Come l’AI sta rivoluzionando il mondo delle presentazioni

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L’AI, come racconto (da tecno-entusiasta) su questo sito, sta trasformato in modo significativo numerosi settori, dalla sanità alla finanza, passando per il marketing e l’istruzione. I compiti che possono essere agevolati, se non completamente automatizzati, sono molti: dall’analisi, sintesi e creazione di documenti alla composizione e risposta di email, dalla creazione di post sui social alla trascrizione automatica. Ma soprattutto un compito impegnativo: creare presentazioni multimediali.

Le “presentazioni AI” stanno rapidamente diventando uno strumento indispensabile per professionisti ed educatori.

Come creare le slide con l’AI

Creare una presentazione efficace richiede tempo, competenze e una buona dose di creatività. È qui che l’AI entra in gioco, fornendo strumenti che automatizzano molti aspetti della creazione delle presentazioni, dalla ideazione alla realizzazione delle slide.

Uno degli aspetti più rivoluzionari dell’intelligenza artificiale nelle presentazioni è la capacità di automatizzare l’intero processo. Tradizionalmente, la progettazione di una presentazione richiedeva una combinazione di competenze grafiche e di buon gusto estetico. Oggi, grazie all’AI, anche chi non ha competenze in design può creare presentazioni visivamente accattivanti. Strumenti come Canva, Beautiful.ai, e Visme utilizzano algoritmi AI per suggerire layout, combinazioni di colori, e stili di carattere, basati sul contenuto della presentazione. Il mio preferito? Certamente Gamma, al quale ho dedicato questo video:

Questi strumenti non solo semplificano il processo di creazione, ma assicurano anche che le presentazioni siano coerenti e professionali. L’AI può analizzare il testo inserito e suggerire immagini, icone e infografiche pertinenti, migliorando notevolmente l’impatto visivo della presentazione.

La parte testuale

La creazione di contenuti è un altro aspetto che l’AI sta rivoluzionando. Al di là di ChatGPT, strumenti come Jarvis (ora noto come Jasper), Writesonic e Copy.ai offrono funzionalità di scrittura assistita che possono generare testi per le presentazioni basati su input brevi. Questo è particolarmente utile per i professionisti che devono creare presentazioni su argomenti complessi o quando si ha poco tempo. L’AI è in grado di generare frasi e paragrafi coerenti e rilevanti, migliorando la qualità complessiva del contenuto. Inoltre, può anche offrire suggerimenti per migliorare la chiarezza e l’impatto del messaggio. Questo non solo velocizza il processo di creazione, ma garantisce anche che il contenuto sia ben strutturato e mirato al pubblico di riferimento.

Personalizzazione e targeting

Uno dei vantaggi più significativi delle presentazioni AI è la capacità di personalizzare il contenuto per diversi segmenti di pubblico (magari usando le buyer personas: vedi qui come costruirle con ChatGPT). L’AI può analizzare i dati del pubblico e suggerire modifiche alla presentazione per renderla più rilevante e coinvolgente. Ad esempio, se si sa che un particolare gruppo di persone è più interessato a determinati aspetti di un argomento, l’AI può suggerire di mettere in evidenza quei punti o di adattare il linguaggio utilizzato.

Questa personalizzazione non solo migliora l’esperienza del pubblico, ma aumenta anche l’efficacia della presentazione. Un contenuto personalizzato è più probabile che catturi l’attenzione del pubblico e porti a un maggiore coinvolgimento.

I vantaggi dell’uso dell’IA per le presentazioni

L’intelligenza artificiale non solo migliora la qualità delle presentazioni, ma aumenta anche l’efficienza nel crearle. I tradizionali processi di creazione possono richiedere giorni o addirittura settimane di lavoro. Con l’AI, questo tempo si riduce drasticamente.

  • Risparmio di tempo

Gli strumenti di presentazioni AI possono automatizzare molte delle attività che altrimenti richiederebbero tempo. Ad esempio, la selezione delle immagini, la formattazione del testo e la creazione di grafici possono essere fatti in pochi clic. Questo permette ai creatori di concentrarsi su altri aspetti del loro lavoro, come la strategia di presentazione o la preparazione del discorso.

Inoltre, con la capacità dell’AI di riutilizzare contenuti esistenti, i professionisti possono creare rapidamente versioni diverse di una stessa presentazione per differenti pubblici o occasioni, senza dover ricominciare da zero ogni volta.

  • Collaborazione

Molti strumenti AI per presentazioni supportano la collaborazione in tempo reale. Questo significa che team distribuiti in tutto il mondo possono lavorare insieme su una presentazione, apportando modifiche simultaneamente. L’AI può anche tenere traccia delle modifiche e suggerire miglioramenti basati sull’analisi collettiva del contenuto.

Questa funzionalità non solo migliora la collaborazione, ma assicura anche che la versione finale della presentazione sia il risultato di un processo ben integrato, con input e feedback da parte di tutti i membri del team.

  • Accessibilità e inclusività

Un altro aspetto cruciale delle presentazioni AI è l’aumento dell’accessibilità e dell’inclusività. L’AI può aiutare a creare presentazioni che siano più facilmente comprensibili da persone con disabilità o che parlano lingue diverse.

