI e tecnologie ma sono più avvezze allo smartphone e ai social media che alla Divina Commedia o ai Promessi Sposi. «Magari mentre impara dall’AI come prevalere all’interno di una contrattazione un utente potrebbe incontrare il principe di Machiavelli. Se poi dovesse aver bisogno di un aiuto per visitare Roma, un chatbot che conosce approfonditamente i testi archeologici e la nostra cultura di epoca romana sarà in grado di dire cose più interessanti rispetto a un modello americano, portato per sua formazione a stare sulle generali. Un bel progetto, quindi, la cui necessità è dimostrata dal fatto che in Europa non siamo nemmeno stati i primi. I francesi ci hanno preceduto con il loro Mistral, un ottimo
modello di AI addestrato sulla cultura d’oltralpe e apprezzato anche qui in Italia. Non chiedetegli, però, consigli su come migliorare il vostro bagno. Potreste trovarvi all’improvviso senza bidet» conclude sardonico Gianluigi Bonanomi.

ChatGPT, come stai?

Gli appassionati del “Fai da tech” troveranno interessante la lettura del nuovo libro di Gianluigi Bonanomi dal titolo “ChatGPT, come stai? Il prompt engineering come nuova skill ibrida”. Uno sguardo diverso su un mondo solo apparentemente freddo e prevedibile. Chi di noi non si è divertito a mettere in imbarazzo il chatbot con domande strane e chi non lo ha insultato in mille modi perché non capiva di cosa avevamo bisogno? Il rapporto con l’AI è complesso e stimolante. Questo libro è al tempo stesso una riflessione innovativa sul rapporto tra umani e intelligenze artificiali generative e un manuale pratico. Bonanomi guida il lettore in un viaggio attraverso le sfaccettature dell’AI, analizzando la capacità “emotiva” e di “comprensione” di ChatGPT e degli altri modelli di linguaggio. Il testo illustra, passo a passo, come interagire efficacemente con i chatbot grazie al prompt engineering, sfruttando trucchi, tecniche evolute e metodi esclusivi come G.O.L.D. e SO.C.RA.T.E.

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Cyberbullismo e intelligenza artificiale: non solo Bikinioff

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Come cambia il cyberbullismo ai tempi dell’intelligenza artificiale? Parto da una notizia letta qualche settimana fa: “Ad Almendralejo dieci ragazzi tra i 12 e i 14 anni sono sospettati di aver prodotto e diffuso immagini contraffatte di coetanee nude“. Questi giovani dell’Estremadura, senza il consenso delle vittime, hanno utilizzato foto per generare immagini nude, sfruttando una tecnologia avanzata.


Come hanno fatto? Come si creano i deepfake al fine di spogliare una persona, come gli occhialini dell’Intrepido a raggi X? Lo racconto in questo video, dove faccio cenno anche a come funzionano app simili, come Reface, che consente di sostituire i volti nelle immagini, creando situazioni potenzialmente imbarazzanti o dannose. Ho esaminato alcuni esempi celebri, come falsi nudi di personaggi pubblici, per illustrare quanto sia facile manipolare le immagini oggi. Queste applicazioni stanno proliferando e rappresentano una minaccia seria all’integrità personale, specialmente in un’era dove l’intelligenza artificiale fa anche meraviglie in campi positivi, come l’educazione. È fondamentale rimanere informati e vigili. Buona visione:

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L’AI per condomini 4.0: la mia intervista per Askanews

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Nel settembre 2024 sono stato intervistato da Askanews in merito al progetto del libro “L’intelligenza artificiale per gli amministratori di condominio”, realizzato con VeryFastPeople, società pionieristica nel campo della consulenza per amministratori di condominio.

L’intervista per Askanews
Skanews ha intervistato Francesco Paini, il CEO di VeryFastPeople, e me. Lui nell’intervista racconta come hanno introdotto strumenti innovativi che stanno cambiando il modo in cui gli amministratori lavorano, vedi CRM Copernico): una piattaforma cloud pensata per migliorare le interazioni tra gli amministratori, i fornitori e i condomini.

