Google Bard: 5 cose che devi sapere prima di iniziare a usarlo

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13 luglio 2023, sono da un cliente per un corso introduttivo sull’intelligenza artificiale. Si parla di ChatGPT e della novità del Code Interpreter, di Claude di Anthropic e i suoi 100.000 token di prompt, Elon Musk che vuole bloccare OpenAI ma sta facendo la sua AI… A un certo punto un partecipante chiede: “Ma quando sarà disponibile Google Bard  in Italia?”. Non so cosa rispondere, dico che era previsto entro la metà del 2023 (negli Usa era disponibile da marzo), ma che le regole privacy europee stanno allungando i tempi. Non si può fare una previsione. E invece, proprio in quei momenti, arriva la notizia: “Google Bard arriva in Italia!”

Ho deciso di scrivere subito una guida base, introduttiva, a Google Bard, il chatbot di Google basato sull’intelligenza artificiale (proprio come il celebre ChatGPT). Prima capiamo di cosa stiamo parlando. Partiamo dal nome, che significa “poeta”: è un diretto riferimento (shakespeariano) alla sua capacità di generare contenuti autentici e unici. Detto che è un assistente virtuale, un chatbot, a differenza dei competitor è basato sul modello PaLM 2 di Google. Si può accedere gratis a Bard, se maggiorenni, da bard.google.com: non serve registrarsi, ma se fai “log in” con il tuo account Google, avrai dei benefici che vedremo nel pezzo. L’assistente può parlare fino a 40 lingue diverse, italiano compreso.

1. Accesso al Web

Bard è pre-addestrato come gli altri Large Language Models (LLM), come ChatGPT, ma può anche navigare sul Web per accedere a notizie fresche (come ChatGPT Plus).

Bard non è però in grado di analizzare i siti Web come possono fare Bing Chat o Perplexity o linkare fonti:

Però Bard, essendo un giocattolo di Google, può integrarsi con il motore di ricerca. Quindi dopo ogni output si può far partire la ricerca online ma solo utilizzando le query che propone lui.

In teoria, Bard dovrebbe utilizzare la geolocalizzazione per fornire risposte più utili e pertinenti alla tua posizione. Ma, alla prova dei fatti, fallisce clamorosamente. Nonostante indichi correttamente la mia posizione in Brianza, poi mi dice che il cinema più vicino è a Udine. Mah.

2. Input e output

Come per tutti gli LLM, anche Bard richiede un prompt in input per funzionare (promette a breve di inserire immagini in input, cosa al momento non ancora possibile). Posto che ChatGPT accetta prompt da 4.000 token e Claude 2 da 100.000 token, qual è la “capacità” di Bard? Non è molto chiaro, perché Google non la esplicita. Ma da diverse prove di utenti in Rete, pare che si parli di 4.000 caratteri in input e 50.000 in output. Per quanto riguarda i risultati che si ottengono, a differenza dei competitor, il chatbot di Big G può anche “parlare” grazie alla sua funzione di sintesi vocale, disponibile in oltre 40 lingue. Gli output testuali, inoltre, possono essere condivisi con altri utenti.

3. L’integrazione con gli altri prodotti Google

Abbiamo già detto dell’integrazione tra Bard e Google (che tra l’altro in futuro sarà completa come in You.com), ma quello che risulta davvero interessante è il dialogo tra il chatbot e strumenti d’uso quotidiano come Gmail e Google Drive. Ogni output può essere inoltrato via mail, ma soprattutto può essere caricato sul cloud di Google sotto forma di documento o foglio di calcolo.

In questo esempio ho chiesto di creare una tabella con la filmografia di Tarantino e poi l’ho salvata su Drive sotto forma di foglio di calcolo.

Chiaramente la tabella risultante deve essere personalizzata (nome file, layout, ecc.):

4. Programmazione e formule

Altre funzionalità degne di nota includono la capacità di Bard di tradurre tra lingue ma soprattutto di supportare la programmazione in 20 linguaggi diversi (incluso Python, che può essere esportato e testato direttamente in Google Colab). Puoi chiedere a Bard di aiutarti con linguaggi come C++, Go, Java, JavaScript, TypeScript e persino con le funzioni di Fogli Google. Ho provato a chiedergli di separare nome e cognome in due colonne diverse.