  • Traduzione automatica

Strumenti come Google Slides e Microsoft PowerPoint hanno integrato funzionalità di traduzione automatica basate su AI. Questo permette di creare presentazioni in una lingua e di tradurle istantaneamente in un’altra, garantendo che il messaggio raggiunga un pubblico più ampio. Questo è particolarmente utile per le aziende internazionali e per gli eventi multilingue. L’AI può generare automaticamente descrizioni per immagini e grafici, rendendo le presentazioni più accessibili per le persone con disabilità visive. Inoltre, strumenti come Otter.ai possono creare sottotitoli in tempo reale, migliorando l’accessibilità per le persone con problemi di udito.

Queste funzionalità non solo rendono le presentazioni più inclusive, ma dimostrano anche un impegno verso la diversità e l’accessibilità, valori sempre più importanti nel mondo moderno.

E per il futuro?

Il futuro delle presentazioni AI è pieno di promesse. Con lo sviluppo continuo dell’intelligenza artificiale, possiamo aspettarci che queste tecnologie diventino ancora più avanzate e integrate.

  • Interattività avanzata

Il futuro potrebbe vedere la diffusione di presentazioni altamente interattive, dove l’AI può adattare il contenuto in tempo reale in base alle reazioni del pubblico. Ad esempio, se l’AI rileva che il pubblico sta perdendo interesse, potrebbe modificare la sequenza delle slide o proporre contenuti più coinvolgenti.

  • Analisi predittiva

L’AI potrebbe anche essere utilizzata per fare previsioni su quali parti della presentazione avranno il maggiore impatto o dove potrebbe essere necessario apportare modifiche per migliorare l’efficacia. Questo tipo di analisi predittiva potrebbe rivoluzionare il modo in cui i professionisti preparano e presentano i loro contenuti.

  • Integrazione con la Realtà Aumentata e Virtuale

Infine, con l’integrazione della realtà aumentata (AR) e della realtà virtuale (VR), le presentazioni AI potrebbero diventare esperienze completamente immersive. I presentatori potrebbero utilizzare AR per sovrapporre informazioni e dati in tempo reale durante la loro presentazione, o VR per creare ambienti virtuali in cui il pubblico può esplorare i contenuti.

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Capire l’intelligenza artificiale: 10 libri indispensabili

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Al termine di ogni corso sull’intelligenza artificiale generativa o dopo ogni evento sul tema, c’è sempre qualcuno che chiedere quali siano i libri migliori, più accessibili, indispensabili per prendere il mostro per le corna. In questi anni ho letto diversi testi molto validi, e ho deciso di selezionarne dieci tra i più riusciti. Ovviamente non vi troverai i miei! Partiamo.

1. Machina sapiens di Nello Cristianini

Copertina Machina sapiens

Editore: Il Mulino
Uno dei testi introduttivi più utili, a mio avviso. Il libro si pone una domanda cruciale: le macchine possono davvero pensare? (un interrogativo posto da Alan Turing nel 1950). Con un approccio che mixa scienza e narrazione (avvincente), Cristianini delinea un futuro in cui le macchine, addestrate semplicemente a prevedere parole mancanti nei testi, potrebbero superare le aspettative iniziali, acquisendo capacità di ragionamento e problem solving quasi impeccabili.

2. L’architetto e l’oracolo di Gino Roncaglia

Editore: Laterza
Roncaglia è da seguire, punto. A proposito recupera “La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro”. Quest’ultimo testo affronta la terza grande rivoluzione digitale, esaminando come l’intelligenza artificiale stia cambiando il nostro modo di vivere e conoscere. Partendo dai primordi fino ai fenomeni più recenti, Roncaglia discute le potenzialità e i limiti delle intelligenze artificiali generative, con uno sguardo particolare verso il campo editoriale e le prospettive future offerte dalla tecnologia.

3. L’autore artificiale di Simone Aliprandi

L'autore Artificiale - Aliprandi Simone | Libro Ledizioni 06/2023 - HOEPLI.it
Editore: Ledizioni

Nel libro, l’avvocato Simone Aliprandi (esperto di diritto del mondo editoriale e del Web in particolare) esplora il tema della proprietà intellettuale nell’era dell’intelligenza artificiale generativa, interrogandosi sulla concezione di autorialità e sul ruolo delle macchine nelle attività creative. Il testo offre una riflessione profonda sulle implicazioni legali e etiche dell’AI, arricchita da casi giurisprudenziali e una vasta analisi dei termini d’uso delle principali piattaforme tecnologiche.

4. Vita 3.0 di Max Tegmark

Vita 3.0
Editore: Raffello Cortina
Max Tegmark, in un’ottica darwiniana, esplora le profonde implicazioni dell’intelligenza artificiale sulla vita umana attraverso varie fasi evolutive: dalla vita biologica (Life 1.0) alla vita tecnologica (Life 3.0), in cui gli esseri umani potranno progettare sia il proprio hardware che software.

5. Etica dell’intelligenza artificiale di Luciano Floridi

Etica dell’intelligenza artificiale
Editore: Raffaello Cortina Editore
Luciano Floridi (si pronuncia Flòridi) esplora le sfide etiche dell’intelligenza artificiale in una prospettiva filosofica, affrontando i cambiamenti radicali che l’AI impone sulla società e sull’individuo.

6. L’economia di ChatGPT di Stefano da Empoli


Editore: EGEA
Un’ottima analisi delle implicazioni economiche di ChatGPT e altre tecnologie AI, con uno sguardo critico verso le opportunità e i rischi presenti e futuri. Il punto cruciale: “Se riteniamo l’intelligenza artificiale un sostituto dei lavoratori, rischiamo disoccupazione elevata o compressione dei salari. Se invece sapremo vederla come complemento in grado di migliorare le prestazioni lavorative, creeremo premesse per una transizione gestibile.