Io poi ho parlato di come è nata l’idea del libro. Mi sono reso conto che, nonostante l’AI abbia già un impatto tangibile in molti settori, solo pochi amministratori condominiali hanno iniziato a sperimentarne le potenzialità. La maggior parte si approccia con cautela, quasi in modo esplorativo, e ciò è comprensibile, dato il carattere particolare del loro ruolo. Qualcuno, va detto, ne ha addirittura timore.

Voglio soprattutto tranquillizzare questi ultimi. Nel testo mostro con esempi concreti come l’AI può aiutare a semplificare il lavoro degli amministratori, riducendo il carico burocratico e migliorando l’efficienza operativa.  L’AI non sostituirà il ruolo degli amministratori, ma li aiuterà a concentrarsi sulle attività di maggior valore, liberandoli dalle incombenze più noiose e ripetitive (verbali, preventivi, bilanci, contabilità, ecc.). E, soprattutto, permetterà loro di offrire un servizio più trasparente ed efficiente ai condomini: pensate come i condomini di origine straniera potrebbero apprezzare una convocazione o un bilancio tradotto nella loro lingua. Questo è solo l’inizio di una grande rivoluzione, e sono entusiasta di farne parte.

Il video di Askanews

Fai clic qui (o sull’immagine di anteprima) per vedere l’intervista a Francesco Paini e al sottoscritto:

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Nuovo workshop di team building sul prompt engineering

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Da anni tengo corsi aziendali e da tre anni sul tema dell’intelligenza artificiale generativa (sì, prima dell’esplosione di ChatGPT!). I corsi di scenario e i workshop sul prompt engineering e sull’uso di tool specifici per presentazioni, analisi documentali, sbobinature e altro riscuotono molto successo. Perché proporre qualcosa di diverso, quindi? Proprio per capitalizzare ulteriormente quell’entusiasmo, mettendo insieme formazione sull’AI generativa e team bulding, acquisizione di nuove competenze e condivisione, esercitazioni e piacere di lavorare insieme. Per questo – insieme a Cristina Gambalonga,  pedagogista con ampia esperienza (soprattutto nel mondo aziendale e nell’università), language coach e formatrice – ho ideato un nuovo corso che punta soprattutto sul linguaggio.

La nuova skill ibrida e l’importanza del linguaggio

Per me il prompt engineering è una nuova skill ibrida: sia hard che soft. Da una parte occorre imparare a usare uno strumento, come un tempo erano Office o un gestionale; d’altra parte invece occorre interfacciarsi con i vari chatbot con buone capacità comunicative, un tempo utili per comunicare (solo) con gli umani.

I modelli di intelligenza artificiale si fondano su avanzati modelli linguistici (si parla infatti di LLM = modelli di linguaggio di grandi dimensioni): la padronanza di questi strumenti non comporta solo una competenza tecnica, ma implica anche un’evoluzione delle nostre capacità comunicative, simile a quella necessaria per un’efficace interazione tra colleghi e team.

Il nostro progetto di team building offre l’opportunità di riflettere su questa doppia necessità, creando un ambiente formativo dove l’uso strategico dell’intelligenza artificiale procede di pari passo con il rafforzamento delle dinamiche comunicative interne. Il nostro obiettivo principale è quindi migliorare le competenze comunicative dei partecipanti, rendendo ogni interazione più efficace, sia tra “umani”, sia con gli strumenti AI che utilizziamo. Attraverso attività personalizzate, miriamo anche a trasformare i partecipanti da semplici utenti a protagonisti attivi nello sviluppo e nell’applicazione pratica di queste tecnologie, stimolando la creatività e l’attitudine a una continua innovazione.