 

5. La privacy

Come detto, il ritardo dell’arrivo in Italia di Bard era dovuto prevalentemente alle regole privacy restrittive. In termini di privacy, quando l’attività di Bard è attiva, Google memorizza nel tuo account per 18 mesi le attività (tra cui l’indirizzo IP o gli indirizzi di casa). Puoi disattivare l’opzione di eliminazione automatica o impostarla su 3 o 36 mesi qui:

Hai anche la possibilità di mettere in pausa il salvataggio delle conversazioni, come riportato nell’help. Anche quando l’attività di Bard è disattivata, le tue conversazioni verranno salvate nel tuo account per un massimo di 72 ore.

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Mi sono fatto un deep fake da solo: come mi sono clonato voce e immagine

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Si parla da molto tempo di digital twin: il “gemello digitale” è una replica digitale di un oggetto, sistema o processo del mondo reale. O, se vogliamo, anche di una persona (in realtà il vero digital twin è praticamente autonomo) anche se in quel caso sarebbe più opportuno parlare di “second brain”.
Ora, con gli strumenti di intelligenza artificiale a disposizione di tutti, è possibile “clonarsi”, creare un avatar con la nostra faccia e la nostra voce, che fa e dice cose che non abbiamo mai fatto né detto. Rovescio della medaglia: i deep fake, vale a dire video o audio manipolati che utilizzano l’IA per creare l’illusione che determinate azioni o discorsi siano stati eseguiti da persone reali. Il termine “deepfake” è una combinazione di “deep learning” (un sottocampo dell’IA) e “fake”, che indica qualcosa di falso o ingannevole. Un esempio? Zelensky che si arrende a Putin.

Per comprende meglio il meccanismo, mi sono creato un deep fake da solo. Ecco come ho fatto, passo per passo.

Eleven Labs: generatore di Voci basato sull’IA

Prima di tutto dovevo clonarmi la voce. Per questo ho usato Eleven Labs: l’azienda newyorkese ha creato un modello generativo che consente di progettare da zero voci artificiali. In altre parole, è possibile generare voci personalizzate che non corrispondono a nessuna voce esistente. Oppure, ed è questo che ci interessa, è possibile dare allo strumento in pasto dei campioni della propria voce per “clonarla”, per generare una voce sintetica con stesse caratteristiche (estensione, timbro, intensità, tono, stile, ecc.). L’ho fatto. Ho preso 15 file audio contenenti la registrazione della mia voce e li ho dato in pasto all’algoritmo.

Una volta clonata la mia voce, sono passato alla sezione “Speech Synthesis” (in pratica “sintesi vocale”) e ho scritto il testo per l’avatar. Un testo breve, da 500 caratteri per un parlato da circa mezzo minuto. A quel punto il “text to speech” ha fatto il suo dovere e ho scaricato il file audio del mio parlato virtuale.

 

A quel punto mi serviva un avatar parlante.

D-ID.com: creazione di Avatar Realistici con AI

D-ID.com è una piattaforma Web che utilizza l’animazione facciale in tempo reale e il text-to-speech avanzato per creare esperienze di intelligenza artificiale conversazionale immersive, simili a quelle reali. Utilizzando D-ID, ho caricato una foto di me stesso (avrei potuto usare anche il mio avatar) e ho poi personalizzato la mia animazione caricando il file audio.

A quel punto non ho fatto altro che aspettare la magia. Dopo qualche minuto ho scaricato il video (un po’ “metallico”, ma interessante) con la mia immagine parlante e con le labbra del ritratto in sincrono con il parlato. Vuoi vedere l’effetto finale?

Il video del mio deep fake

Una volta scaricato il video da D-ID.com ho fatto un minimo di montaggio video, ed ecco il risultato:

Come ti sembra?

La combinazione di Eleven Labs e D-ID.com ha reso possibile la creazione del mio avatar parlante. Questi strumenti di IA non solo hanno ridotto i costi e il tempo necessario per la produzione video, ma hanno anche offerto una flessibilità e un controllo senza precedenti sul risultato finale. Con l’effetto “wow” dei video generati da IA, sono stato in grado di creare l’effetto wow!