7. Generative AI di Jerry Kaplan

generative AI
Kaplan discute l’impatto della generative AI, esaminando come macchine capaci di creare e pensare stiano trasformando vari settori.

8. L’onda che verrà di Mustafa Suleyman

Editore: Garzanti
Riflessione sulle tecnologie emergenti e il loro impatto su sicurezza globale e la governance, con un occhio ai benefici e ai rischi significativi.

9. Intelligenza artificiale di Stefano Quintarelli et al.


Editore: Bollati Boringhieri
Un’analisi collettiva che copre aspetti tecnici, etici e sociali dell’IA, esplorando come questa tecnologia stia già influenzando la nostra vita quotidiana (nonostante sia stato dato alle stampe prima di ChatGPT). Un’ottima introduzione.

10. Superintelligenza di Nick Bostrom

Editore: Bollati Boringhieri
Ho lasciato per ultimo il più citato e il più controverso. Bostrom valuta i rischi e le strategie per gestire entità AI superintelligenti, discutendo potenziali scenari futuri (inquietanti) e come prepararsi. Da leggere, se non altro per poter ribattere a chi parla a vanvera di singolarità (a proposito, sul tema è imperdibile “La singolarità è vicina” di Kurzweil).

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Intelligenza artificiale in azienda: che cosa dicono i dati?

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Qual è l’impatto dell’introduzione dell’intelligenza artificiale in azienda? Al di là dell’emotività, con reazioni (spesso isteriche) che va vanno dall’entusiasmo al terrore (passando per il senso di colpa), servono dati concreti per comprendere come l’AI stia cambiando (migliorando o peggiorando?) realmente il mondo del lavoro.

Il Work Trend Index del 2024

Il report annuale di Work Trend Index del 2024 (qui in PDF), realizzato da Microsoft e LinkedIn, esplora l’adozione e l’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) nel contesto lavorativo, basandosi su dati raccolti da 31.000 lavoratori in 31 Paesi. Lo studio evidenzia l’uso crescente dell’IA, le percezioni dei dipendenti e dei leader aziendali, e le implicazioni per il futuro del lavoro.

La ricerca in sintesi

  • Il 75% dei knowledge worker utilizza l’IA generativa al lavoro, con un aumento significativo negli ultimi sei mesi.
  • Il 46% degli utenti ha iniziato a usare l’IA da meno di sei mesi.
  • Gli utenti affermano che l’IA li aiuta a risparmiare tempo (90%), concentrarsi su attività importanti (85%), essere più creativi (84%) e godersi di più il lavoro (83%).
  • Gli utenti di Copilot, il chatbot di Microsoft, leggono l’11% in meno di e-mail e dedicano il 4% in meno del tempo all’interazione con i messaggi.
  • Il 79% dei leader ritiene che la propria azienda debba adottare l’IA per rimanere competitiva, ma il 60% teme che la leadership non abbia un piano per implementarla.
  • La pressione per dimostrare un ROI immediato sta rallentando l’adozione strategica dell’IA.
  • Il 78% degli utenti di IA porta i propri strumenti di IA al lavoro (BYOAI: bring your own AI), una tendenza particolarmente diffusa tra le piccole e medie imprese (80%).
  • Il 66% dei leader non assumerebbe personale senza competenze in IA.
  • Il 71% preferirebbe assumere un candidato meno esperto con competenze in IA rispetto a un candidato più esperto senza tali competenze.
  • Gli utenti esperti di IA hanno il 40% di probabilità in più di chiedere ai colleghi quali prompt trovano più utili e il 68% di probabilità in più di sperimentare modi diversi di usare l’IA.
  • Gli utenti esperti di IA ricevono formazione continua, con un aumento del 37% di probabilità di partecipare a programmi di formazione virtuale specifici per la scrittura di prompt e l’uso dell’IA per ruoli specifici.
  • L’IA rende il carico di lavoro più gestibile, aumenta la creatività e la produttività, e migliora la motivazione e la soddisfazione lavorativa.

In pratica, il report evidenzia che l’introduzione e l’adozione dell’IA nelle aziende non è priva di sfide, ma i benefici in termini di produttività, creatività e soddisfazione dei dipendenti sono rilevanti. Per trarre vantaggio dall’IA, le aziende devono sviluppare strategie chiare, investire nella formazione continua dei dipendenti e promuovere una cultura aziendale aperta all’innovazione. Le aziende che riusciranno a integrare efficacemente l’IA nei loro processi operativi saranno meglio posizionate per competere e prosperare nel futuro del lavoro.

Lo studio “Generative AI at Work”

Qui, invece, prendo in considerazione lo studio “Generative AI at Work“, pubblicato nell’aprile del 2023 (data di revisione: novembre 2023) a cura di Erik Brynjolfsson, esperto in materia (professore allo Stanford Institute for Human-Centered AI (HAI) e direttore dello Stanford Digital Economy Lab).

Secondo lo studio di Brynjolfsson, gli strumenti di intelligenza artificiale generativa hanno il potenziale di trasformare il modo in cui i lavoratori eseguono e apprendono le loro mansioni. Lo studio si concentra, in particolare, sull’introduzione scaglionata di un assistente conversazionale basato su AI, in pratica un chatbot, tra 5.179 addetti al supporto clienti, customer care.