 Obiettivi generali

  1. Introdurre l’utilizzo pratico degli strumenti di AI per risolvere problemi aziendali concreti.
  2. Conoscere e perfezionale la tecnica del Prompt Engineering per interagire in maniera ottimale con gli strumenti di AI.
  3. Migliorare la comunicazione e la collaborazione all’interno di team e/o interdipartimentale.
  4. Stimolare una creatività finalizzata – e in collaborazione con l’AI -, ad esempio allo sviluppo di nuove strategie di marketing, il miglioramento dei processi comunicativi e organizzativi interni, l’ottimizzazione dell’interazione con i clienti, ecc.

Obiettivo specifico

Promuovere la creatività e la collaborazione tra i membri del team attraverso un contest di prompt engineering. I partecipanti svilupperanno e testeranno prompt per applicazioni di intelligenza artificiale per migliorare processi aziendali.

 Need Analysis

Per garantire il successo del team building, è essenziale comprendere esattamente chi parteciperà, quali sono gli obiettivi specifici dell’azienda e su quali temi/problemi aziendali focalizzare l’attività. La need analysis servirà per:

  • indentificare i partecipanti e il contesto: aiuterà a definire se l’attività coinvolgerà specifici team, dipartimenti interi o diverse divisioni aziendali; permetterà di conoscere i ruoli dei partecipanti, al fine di personalizzare le sessioni in modo efficace.
  • definire gli obiettivi aziendali: servirà a concordare con l’azienda gli obiettivi principali del team building.
  • selezionare l’attività strategica: permetterà di scegliere un focus per il team building (ad esempio lo sviluppo di una campagna di marketing innovativa o la creazione di soluzioni per migliorare la comunicazione interna, ecc.).

Metodologia della Need Analysis: Per raccogliere queste informazioni in modo efficace, proponiamo di implementare un questionario online pre-evento. Questo strumento permetterà di:

  • valutare il livello di conoscenza dell’AI e a determinare il livello attuale di familiarità con gli strumenti di AI tra i partecipanti.
  • identificare aspettative e obiettivi specifici, raccogliendo feedback diretti sui bisogni e le aspettative dei partecipanti riguardo al team building.
  • utilizzare i dati raccolti per personalizzare il contenuto del workshop, assicurando che sia rilevante e ingaggiante per tutti i partecipanti.

Durata

Una giornata e mezza

Benefici Attesi

  • A breve termine
  1. Sviluppare competenze analitiche, di problem solving e creatività.
  2. Migliorare la comunicazione interna e collaborazione tra i team e la flessibilità di ruolo.
  1. Familiarizzazione con l’uso pratico delle tecnologie AI ai fini di implementare soluzioni basate sull’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale nella comunicazione interna, nel marketing, nell’amministrazione, ecc.
  • A Lungo Termine
  1. Stabilire una cultura aziendale più innovativa e orientata alla tecnologia
  2. Migliorare i canali di comunicazione aziendale e aumentare l’efficienza operativa, con l’ausilio dell’AI.
  3. Ridurre significativamente i tempi dedicati a task ruotinari e ripetitivi.

Parametri per misurare l’efficacia dell’iniziativa

  1. Miglioramento della comunicazione fra colleghi e nei team di lavoro
  2. Livelli più alti di collaborazione tra i team e i dipartimenti
  3. Maggiore adozione di strumenti di intelligenza artificiale e più facilità di utilizzo degli stessi.
  4. Quantità di tempo risparmiata per svolgere mansioni e compiti ruotinari e ripetitivi.