 

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Come creare un piano di content marketing con ChatGPT

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L’arte di interrogare le intelligenze artificiali generative è conosciuta come “prompt engineering“. Un input ben fatto fa la differenza tra un output eccellente e una accozzaglia di parole inutili (vale la regola GIGO: “garbage in garbage out“). In questa pagina voglio mostrarti un prompt utilissimo per trasformare ChatGPT nel tuo consulente di marketing, anzi di content marketing. Si tratta di un prompt più elaborato di quelli che si usano di solito, perché obbliga il chatbot a fare tutta una serie di domande su posizionamento, servizio, target, strategia e altro. Tutto con un prompt solo, il seguente.

Il prompt iniziale

Agisci come un esperto di digital e content marketing. Ti chiederò di creare un piano editoriale e i contenuti per la comunicazione digitale della mia attività: contenuti per il blog, profili LinkedIn, Facebook e YouTube, newsletter. Prima di iniziare, voglio che tu comprenda a fondo il mio business e i il mio mercato, i miei clienti. Fammi almeno 20 domande riguardo mercato, target e tutto quello che ti serve per fare contenuti efficaci al meglio delle tue possibilità. Fammi una domanda alla volta e aspetta la mia risposta prima di fare la domanda successiva. Hai compreso il compito?

Ecco le tre caratteristiche di questo prompt:

  1. Si mette il chatbot in ruolo, quello dell’esperto della materia.
  2. Si chiarisce l’obiettivo.
  3. Si chiede di fare una ventina di domande, aspettando di volta in volta la risposta.

Questo prompt rispetta il mio metodo G.O.L.:

La conversazione con ChatGPT

A questo punto ChatGPT si mette nei panni dell’intervistatore. Le sue domande sono pertinenti, la conversazione sostenuta e utile.

Il piano editoriale

Al termine delle domande, e delle mie risposte, il chatbot ha compreso obiettivi e target. Quindi posso chiedergli di creare un piano editoriale diviso per canali.

Contenuti d’esempio

Chiaramente il piano editoriale non mi basta, quindi gli chiedo di farmi degli esempi di contenuti. Lui propone dei titoli.

Ovviamente a questo punto posso chiedergli di creare tutti i contenuti che mi servono.

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Come installare un’AI generativa sul proprio PC [guida a GPT4all]

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ChatGPT è una meraviglia, le altre AI che arriveranno saranno altrettanto utili, ma i professionisti che sto incontrando aspettano altro. Le esigenze sono tre:

  • avere una sorta di Wikipedia personale, istruita sui propri documenti;
  • badare alla privacy dei dati (prevalentemente dei clienti);
  • automatizzare il più possibile compiti noiosi e ripetitivi, per concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto.

Quindi ChatGPT non è la risposta. In questo articolo voglio parlarti di un esperimento che ho fatto: ho installato una AI personale in locale. Parlo di GPT4All, utile per risolvere il problema della privacy.

Che cos’è GPT4All?

GPT4All è un progetto gratuito e open source (scopri qui che differenza c’è), nato dall’ingegno di Nomic AI, un team di sviluppatori statunitense. GPT4All ha l’obiettivo di democratizzare l’accesso all’intelligenza artificiale. Permette di sfruttare modelli linguistici basati su GPT-J e LLaMA, entrambi alla base di soluzioni IA avanzate: LLaMA è un modello linguistico sviluppato da Meta (quindi Facebook), mentre GPT-J si basa su GPT-2 di OpenAI (un po’ datato: 2019). Nonostante questi modelli possano sembrare un gradino sotto il modello ChatGPT di OpenAI basato su GPT-4, offrono un vantaggio unico: la privacy. Con GPT4All, i dati e le query (prompt) vengono gestiti localmente sul tuo PC (bastano dai 4 agli 8 Gb di RAM per funzionare!), evitando server esterni e la condivisione di informazioni con terzi.

Una curiosità, prima di iniziare. Qui puoi esplorare una mappa interattiva dei dati usati per il training: https://atlas.nomic.ai/map/gpt4all-j-prompts-curated

Come installar GPT4All sul PC

Sei interessato all’installazione di GPT4All sul tuo PC?