I risultati parlano chiaro. L’accesso allo strumento di AI ha aumentato la produttività, misurata in termini di problemi risolti per ora, del 14% in media. Miglioramento più sostanziale (+ 34%) per i lavoratori meno esperti e meno qualificati. Si è notato inoltre il fatto che l’AI contribuisce a valorizzare le best pratice dei lavoratori più abili e aiuta i nuovi lavoratori ad acquisire esperienza più rapidamente.

Tutto questo ha un impatto, ovviamente, anche sulla soddisfazione dei clienti nonché sulla retention dei dipendenti. Vediamolo nel dettaglio.

L’assistenza dell’AI migliora il sentiment dei clienti

Dall’analisi dello studio emerge quanto segue.

  • L’adozione dell’AI genera un miglioramento significativo nel sentiment dei clienti, misurato attraverso l’analisi del testo delle conversazioni. Questo effetto è persistente e si manifesta immediatamente dopo l’introduzione dell’AI.
  • I clienti sono meno propensi a richiedere di parlare con un supervisore, il che indica una maggiore fiducia nelle capacità degli addetti al servizio clienti di risolvere i problemi. Questo riduce la frustrazione dei clienti e migliora la loro esperienza complessiva.
  • La presenza di suggerimenti AI migliora le interazioni con i clienti, portando a una diminuzione delle espressioni di frustrazione o rabbia nei messaggi dei clienti. I clienti mostrano un atteggiamento più positivo nei confronti degli agenti.

L’aumento della retention dei dipendenti

Anche lato dipendenti, i risultati sono interessanti.

  • L’assistenza dell’AI aiuta a migliorare le condizioni di lavoro degli agenti, riducendo lo stress associato alla gestione di conversazioni difficili con i clienti. Gli agenti sono in grado di risolvere i problemi più rapidamente e con maggiore efficacia, riducendo la pressione su di loro.
  • L’uso dell’AI porta a un aumento della soddisfazione lavorativa. Gli agenti apprezzano il supporto dell’AI che fornisce suggerimenti utili e riduce il carico di lavoro, permettendo loro di concentrarsi su compiti più complessi e gratificanti.
  • Il tasso di abbandono dei dipendenti diminuisce significativamente con l’introduzione dell’AI. Questo effetto è particolarmente pronunciato tra i nuovi dipendenti, che beneficiano maggiormente del supporto dell’AI durante la fase di apprendimento iniziale.
  • L’assistenza AI non solo aiuta a migliorare le prestazioni sul breve termine, ma contribuisce anche all’apprendimento continuo dei dipendenti. Gli agenti che seguono i suggerimenti dell’AI mostrano un miglioramento duraturo delle loro competenze, anche durante i periodi di inattività del sistema AI.

Questi punti evidenziano come l’adozione di strumenti AI non solo migliori l’efficienza operativa, ma crei anche un ambiente di lavoro più positivo e una migliore esperienza per i clienti.

 L’articolo “Bring your own AI”

Come darsi delle regole per i collaboratori che usano i loro chatbot sul luogo di lavoro?

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L’intelligenza artificiale per combattere il cyberbullismo: un nuovo progetto “peer to peer” di creazione di un chatbot

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Cyberbullismo, lo scenario: che cosa dicono i dati?

Quali sono le vittime tipiche del cyberbullismo? Sappiamo che il fenomeno coinvolge prevalentemente preadolescenti e adolescenti, per la precisione ragazze e ragazzi tra i 12 e i 15 anni di età. Uno studio ha rilevato che il 16,3% degli adolescenti di quella fascia ha confessato di essere stato vittima di cyberbullismo, con un ulteriore 40,6% che ha dichiarato di averlo sperimentato almeno una volta. Questi dati li ho presi dallo studio “Do Our Adolescents Know They Are Cyberbullying Victims?” Un altro studio ha evidenziato una prevalenza del 9,4% di vittime di cyberbullismo nella stessa fascia d’età, sottolineando quanto il fenomeno sia diffuso tra i più giovani (Bullying, Cyberbullying and the Overlap: What Does Age Have to Do with It?). Questi dati mettono in luce l’importanza di affrontare il problema del cyberbullismo tra gli adolescenti per prevenire effetti negativi significativi come ansia, depressione e pensieri suicidari (Suicidal Ideations and Behaviors in victims of cyberbullying).

L’idea di un nuovo progetto peer to peer con protagonisti i ragazzi

Con l’aumentare dell’uso di internet e dei social media in età sempre più precoce (The Use of Social Media in Children and Adolescents: Scoping Review on the Potential Risks), è fondamentale fornire ai ragazzi strumenti accessibili e familiari per affrontare questo problema. L’intelligenza artificiale e particolare i chatbot offrono un’opportunità unica per creare una risorsa interattiva e sempre disponibile per supportare i giovani nel riconoscere, prevenire e gestire situazioni di cyberbullismo. Si tratta di un progetto peer to peer (P2P) dove sono i ragazzi stessi a raccogliere il materiale per alimentare il chabot che sarà utilizzato dai loro pari per fare domande riguardo al cyberbullismo.

Gli obiettivi del progetto

  • Creare un chatbot basato su intelligenza artificiale specializzato sul tema del cyberbullismo.
  • Fornire informazioni accurate e aggiornate sul cyberbullismo a ragazzi tra i 10 e i 16 anni.
  • Offrire supporto immediato e consigli pratici per gestire situazioni di emergenza.
  • Promuovere la consapevolezza e la prevenzione del cyberbullismo tra i giovani.
  • Creare uno strumento facilmente accessibile e utilizzabile dai ragazzi.