Struttura dell’Evento

Giorno 1

  • Mattino
  • 8:30 – 9:00 | Registrazione e Accoglienza
    • Benvenuto con caffè e distribuzione di materiali informativi e formativi.
  • 9:00 – 9.30 | Introduzione all’AI e al Prompt Engineering
    • Alcune importanti coordinate di riferimento
  • 30.12.15 | Workshop sul Prompt Engineering
    • I fondamenti del prompt engineering, con analisi di esempi pratici e casi d’uso.
    • Comprende una pausa caffè
  • 15 – 13.00 | Formazione dei Team
    • Formazione delle squadre con un’attenzione particolare ai ruoli e le appartenenze (di dipartimento) dei membri che li compongono

13:00 – 14:00 | Pranzo e Networking

  • Pomeriggio

    • 14:00 – 15:00 | Brainstorming
  • Individuazione di problemi, situazioni complesse e scenari nella realtà lavorativa dei partecipanti che possono necessitare o beneficiare dell’uso di strumenti di AI e, quindi, dello sviluppo di prompt. Selezione dell’obiettivo/degli obiettivi da raggiungere attraverso l’utilizzo dell’AI.
    • 15:00 – 16:00 | Individuazione degli Strumenti di AI e Sviluppo dei Prompts
  • In team, selezione degli strumenti di AI da utilizzare in relazione all’obiettivo/agli obiettivi individuati da ciascuna squadra; ideazione e scrittura di prompt, con riflessione sui criteri utilizzati
    • 16:00 – 16:15 | Pausa caffè
    • 16:15 – 17:30 | Test e Ottimizzazione dei Prompt
      • Test dei prompt con strumenti AI e sessione di ottimizzazione.
    • 17:30 – 18:00 | Chiusura della prima giornata

Giorno 2

    • 8:30 – 9:30 | Ripresa del lavoro in team
      • Ripresa del lavoro delle squadre con la selezione dei prompts da presentare in gara, anche con l’utilizzo del role playing.
    • 9:30 – 10:00 | Sessione di Q & A al termine dei lavori di gruppo
      • Condivisione in plenaria di dubbi e domande emersi durante i lavori in team
    • 10:00 – 10:15 | pausa caffè
    • 10:15 – 11:45 | Presentazione Finale e Votazione
      • Presentazione dei prompt ottimizzati e votazione (voto dei giudici/formatori e voto fra squadre) del prompt più efficace e innovativo.
    • 11:45 – 12:00 | Chiusura e Premiazione
      • Annuncio del team vincitore e premiazione (con bottiglia di vino, cena stellata, ecc.)
      • Attestato di “Prompt Engineer” per tutti i partecipanti
    • 12.00 – 12:30 | Approfondimento e Sessione di Feedback
      • Riflessioni finali.
      • Sessione di feedback collettivo con discussione su come implementare le idee migliori.
    • 12:30 – 13:00 | Conclusione
      • Ringraziamenti finali e chiusura del workshop.

A conclusione del Team Building

Dopo il termine dei lavori, ci impegneremo a fornire un report dettagliato delle attività, delle idee generate e delle strategie di implementazione consigliate durante l’evento.

Follow-up (opzionale)

A distanza di un mese dalla conclusione del TB, offriamo ad ogni team coinvolto la possibilità di fare un workshop di 3 ore per verificare e valutare:

  1. l’impatto in ambito lavorativo dell’utilizzo degli strumenti di AI e delle tecniche di prompt engineering acquisite durante la formazione;
  2. lo stato di implementazione delle idee sviluppate durante il TB – e con quali esiti -.

Materiali a supporto

  • ChatGPT, come stai? Il prompt engineering come nuova skill ibrida. Gianluigi Bonanomi,  Ledizioni, 2024
  • Dispense

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L’AI nel marketing del settore moda: la mia intervista per Aracne

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La redazione di Aracne, un’innovativa piattaforma focalizzata su Fashion Tech e AI che si propone come hub principale per scoprire le ultime tendenze, connettersi con esperti del settore e partecipare a eventi esclusivi, mi ha intervista sul tema “AI e moda”. L’intevista è stata pubblicata, in lingua inglese, con il titolo “AI-Driven Marketing in Fashion: Insights from Gianluigi Bonanomi on Revolutionizing the Fashion Industry“.