Prima di tutto, visita il sito ufficiale del progetto, gpt4all.io e fai clic su “Scarica client di chat desktop” e seleziona “Windows Installer -> Windows Installer” per avviare il download. Ci sono anche versioni per macOS e Ubuntu.

Segui le istruzioni della procedura guidata per completare l’installazione. Niente di troppo complicato.

Dopo l’installazione, potrai avviare GPT4All dal collegamento sul tuo desktop. Ricorda, dovrai scaricare alcuni modelli linguistici prima di iniziare a utilizzare l’applicazione. Ti consiglio di scaricare il modello “gpt4all-j-v1.3-groovy”, anche se pesa alcuni Gb: attualmente è il migliore tra quelli disponibili. Puoi anche sperimentare con il modello LLaMA 13b addestrato da Nomic AI (quelli che hanno creato GPT4All), ma puoi sempre farlo in un secondo momento.

Una volta scaricati i modelli linguistici, devi inserire le API di OpenAI e potrai iniziare a chattare con l’IA selezionando il modello desiderato dal menu a tendina. La lunghezza massima di una risposta è 4.096 token, circa 3.000 parole. Se una risposta non ti convince, puoi chiedere all’IA di generarne una nuova cliccando su “Rigenera la risposta”.

GPT4All offre la possibilità di chattare in diverse lingue, ma per ottenere risultati ottimali ti consiglio di usare l’inglese. Nonostante possa sembrare meno potente rispetto a ChatGPT, GPT4All permette di scaricare diversi modelli linguistici, ed è solo questione di tempo prima che vengano rese disponibili versioni più potenti.

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LinkedIn: a che ora e in quali giorni postare?

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LinkedIn è il social professionale per eccellenza. Se usato come “social media”, per la diffusione dei contenuti, ha sempre rispettato gli orari lavorativi: chi pubblicava e chi leggeva difficilmente erano attivi la sera e nei weekend. È ancora così? Come ogni anno SproutSocial diffonde i dati dei suoi studi, ecco che cosa dice su LinkedIn: Best Times to Post on Social Media in 2023.

Gli orari di pubblicazione migliori

Martedì e Mercoledì, tra le 10:00 e le 12:00, sono considerati i momenti migliori per pubblicare su LinkedIn, in particolare l’indagine parla delle Company Page. A metà giornata, la piattaforma è vivace e le possibilità di coinvolgere il tuo pubblico sono al top.

I giorni migliori (e quelli peggiori) per postare

I giorni migliori per pubblicare su LinkedIn sono da Martedì a Giovedì. Al contrario, i fine settimana sono considerati i giorni peggiori per pubblicare: l’interazione cala significativamente poiché gli utenti sono meno attivi sulla piattaforma.

Ma vale ancora la pena pubblicare su LinkedIn?

La risposta è assolutamente sì. Anzi: a maggior ragione ora. Con oltre 900 milioni di membri in 200 paesi e regioni, LinkedIn è fondamentale per un’ampia gamma di scopi. Le aziende stanno (finalmente!) scoprendo nuovi modi per generare lead, trovare partner, parlare della cultura aziendale e attrarre talenti (employer branding). Data l’ampia gamma di opportunità di business offerte da LinkedIn, è logico che la pubblicazione e l’interazione coincidano con le ore lavorative.

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LLaVA: l’intelligenza artificiale che riconosce le immagini e chatta

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ChatGPT è una killer application, ma non è l’unico strumento di intelligenza artificiale da effetto wow. Da Midjourney (immagini da input testuale) a Beautiful.ai (presentazioni automatiche), da Algor (mappe mentali create dall’AI) a Humata (chattare con i propri PDF) sono tanti gli strumenti che ci stanno mostrando le potenzialità, spesso ancora in nuce, dell’intelligenza artificiale alla portata di tutti. Ma sempre a proposito di effetto meraviglia, in questo articolo ti voglio parlare di LLaVA e quindi di computer vision.

Che cos’è LLaVA?

LLaVA è un progetto gratis per uso non commerciale e open source di Microsoft, sviluppato con due importanti università americane. L’acronimo sta per “Large Language and Vision Assistant”: si tratta di un modello multimodale, ovvero, al contrario di ChatGPT, può analizzare input non solo testuali. Nel caso specifico serve per interpretare le immagini. Va detto che anche GPT4 promette una cosa del genere, ma al momento abbiamo visto solo delle demo.
Come è stato istruito LLaVA? Il dataset di quasi 600.000 immagini è stato raccolto nell’aprile 2023, attraverso l’API GPT-4-0314 di OpenAI.