Il laboratorio di creazione del dataset

Per garantire che il chatbot fornisca informazioni coerenti e affidabili, occorre creare un dataset basato su fonti autorevoli e istituzionali. Il laboratorio si articolerà nelle seguenti fasi:

Raccolta dati

Le informazioni sul fenomeno cyberbullismo e su come affrontarlo devono essere reperite da fonti autorevoli e verificate. Alcuni esempi:
Ministero dell’Istruzione
Polizia Postale
Telefono Azzurro
Generazioni Connesse
Associazione Di.Te.

Selezione e organizzazione delle informazioni

Ecco alcuni esempi di tematiche e informazioni da inserire nel dataset:
– Definizione del cyberbullismo
– Forme di cyberbullismo
– Conseguenze legali e psicologiche
– Strategie di prevenzione
– Consigli per le vittime
– Risorse di supporto

Creazione di domande e risposte

Sviluppo di un set di domande frequenti (FAQ) e relative risposte basate sulle informazioni raccolte.

Revisione e validazione

Il dataset sarà revisionato da esperti del settore per garantire accuratezza e appropriatezza per il target di età.

Addestramento del chatbot

Ecco le operazioni necessarie per dare tutte le informazioni raccolte in pasto a un’intelligenza artificiale.

1. Scelta della piattaforma
Utilizzeremo una piattaforma di sviluppo di chatbot basata su machine learning, come Dialogflow o altre.

2. Implementazione del dataset
Inserimento del dataset creato nella piattaforma scelta.

3. Addestramento del modello
Utilizzo di tecniche di Natural Language Processing (NLP) per migliorare la comprensione e la generazione del linguaggio naturale.

4. Test e ottimizzazione
Fase di test approfondita con un gruppo di ragazzi della fascia d’età target per perfezionare le risposte e l’interazione del chatbot.

5. Implementazione di funzionalità di sicurezza
Introduzione di filtri per riconoscere situazioni di emergenza e fornire contatti immediati con adulti o servizi di supporto.

Diffusione tra i coetanei

1. Sviluppo di un’interfaccia user-friendly
Creazione di una versione Web del chatbot con un design accattivante e facile da usare per i ragazzi.

2. Campagna di sensibilizzazione nelle scuole
Organizzazione di workshop e presentazioni nelle scuole per introdurre il chatbot e il suo utilizzo.

3. Collaborazione con influencer e creator
Partnership con giovani influencer per promuovere il chatbot sui social media più popolari tra i ragazzi.

4. Gamification
Implementazione di elementi di gioco nell’interazione con il chatbot per aumentare il coinvolgimento.

5. Feedback e miglioramento continuo
Creazione di un sistema di feedback in-app per raccogliere suggerimenti dagli utenti e migliorare costantemente il chatbot.

Questo progetto mira a sfruttare il potenziale dell’intelligenza artificiale per creare uno strumento innovativo e efficace nella lotta contro il cyberbullismo, fornendo ai giovani un supporto accessibile, informativo e interattivo.

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“Tutti dobbiamo imparare a usare i prompt”: il video del mio speech per PensieroSolido (15 luglio 2024)

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Il 15 luglio 2024 sono stato invitato dalla Fondazione PensieroSolido a contribuire all’evento “Intelligenza artificiale e lavoro – Come cambia, come dobbiamo cambiare noi” (vedi news Ansa), in programma al Cefriel. Il mio intervento, della durata di 15 minuti, si è concentrato sul prompt engineering con il titolo “Tutti dobbiamo imparare a usare i prompt”.

La registrazione dell’evento

Sul canale YouTube dell’associazione PensieroSolido si trova la registrazione del mio speech:

Qui invece l’intera registrazione dell’evento.

La trascrizione del mio intervento

Vorrei fare una piccola digressione sulla mia presentazione raccontandovi un aneddoto. L’altro giorno ero in una classe, e a un certo punto uno studente dal fondo della classe mi dice: “Ma lei, alla fine, cosa fa?”. Io rispondo: “Mi occupo di divulgazione del digitale e, attualmente, di intelligenza artificiale”. Questo studente mi ferma e mi dice: “No, cosa fa di LAVORO?”. Spiegare questo mestiere non è facile, come non è stato facile intervenire dopo relatori di alto livello che hanno parlato di scenari internazionali ed etica.

Vorrei ora spiegare cos’è il prompt engineering. Partirei da una citazione di Milan Kundera: “La stupidità deriva dall’avere una risposta per ogni cosa; la saggezza dall’avere per ogni cosa una domanda”. La differenza nel prossimo futuro non sarà avere la conoscenza, perché le macchine studieranno sempre di più e avranno tutta la conoscenza umana e forse qualcosa in più. Quindi, non è necessario che siamo noi a dare le risposte; la differenza sarà fare le domande giuste.

Da quando si è diffuso ChatGPT, si dice che è un po’ “garbage in, garbage out”. In realtà, parliamo di una nuova competenza: il prompt engineering. Questa non è solo una competenza tecnica, ma anche comunicativa. Bisogna saper utilizzare lo strumento e saper comunicare con esso, convincerlo, correggerlo, motivarlo. Questo richiede parole giuste per ottenere l’obiettivo desiderato. Chi è favorito? Chi ha competenze comunicative e umanistiche. Negli Stati Uniti, nove aziende su dieci stanno cercando lavoratori con queste competenze.