La traduzione dell’intervista

Qui trovi la traduzione in italiano dell’intervista:

Continuano le interviste di Aracne, oggi con Gianluigi Bonanomi. Non credo servano presentazioni che in ogni caso lasciamo alla fine dell’articolo.

  • Hai scritto molto su ChatGPT e il prompt engineering. Puoi condividere un caso specifico in cui hai utilizzato l’AI generativa per risolvere un problema o migliorare un processo aziendale?

Certo, un caso recente riguarda un webinar che stavo per tenere. A pochi minuti dall’inizio, un committente mi ha chiesto di mandargli un test di apprendimento da somministrare ai partecipanti subito dopo il corso. Con solo cinque minuti a disposizione, ho caricato su ChatGPT Plus 300 slide e ho chiesto, con un prompt ben formulato, di creare un test con dieci domande a scelta multipla. In pochissimo tempo, ho ottenuto un test pronto per l’uso, dimostrando come l’AI possa migliorare l’efficienza e la rapidità nella preparazione del materiale formativo.

  • In che modo hai integrato l’intelligenza artificiale nei tuoi corsi di formazione? Quali benefici hai riscontrato per gli studenti e le aziende che formi?

L’intelligenza artificiale sta davvero trasformando il modo in cui formiamo e apprendiamo. Nei miei corsi, ho integrato l’AI in diversi modi: dalla progettazione dei contenuti alla loro realizzazione ed erogazione, fino al post-evento. Ad esempio, utilizzo ChatGPT per creare slide, test e materiali aggiuntivi. Questo non solo mi aiuta a risparmiare tempo, ma migliora anche la qualità dell’apprendimento per gli studenti, offrendo contenuti più personalizzati e interattivi. Le aziende con cui collaboro hanno riscontrato un notevole miglioramento nell’engagement dei dipendenti e nell’efficacia dei programmi formativi.

  • Secondo te, come può l’AI influenzare il settore della moda, specialmente nella creazione e nel marketing dei contenuti visivi? Hai esempi di come l’AI possa essere utilizzata in modo innovativo nel fashion?

L’AI ha il potenziale per rivoluzionare l’intera filiera della moda, dalla progettazione alla produzione, fino alla logistica. Nel mio campo, la comunicazione e il marketing, l’AI può generare automaticamente contenuti visivi per le campagne di marketing, personalizzando immagini e video per diversi segmenti di pubblico. Un esempio notevole è Stitch Fix, che utilizza l’AI per personalizzare le raccomandazioni di abbigliamento per i clienti, ottimizzando le strategie di marketing in base all’engagement dei consumatori. Questo non solo migliora l’efficacia delle campagne, ma permette anche una maggiore inclusività e personalizzazione nell’esperienza di acquisto.

  • Quali innovazioni o trend emergenti prevedi nel campo dell’AI che avranno un impatto significativo sulla moda e sulla comunicazione digitale nei prossimi anni?

Ci sono diversi trend emergenti che avranno un grande impatto. Materiali pubblicitari altamente personalizzati e dinamici a costi ridotti, l’uso del machine learning per prevedere tendenze e comportamenti dei consumatori con grande precisione, e l’automatizzazione di parte del processo di design sono solo alcuni esempi. Inoltre, l’AI sta diventando sempre più importante nella customer care real-time e per rendere il mondo della moda più sostenibile. Tutte queste innovazioni promettono di trasformare profondamente sia la moda che la comunicazione digitale.

  • L’uso crescente dell’AI solleva varie questioni etiche, specialmente riguardo alla privacy dei dati e all’autenticità dei contenuti. Quali sono le tue principali preoccupazioni etiche quando utilizzi questi strumenti? Come suggeriresti di affrontarle?