Tutto questo non è una novità. Da anni Facebook usa strumenti di riconoscimento delle immagini per classificarle. Guarda qui: basta andare nel codice della pagina Facebook per capire che applica etichette a tutte le foto caricate. In questo caso ha scambiato il mio avatar in un’altra persona…

Il funzionamento è molto semplice. Basta aprire il sito https://llava-vl.github.io, che non richiede registrazione. Poi è sufficiente caricare l’immagine da far analizzare dove c’è scritto “Drop image here or click to upload” e iniziare a chattare.

I test con LLaVA

Per comprendere le potenzialità dello strumento, ho fatto alcuni test. Ho caricato l’immagine presa durante un mio evento, un corso sui social. Ho chiesto a LLaVA di descriverne il contenuto. Risultato eccellente:

“Nell’immagine, un uomo è in piedi in una stanza piena di persone e a un grande schermo. Sembra che stia tenendo una presentazione o una lezione. Ci sono diverse persone sedute, alcune delle quali con un blocco sulle ginocchia, a indicare che stanno prendendo appunti e sono interessate.”

Ho proseguito sulla stessa strada. Ho caricato un’altra immagine simile: ho chiesto, questa volta in italiano, se riesce a capire qual è l’argomento dell’evento. Ha un indizio importante: il titolo del corso nella slide alle mie spalle. In effetti capisce che si parla di social e digital marketing, grazie all’OCR (riconoscimento ottico dei caratteri).

Con una slide è facile, ma ce la fa anche con gli appunti? Sì.
Va detto che questo la fa già molto bene anche Google Lens.

Nel riconoscere le immagini è bravino ma non ancora fenomenale (non sa leggere le ore di un orologio a lancette, per esempio). Ma ne comprende il senso? Se carico un’immagine divertente, sa perché fa ridere? In questo caso sì, ha capito che c’è qualcosa che non va nella capigliatura del lama.

Gli usi futuri

Quali potrebbero essere gli usi pratici, in futuro? Ne butto lì quattro, tra i tanti.

  • Riconoscimento delle immagini di prodotto per creare schede per gli e-commerce
  • Realizzazione di post e articoli a partire dalla foto di un evento
  • Telemedicina, per le diagnosi. Per esempio, c’è chi ha mostrato a LLaVA la radiografia di una frattura, e LLaVA ha capito quale osso era rotto.
  • Anticontraffazione

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Come i bibliotecari possono utilizzare ChatGPT e l’intelligenza artificiale generativa

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L’intelligenza artificiale (AI) sta cambiando il mondo in modo significativo: lo dico dai primi di dicembre 2022, molti mi guardano con occhi strabuzzati, sono scettici se non incattiviti (perché spaventati), ma è la verità. Basti pensare che secondo Goldman Sachs 300 milioni di posti di lavoro sono a rischio. Sempre più settori stanno adottando questa tecnologia avanzata per migliorare i propri servizi. Anche le biblioteche stanno iniziando a esplorare le potenzialità dell’AI per offrire un’esperienza migliore ai propri utenti. Basta dare un’occhiata a questo articolo di Gizmodo per rendersene conto: “Is ChatGPT Closer to a Human Librarian Than It Is to Google?“. A tal proposito consiglio di seguire questo blog: Chatgptlibrarian.com.

In questo articolo, mostrerò come i bibliotecari possono utilizzare ChatGPT e l’intelligenza artificiale generativa per migliorare l’esperienza degli utenti nelle biblioteche.

Cos’è ChatGPT?