La questione è che non stiamo parlando di un nuovo mestiere, ma di una nuova competenza che tutti devono avere. Non è possibile pensare che solo una persona si occupi di prompt engineering per tutti, come non sarebbe possibile non sapere usare Office oggi. Prima o poi, sarà ChatGPT a venire da noi, integrato negli strumenti come Office.

Adesso cerchiamo di capire che cos’è il prompt engineering. Il termine “prompt” viene dal latino e significa “pronto”. Si tratta di dare istruzioni precise per ottenere risultati desiderati. Se fai una brutta istruzione, otterrai pessimi risultati. Molte persone dicono che ChatGPT non funziona, ma è perché non gli fanno domande corrette. Ad esempio, un prompt come “Riscrivi in italiano come un articolo di giornale” non funzionerà mai.

Vi propongo il mio metodo per fare dei buoni prompt: metodo GOL, che sta per Guida, Obiettivo, Layout. Bisogna guidare la macchina, dettagliando ciò che vogliamo e specificando il formato del risultato. Ad esempio, potresti chiedere: “Agisci come un esperto di cinema d’autore e suggerisci cinque film da vedere per chi ha amato ‘Il settimo sigillo’ di Ingmar Bergman, ma senza includere altri film dello stesso regista, e crea una tabella con titolo, regista, motivo per vedere il film”.

Un altro esempio è chiedere a ChatGPT di agire come un esperto di web reputation nel settore alberghiero e analizzare le recensioni di un hotel, creando un elenco delle maggiori criticità riscontrate dagli utenti.

Vi invito a usare questo metodo in tre livelli: ruolo, obiettivo e output. I chatbot capiscono le emozioni e i prompt emotivi possono manipolare i meccanismi di probabilità del modello. Ad esempio, chiedendo un progetto importante per la tua carriera, puoi ottenere un risultato migliore. Ho anche sviluppato un altro framework, chiamato Socrate, che prevede che sia ChatGPT a fare le domande a noi, guidandoci nella costruzione del prompt ideale.

Un esempio potrebbe essere: “Devi aiutarmi a sostenere un colloquio di lavoro come social media manager. Trovi i dettagli dell’offerta a questo link. Fammi una domanda alla volta e aspetta la mia risposta prima di fare la prossima domanda”. Questo simula un colloquio di lavoro.

Un altro framework che ho inventato è SO.C.RA.T.E.

Concludo dicendo che non è l’intelligenza artificiale che ruberà il lavoro, ma chi sa usare l’intelligenza artificiale. Strumenti come NotebookLM di Google permettono di caricare i propri documenti, garantendo risposte basate sui propri dati, senza allucinazioni. Dobbiamo imparare a usare questi strumenti per essere più produttivi ed efficaci, liberando tempo per cose più importanti.

Grazie e buona intelligenza artificiale a tutti.

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Scarica gratis il mio eBook “L’intelligenza artificiale per gli amministratori di condominio”

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Nel luglio 2024 ho dato alle stampe, per l’editore Ledizioni, il testo “L’intelligenza artificiale per gli amministratori di condominio“, dopo mesi di eventi sul tema insieme a VeryFastPeople. Il testo ha come sottotitolo “Come usare ChatGPT e gli altri chatbot per analisi documentali, verbali, assistenza clienti, marketing, comunicazione e altro” e vede anche i contributi di Francesco Paini per la prefazione, l’avvocato Andrea Broglia per la parte legale e Giorgio Danesi di Copernico per l’integrazione dell’IA nei CRM.

La quarta di copertina:

“IA per amministratori di condominio” offre una panoramica sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale negli ambiti della gestione condominiale. Il libro illustra metodi per ottimizzare la comunicazione con i condomini, la preparazione e la conduzione delle assemblee, e la prevenzione di problemi attraverso l’utilizzo proattivo delle tecnologie IA. Con contenuti basati su esempi pratici, studi di caso e segnalazioni delle principali piattaforme di IA (non solo ChatGPT), il testo si rivela una guida essenziale per gli amministratori di condominio che desiderano implementare soluzioni innovative nei loro processi lavorativi.

Dove scaricare gratuitamente il libro

Il libro è in vendita su Amazon, ma è anche disponibile gratuitamente in versione PDF sulla pagina Web di VeryFastPeople, a questo indirizzo.

Ecco la presentazione del testo:

Il libro “L’intelligenza artificiale per l’amministratore di condominio” di Gianluigi Bonanomi, con contributi di Andrea Broglia e Giorgio Danesi, è una guida essenziale per gli amministratori che vogliono sfruttare le potenzialità di ChatGPT (e non solo).

Scoprirai come grazie all’innovativo CRM Copernico, l’amministratore può organizzarsi, delegare, monitorare e coordinare le attività, rendendo lo studio un’azienda dinamica e strutturata. Inoltre, imparerai ad applicare l’IA per analisi documentali, gestione verbali, assistenza clienti, marketing e comunicazione.

Questo manuale pratico, arricchito dalla prefazione di Francesco Paini, ti offrirà tanti strumenti concreti per migliorare l’efficienza e la qualità del tuo lavoro, ottimizzando i processi, risparmiando tempo e potenziando significativamente la gestione complessiva del condominio.

L’evento di lancio

Il libro è stato presentato in anteprima il 12 luglio 2024 durante un webinar organizzato da Anaci Lecco.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 5 persone, redazione e testo

Qui puoi rivedere il mio intervento durante l’evento:

Come parlare con il libro!