Le preoccupazioni etiche nell’uso dell’AI sono molteplici e riguardano la privacy, i contenuti fake, i bias, la perdita di posti di lavoro e gli algoritmi opachi. Per affrontare queste sfide, è fondamentale adottare un approccio di “ethics by design”, implementare regolamentazioni adeguate e, soprattutto, investire nella formazione. Solo attraverso una formazione continua e consapevole possiamo garantire un uso equo e responsabile dell’AI, mitigando i rischi associati e promuovendo un’adozione etica e sostenibile di queste tecnologie.

  • Per quei pochi che non ti conoscono puoi raccontarci brevemente di te.

Mi chiamo Gianluigi Bonanomi e sono un formatore nel campo della comunicazione digitale. Ho sempre avuto una passione per i libri e la divulgazione. Dopo la laurea, nel 2001, con una tesi sulle relazioni online, ho lavorato per oltre dieci anni nel settore dell’editoria informatica, principalmente come giornalista per Computer Idea. Durante quel periodo, ho scritto più di venti saggi e manuali sul digitale per editori come Mondadori, Hoepli, Franco Angeli e Editrice Bibliografica, e attualmente dirigo la collana “Fai da tech” di Ledizioni.

Oggi, mi occupo di formazione ed eventi sui temi del digitale e dell’intelligenza artificiale generativa. Ho collaborazioni con diverse istituzioni rinomate come la Business School del Sole24Ore, la Fastweb Digitale Academy, Edulia di Treccani e varie academy aziendali, tra cui Fineco ed Epson. Nel 2021 ho fondato Link&Lead, una startup innovativa che incentiva la comunicazione LinkedIn dei dipendenti aziendali tramite la gamification e l’AI. Poi, nel 2023, ho lanciato SEOJob Srl, una startup che ottimizza CV e profili LinkedIn con le giuste parole chiave grazie all’AI. Sono anche consigliere scientifico e consulente digitale per l’Istituto Affari Internazionali e titolare della cattedra di Net Marketing presso l’Accademia SantaGiulia di Brescia.

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Il mio primo video creato al 100% con l’intelligenza artificiale

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Quello che stai per vedere è il mio primo video generato automaticamente, al 100%, grazie a diversi strumenti di intelligenza artificiale.
In particolare sono partito da una news letta nel blog di Google: “NotebookLM now lets you listen to a conversation about your sources”. In pratica crea un podcast partendo dai tuoi documenti.

Testato con un intero libro (“ChatGPT, come stai?”): funziona, anche se solo in inglese.
Quindi ho deciso di presentare questa nuova funzionalità, per la prima volta senza mettermi davanti alla videocamera. Volevo un video creato al 100% dell’AI!

Ho quindi clonato il mio volto e la mia voce, partendo da vecchi filmati, grazie a HeyGen, che mi ha creato anche lo script del video, il parlato. In quest’altro video spiegavo come fare:

Quindi ho usato HeyGen anche per localizzare in italiano il podcast a due voci creato da NotebookLM. Infine ho usato Flux1 per creare le immagini a corredo del video (e Canva per impaginarle):

Ecco il risultato:

PS: scrivimi nei commenti che cosa ne pensi. Al di là del troppo gesticolare del mio avatar.

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Videoediting: cos’è e come funziona FlexClip?

Con l’introduzione della versione 6, FlexClip conferma il suo impegno nel fornire strumenti sempre più evoluti e intuitivi per la creazione di contenuti video di qualità. Questo aggiornamento apporta funzionalità innovative che trasformano radicalmente il processo di editing, rendendolo accessibile sia ai professionisti che agli appassionati del settore.

La rimozione della voce

FlexClip 6.0 introduce la “Rimozione della Voce”, uno strumento essenziale per chi lavora con tracce audio. Che tu stia cercando di isolare gli strumentali per una base musicale o di pulire una colonna sonora per il tuo video, questa funzione ti permette di ottenere risultati professionali con estrema semplicità. Grazie all’uso di algoritmi di intelligenza artificiale, il processo di separazione delle frequenze vocali diventa immediato, permettendo agli utenti di concentrarsi sulla creatività anziché sulla tecnica.