ChatGPT è un modello di intelligenza artificiale generativa sviluppato da OpenAI: il modello è stato addestrato su una vasta quantità di testo e può generare testo coerente e di alta qualità su una vasta gamma di argomenti. Presento ChatGPT in questo video da una dozzina di minuti:

Utilizzo di ChatGPT nelle biblioteche

I bibliotecari possono utilizzare ChatGPT per migliorare l’esperienza degli utenti in vari modi. Per esempio, possono utilizzare ChatGPT per creare chatbot che possono rispondere alle domande degli utenti in modo efficace e preciso. Questi chatbot possono fornire informazioni sulla biblioteca, sui servizi offerti, sugli orari di apertura e chiusura e su altri aspetti. Chatbot e cultura si frequentano da tempo, del resto. Segnalo, a tal proposito, il progetto Culture Chatbot: una piattaforma volta a migliorare le funzionalità di ricerca applicate al patrimonio culturale digitale. Server, in pratica, per fare ricerche, utilizzando un linguaggio naturale, fra le risorse del patrimonio culturale offerte da Europeana o da altre Istituzioni culturali che permettono di accedere ai loro contenuti on-line.

Insomma, l’utilizzo di un chatbot può migliorare l’accessibilità dei servizi di biblioteca, rendendoli disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Alcuni utilizzi concreti in biblioteca

L’utilizzo di ChatGPT può fornire numerosi vantaggi alle biblioteche. Per esempio, ChatGPT può aiutare a ridurre il carico di lavoro dei bibliotecari, permettendogli di concentrarsi su compiti più complessi e di valore aggiunto. Ecco alcuni esempi.

Creare contenuti personalizzati per gli utenti

ChatGPT può essere utilizzato anche per creare contenuti personalizzati sulla base delle preferenze degli utenti. Per esempio, un utente che ha mostrato interesse per la narrativa contemporanea potrebbe ricevere suggerimenti di lettura in questo campo, mentre un altro utente potrebbe ricevere informazioni sulle attività della biblioteca nella sua zona. In questo modo, si crea un rapporto più stretto e personalizzato con gli utenti e si aumenta la fidelizzazione. Ecco un esempio di prompt per ChatGPT:

Agisci come un bibliotecario. Sono un appassionato di fantascienza, ho molto amato Blade Runner e Minority Report. Suggeriscimi 10 libri assolutamente da leggere. Metti i risultati in una tabella con le seguenti colonne: autore, titolo, editore, anno di pubblicazione, 300 caratteri sulla trama.

Ed ecco il risultato (tra parentesi ogni volta diverso):

Autore Titolo Editore Anno di pubblicazione Trama
Philip K. Dick Ubik Vintage 1969 Ubik è una sostanza misteriosa in grado di alterare la realtà, in un mondo dove l’aspettativa di vita è estesa al punto da poter comunicare con i morti. Il protagonista, Joe Chip, si ritrova coinvolto in un mistero che lo porterà a interrogarsi sulla sua stessa esistenza.
Isaac Asimov Fondazione Bompiani 1951 Nel futuro distante, un uomo di nome Hari Seldon predice la caduta dell’impero galattico. Per prevenire il collasso totale, Seldon avvia un progetto per conservare la conoscenza dell’umanità e guidare il futuro della galassia.
Arthur C. Clarke 2001: Odissea nello spazio Nord 1968 Nel 2001, un gruppo di astronauti viene inviato a esplorare un monolite misterioso che si trova sulla Luna. La loro missione li porta ad affrontare situazioni strane e inaspettate, che mettono in dubbio la loro comprensione dell’universo.
Frank Herbert Dune Fanucci 1965 La storia segue la famiglia Atreides mentre assume il controllo del pianeta desertico di Arrakis, il quale è la sola fonte di una sostanza altamente preziosa chiamata “Spezia”. La lotta per il potere sul pianeta si intensifica e coinvolge molte casate nobiliari.
Neal Stephenson Snow Crash Mondadori 1992 In un futuro prossimo, un virus informatico chiamato Snow Crash inizia a diffondersi, controllando le menti degli utenti di un mondo virtuale chiamato Metaverso. Il protagonista Hiro Protagonist si unisce a una hacker per fermare la diffusione del virus e impedire il caos.
William Gibson Neuromante Mondadori 1984 In un futuro distopico, il protagonista, Case, è un hacker che ha perso l’accesso alla realtà virtuale, nota come Matrice. Viene assunto da un misterioso datore di lavoro per portare a termine un’importante missione che coinvolge un’intelligenza artificiale.
Aldous Huxley Il mondo nuovo Mondadori 1932 In un futuro distopico, l’umanità vive in una società controllata dallo Stato, in cui la felicità è raggiunta attraverso l’uso di droghe e il controllo delle nascite. Un uomo di nome John il Selvaggio, cresciuto al di fuori della società, si ribella al sistema.
Ray Bradbury Fahrenheit 451 Mondadori 1953 In un mondo futuro in cui la lettura è bandita, un pompiere di nome Guy Montag inizia a mettere in discussione la sua vita e il sistema oppressivo che lo circonda. Il libro è diventato un classico della letteratura distopica.