In coerenza con il progetto, ho trasformato il libro “L’intelligenza artificiale per gli amministratori di condominio” in un chatbot. Puoi chiedergli qualsiasi cosa inerente al contenuto del testo:

“Bring your own AI”: il decalogo per l’uso dell’intelligenza artificiale in azienda

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Un tempo si parlava di “bring your own device” (BYOD, che pare una canzone dei System of a Down): il fatto che i dipendenti usassero i propri smartphone e tablet e laptop, agganciandosi alla rete aziendale e usando i dati dell’azienda, non faceva dormire i responsabili IT. Ora si parla, invece, di “bring you own AI”: i dipendenti danno in pasto a ChatGPT e compagnia bella dati sensibili (magari dei clienti), informazioni delicate (progetti top secret), contratti e contatti, se non peggio (pensa a un responsabile delle risorse umane che carica in un LLM una scheda del dipendente…). Per questo, dopo averci lavorato con un cliente, propongo una prima proposta di decalogo, 10 regole per l’uso dei chatbot e dell’AI generativa in azienda.

L’AI in azienda

Secondo un recente studio di McKinsey, nel 2024 l’adozione dell’AI nelle aziende ha raggiunto il 72%, rispetto al 50% degli anni precedenti. Questo incremento riflette una crescente integrazione di tecnologie AI in più settori e funzioni aziendali. Le aziende riportano significativi benefici economici dall’uso dell’AI generativa, con diminuzioni dei costi e aumenti dei ricavi in diverse unità di business. Le funzioni più comuni per l’adozione dell’AI includono marketing, sviluppo di prodotti e servizi, e gestione della supply chain. Tuttavia, con l’aumento dell’adozione dell’AI, emergono anche rischi legati all’accuratezza dei dati e alla gestione della proprietà intellettuale, spingendo le aziende a sviluppare pratiche di mitigazione dei rischi.

BYOAI: come stabilire l’uso dell’AI da parte dei dipendenti aziendali

Prima di tutto l’azienda deve procedere con una valutazione approfondita delle esigenze aziendali e dei potenziali rischi associati all’adozione dell’AI. Bisogna identificare chiaramente le aree in cui l’AI sarà implementata e valutare i rischi per la sicurezza dei dati e la privacy. Questo include la mappatura dei dati sensibili che potrebbero essere coinvolti e l’identificazione delle vulnerabilità nei sistemi esistenti. Chiaramente ogni progetto di AI deve rispettare le normative vigenti in materia di protezione dei dati. In particolare, è necessario conformarsi al famigerato GDPR, che impone stringenti requisiti sulla raccolta, l’elaborazione e la conservazione dei dati personali. Per questo occorre puntare su crittografia, accesso controllato e monitoraggio. La gestione dei dati deve essere strutturata e ben documentata. Ecco cosa sarebbe necessario: data minimization (raccogliere e utilizzare solo i dati strettamente necessari per gli scopi specifici dell’AI, riducendo al minimo il rischio di esposizione di dati non necessari), data quality (assicurarsi che i dati utilizzati siano accurati, completi e aggiornati, poiché la qualità dei dati influisce direttamente sull’affidabilità dei risultati generati dall’AI) e data lifecycle management (definire chiaramente il ciclo di vita dei dati, dalla raccolta alla distruzione, garantendo che i dati vengano eliminati in modo sicuro quando non sono più necessari).

Il decalogo per l’uso dell’AI in azienda

Ecco dieci indicazioni pratiche per i dipendenti riguardo l’uso dell’intelligenza artificiale generativa.

  1. Utilizza solo strumenti di IA generativa approvati dall’azienda. Questi tool sono stati valutati per sicurezza, conformità alle normative e integrità dei dati.

  2. Non inserire informazioni sensibili o dati personali nei sistemi di IA generativa. Segui le linee guida dell’azienda per la protezione dei dati.

  3. L’IA generativa può produrre contenuti impressionanti ma non sempre accurati (vedi le cosiddette allucinazioni). Verifica sempre i risultati generati dall’IA prima di utilizzarli per decisioni aziendali o pubblicazioni.

  4. Utilizza l’IA come uno strumento di supporto (co-pilota), non come un sostituto. La collaborazione tra intelligenza umana e artificiale produce i migliori risultati.

  5. Sfrutta l’IA generativa in progetti pilota o attività meno critiche prima di implementarla su larga scala. Questo permette di capire meglio come l’IA può integrarsi nei processi aziendali senza rischi significativi.

  6. Documenta l’uso dell’IA generativa nei tuoi progetti. Specifica quali parti del lavoro sono state generate dall’IA e quali sono frutto del tuo intervento.

  7. Fornisci feedback sui risultati dell’IA. Questo aiuta a migliorare gli algoritmi e ad adattarli meglio alle esigenze aziendali.

  8. Segui le linee guida etiche dell’azienda sull’uso dell’IA. Evita di generare contenuti che possano essere considerati inappropriati, offensivi o ingannevoli.

  9. Non abusare delle capacità dell’IA. Utilizzala per migliorare la produttività e l’innovazione, senza sostituire il giudizio e la creatività umana.

  10. Lavora a stretto contatto con i team di IT e sicurezza informatica per garantire che l’uso dell’IA generativa sia sicuro e ben integrato con le infrastrutture esistenti. La collaborazione interfunzionale facilita l’identificazione e la risoluzione rapida di eventuali problemi.