Rimozione del rumore di fondo

Il nuovo strumento di “Rimozione del Rumore di Fondo per l’Audio” di FlexClip è la soluzione ideale per chi produce contenuti in ambienti non ottimali. Da ora, rumori di fondo indesiderati possono essere eliminati efficacemente, garantendo una qualità audio cristallina. Questo strumento è progettato per essere utilizzato facilmente da chiunque, garantendo risultati di alta qualità senza la necessità di competenze tecniche avanzate.

Audio impeccabile

Estendendo le sue capacità innovative, FlexClip 6.0 presenta anche la “Rimozione del Rumore di Fondo per i Video”. Questo strumento assicura che l’audio nei tuoi video sia all’altezza della qualità visiva, mantenendo un perfetto sincrono tra audio e immagine. Indispensabile per chi realizza contenuti professionali, questa funzione migliora significativamente l’esperienza visiva complessiva.

AI Image-to-Image

L’introduzione dello strumento “AI Image-to-Image” segna un ulteriore passo avanti nella creatività digitale. Utilizzando l’intelligenza artificiale, FlexClip permette di trasformare immagini esistenti in nuove creazioni visive, ampliando le possibilità creative degli utenti. Questo strumento si rivela uno straordinario alleato per chi desidera esplorare nuove frontiere nell’editing fotografico e video.

FlexClip 6.0 non si limita a essere un semplice aggiornamento; rappresenta una vera e propria rivoluzione nell’accessibilità e nella qualità della produzione video. Con queste nuove funzionalità, FlexClip si conferma come una soluzione indispensabile per chiunque desideri elevare i propri contenuti digitali, combinando potenza tecnologica e semplicità d’uso. Visita FlexClip per scoprire come questi strumenti possono trasformare il tuo modo di creare video e dare vita alle tue visioni creative.

AI: 5 modi per utilizzarla efficacemente nel marketing

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L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo del marketing, offrendo nuove opportunità per brainstorming, targetizzazione, campagne adv, personalizzazione dei messaggi per l’utente, reportistica e altro ancora. L’uso dell’AI nel marketing, in pratica, permette di analizzare grandi quantità di dati, automatizzare processi complessi e creare contenuti più coinvolgenti. Ma in concreto? Qui raccolgo cinque modi efficaci per utilizzare l’intelligenza artificiale nel marketing.

1. Analisi dei dati e segmentazione del pubblico

Gli strumenti di intelligenza artificiale possono raccogliere e analizzare grandi quantità di dati provenienti da diverse fonti, come siti web, social media e CRM. Questa capacità consente ai marketer di ottenere una comprensione approfondita del comportamento dei clienti e di segmentare il pubblico in modo più preciso.

Con l’AI, è possibile identificare gruppi di consumatori con interessi simili e creare profili dettagliati. Gli algoritmi di machine learning possono prevedere quale tipo di contenuto, prodotto o offerta sarà più efficace per ciascun segmento, migliorando significativamente il tasso di conversione.

Qui un esempio dell’uso di AItable:

2. Automazione delle campagne pubblicitarie

L’automazione delle campagne pubblicitarie è un altro modo efficace per utilizzare l’AI nel marketing. Strumenti di marketing basati sull’intelligenza artificiale, come Google Ads e Facebook Ads, utilizzano algoritmi di apprendimento automatico per ottimizzare gli annunci in tempo reale.

L’AI può gestire automaticamente il budget delle campagne, scegliere il momento migliore per pubblicare gli annunci e selezionare i canali più efficaci per raggiungere il pubblico. Questa ottimizzazione automatica consente di massimizzare il ritorno sull’investimento, anche detto ROI, e ridurre i costi pubblicitari, migliorando l’efficacia complessiva delle strategie di marketing.