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Perché non dobbiamo avere paura dell’intelligenza artificiale? La mia intervista per il podcast “Costruire Smart” di Harpaceas

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Nel giugno del 2024 sono stato intervistato da Fabrizio Ferraris di Harpaceas per il podcast “Costruire Smart” sul tema “Perché non dobbiamo avere paura dell’intelligenza artificiale?”. Ecco la registrazione su Spotify:

L’evento di Harpaceas

A margine dell’evento “Harpaceas Community Day 2024“, sono stato intervistato sullo stesso tema:

Questi alcuni scatti dall’evento:

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Perché il metaverso non fa più paura?

 

Negli ultimi anni, diciamo tre o quattro, il metaverso ha suscitato un mix di eccitazione e preoccupazione tra gli utenti di Internet e gli appassionati di tecnologia. Originariamente percepito come una frontiera digitale inesplorata, minacciosa per la sua natura immersiva e onnicomprensiva, oggi il metaverso sta cominciando a essere visto sotto una luce differente: meno inquietante e più accogliente. Ma cosa ha cambiato la percezione del pubblico?

In primo luogo, l’evoluzione della tecnologia e l’abitudine all’uso di ambienti digitali immersivi hanno contribuito a ridurre il timore iniziale. Man mano che tecnologie come la realtà virtuale e quella aumentata si sono integrate nella vita quotidiana attraverso giochi, app educative e piattaforme social – da Pokemon Go a Google Lens – il concetto di un mondo completamente digitale è diventato meno alieno. Le persone hanno iniziato a comprendere le potenzialità del metaverso per l’istruzione, il lavoro e il divertimento, ridimensionando l’idea che possa rappresentare una minaccia alla nostra realtà.

Inoltre, il dialogo aperto e la comunicazione trasparente da parte dei creatori e degli sviluppatori hanno avuto un ruolo chiave nel placare le paure. Dimostrando come la sicurezza e la privacy siano priorità fondamentali e illustrando i benefici di questi nuovi mondi digitali, si è assistito a un cambiamento nella percezione pubblica. Le persone ora vedono il metaverso come uno strumento di connessione globale piuttosto che come un pericoloso sostituto della realtà.

Tutto giusto, ma c’è un’altra cosa che fa la differenza. Abbiamo paura di quel che non conosciamo ma, soprattutto, ne abbiamo di quello che rappresenta un vero cambiamento, una minaccia. Pensaci: evoluzionisticamente parlando, direbbe Telmo Pievani, dobbiamo sopravvivere a tutti i costi. Concretamente, l’intelligenza artificiale fa molta più paura del metaverso per due ragioni: è più concreta e poi tocca, realmente e da molto vicino, tutti noi. Nessuno ha avuto davvero paura di perdere il lavoro dopo aver provato l’Oculus e visto gli avatar in stile Second Life; molti invece si sono preoccupati d’essere rimpiazzati dopo aver verificato che ChatGPT può fare, in parte, il lavoro di giornalisti, commercialisti, data entry, programmatori, ecc. Insomma, il metaverso, al momento, non è stata una di quelle scommesse online che ha fatto centro, l’AI sì.

Ma ha ancora senso parlare di metaverso, allora?

Secondo me, sì. Nel 2023 sono stato coinvolto in un progetto formativo di Warner: l’obiettivo era esplorare il tema del metaverso, o meglio della realtà virtuale, per i loro eventi. E in effetti di eventi con avatar ce ne sono diversi:

Ma anche nel mondo professionale si stanno facendo progressi in tal senso. Nel maggio del 2024 ho partecipato a un evento di Harpaceas, azienda che si occupa della digitalizzazione della filiera delle costruzioni. Nel loro evento si è parlato di AI ma anche di metaverso, in una declinazione molto concreta: il digital twin nei cantieri. Di cosa si tratta? Nel mondo delle costruzioni, per “gemello digitale” si intende la rappresentazione virtuale di un’opera appartenente al mondo reale.
Esso rappresenta uno sviluppo e una aggiunta alle capacità già notevoli della metodologia BIM.

Un altro esempio concreto: i viaggi virtuali

Elencare tutte le possibilità che questa nuova tecnologia offre non è impresa facile. Parlando però delle attività più richieste utilizzando la realtà virtuale, troviamo sicuramente quella dei viaggi. Il turismo virtuale, permette alle persone di visitare molti posti nel mondo stando comodamente seduti sul proprio divano.

Chiaro: viaggiare in prima persona è sicuramente tutta un’altea cosa, altro livello di coinvolgimento, ma il metaverso permette di fare cose altrimenti improbabili, come planare sul Machu Picchu, esplorare le profondità dell’oceano e molto altro ancora. Il livello di accuratezza di questi viaggi virtuali è ormai buono e riescono a riprodurre nei minimi dettagli il luogo visitato. Parola di chi ha viaggiato un bel po’ con l’Oculus, per esempio con l’app Wonder. Guarda qui:

La convention di Confartigianato Imprese a Roma sull’intelligenza artificiale: le mie slide

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Il 14 maggio 2024 sono stato invitato da Confartigianato Imprese a Roma per la convention nazionale. Durante la mia esposizione, ho parlato dell’impatto dell’intelligenza artificiale generativa sui servizi associativi e di come può cambiare il modo di lavorare. Partendo dalla definizione di I.A., e distruggendo alcuni falsi miti, ho elencato alcuni esempi pratici di applicazioni quotidiane, come l’analisi documentale, la creazione di presentazioni e la trascrizione delle riunioni. Infine ho chiuso ricordando l’importante di una nuova competenza: il prompt engineering.

Qui si possono scorrere tutte le slide:

Ecco qui alcune foto dell’evento:

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