Questo video spiega come utilizzare le nuove capacità di AI generativa di Google per migliorare le campagne di Google Ads, grazie a Performance Max:

3. Creazione di contenuti personalizzati

L’intelligenza artificiale può aiutare i marketer a creare contenuti personalizzati su larga scala. Utilizzando l’AI, è possibile analizzare il comportamento degli utenti e generare contenuti su misura per ciascun cliente. Questo aumenta l’engagement e la soddisfazione del cliente, migliorando l’efficacia delle campagne.

Ad esempio, strumenti come Persado e Phrasee utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale per creare testi persuasivi per email, landing page e annunci pubblicitari. Questi strumenti analizzano le reazioni dei clienti ai contenuti e ottimizzano continuamente il linguaggio e il tono per massimizzare l’impatto emotivo e le conversioni.

Ecco una presentazione di Phrasee:

4. Previsione dei trend di mercato

L’intelligenza artificiale è in grado di prevedere le tendenze di mercato analizzando grandi quantità di dati storici e attuali. Questo consente ai marketer di anticipare i cambiamenti del comportamento dei consumatori e di adattare le loro strategie di conseguenza.

Ad esempio, strumenti di previsione basati sull’AI come IBM Watson e Google Trends possono identificare pattern emergenti e prevedere quali prodotti o servizi saranno più richiesti in futuro.

Qui, per esempio, spiego come usare Exploding Topics per intercettare i trend (futuri):

5. Miglioramento del servizio clienti con chatbot

I chatbot basati sull’intelligenza artificiale stanno rivoluzionando il modo in cui le aziende gestiscono il servizio clienti. Questi strumenti possono rispondere automaticamente alle domande frequenti, fornire supporto immediato e guidare i clienti attraverso il processo di acquisto.

Chatbot come Intercom, Drift e ManyChat utilizzano l’intelligenza artificiale per fornire un supporto clienti 24/7, migliorando l’esperienza del cliente e riducendo il carico di lavoro del team di assistenza. L’AI può anche analizzare le conversazioni dei chatbot per identificare problemi comuni e migliorare continuamente la qualità del servizio.

I chatbot basati sull’AI possono raccogliere dati preziosi sul comportamento dei clienti, che possono essere utilizzati per migliorare le strategie di marketing e aumentare la conversione. Offrire un supporto rapido e accurato con i chatbot migliora la soddisfazione del cliente e rafforza la fedeltà al brand.

Qui un video che spiega come funziona ManyChat per Instagram:

Come implementare l’intelligenza artificiale nel marketing

Per utilizzare efficacemente l’intelligenza artificiale nel marketing, è importante iniziare con una strategia chiara e definita. Identifica le aree del marketing che potrebbero trarre maggior beneficio dall’AI, come la segmentazione del pubblico, l’automazione delle campagne, la personalizzazione dei contenuti o il servizio clienti.

Investi in strumenti e piattaforme di AI che si adattano alle tue esigenze e obiettivi specifici. Alcuni strumenti sono progettati per automatizzare attività specifiche, mentre altri offrono una gamma più ampia di funzionalità. Assicurati di scegliere quelli più adatti alla tua strategia.

Infine, educa il tuo team sull’uso dell’AI. Fornisci formazione e risorse per aiutare i membri del tuo team a comprendere come utilizzare gli strumenti di AI e come interpretarli per prendere decisioni di marketing più informate.

L’intelligenza artificiale è destinata a svolgere un ruolo sempre più centrale nella nostra vita quotidiana e nell’evoluzione della società. Le applicazioni dell’IA sono in costante espansione, e nel futuro potresti trovarti anche tu a lavorare in questo campo.

Questi lavori possono essere svolti sia in qualità di lavoratori dipendenti, sia in Partita IVA. Nel secondo caso ti conviene rivolgerti ad un esperto, come il team di Fiscozen, per scoprire tutte le potenzialità della tua attività autonoma. Avrai un consulente fiscale dedicato che risponderà a tutti i tuoi dubbi, come quelli sul pagamento di tasse e contributi. La consulenza è gratis!

 

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