Ricerche avanzate sui cataloghi e catalogazione automatica dei libri

Grazie alla sua capacità di elaborare grandi quantità di dati, ChatGPT può essere utilizzato per effettuare ricerche avanzate sui cataloghi delle biblioteche. Per esempio, si potrebbe chiedere a ChatGPT di trovare tutti i libri sulla storia dell’arte del Rinascimento, o tutti i libri pubblicati negli ultimi tre mesi su un determinato argomento.

La catalogazione dei libri è una delle attività più importanti dei bibliotecari, ma anche una delle più lunghe e complesse. Utilizzando ChatGPT, i bibliotecari possono creare modelli di catalogazione automatica che riconoscono i dati dei libri e li inseriscono automaticamente nei cataloghi della biblioteca. In questo modo, si aumenta l’efficienza e si riducono gli errori umani nella catalogazione.

Indicizzazione dei documenti digitali e dialogo con i libri

Anche la gestione dei documenti digitali può essere semplificata grazie a ChatGPT. I bibliotecari possono utilizzare questa tecnologia per indicizzare i documenti digitali, rendendoli facilmente rintracciabili e consultabili dagli utenti. In realtà si può fare anche di più. Grazie a strumenti come ChatPDF, si può “parlare” con i documenti PDF.

Niente male anche BookAI:

Traduzione automatica dei testi

Le biblioteche possono avere un pubblico multilingue, e la traduzione dei testi può essere una sfida importante per i bibliotecari. Utilizzando ChatGPT (parla 95 lingue oltre a diversi dialetti), è possibile creare modelli di traduzione automatica che consentono di tradurre con una buona precisione e velocità. A livello di Deepl, per intenderci.

FAQ

ChatGPT permette di automatizzare le risposte degli utenti ma anche alle domande frequenti, in gergo FAQ. Molte biblioteche ricevono ogni giorno decine, se non centinaia, di domande dagli utenti. Molte di queste sono ripetitive (orari di apertura, info sugli eventi, modalità di restituzione dei libri, ecc.), richiedono risposte standard. Utilizzando ChatGPT, i bibliotecari possono creare una serie di risposte predefinite e personalizzabili, che vengono attivate automaticamente quando l’utente chiede una determinata informazione. In questo modo, si libera tempo prezioso per rispondere a domande più complesse e specifiche.

Presidio dei social media

I social media sono diventati uno strumento importante per promuovere le attività della biblioteca e interagire con gli utenti (da anni tengo corsi su questo tema). Ma so bene, frequentando le biblioteche anche da consulente oltre che da formatore, che i bibliotecari non hanno tempo per ricoprire il ruolo anche di social media manager. Perché non farlo fare all’intelligenza artificiale? Utilizzando ChatGPT, i bibliotecari possono monitorare automaticamente i social media, rispondere alle domande degli utenti e soprattutto creare contenuti.

Faccio un esempio concreto, con guida passo a passo (i passi sono solo 3!). Un bibliotecario potrebbe copiare il contenuto di un volantino o della pagina Web di un evento e chiedere a ChatGPT di creare dei contenuti per promuoverlo sui social.

Step 1: copiare il contenuto dell’evento

Step 2: aprire ChatGPT e copia il contenuto nel prompt, con le seguenti istruzioni:

Agisci come un social media manager. Prendi in considerazione il testo che ti copio sotto, riguarda un evento per una biblioteca. Crea un tweet, un post Facebook e un post Instagram (con emoji e hashtag) per promuovere quell’evento. Usa un tono professionale ma accattivante.

Ecco il testo: [TESTO EVENTO]

Step 3: copia il risultato proposto da ChatGPT e copialo nei vari canali, dopo un’attenta revisione.

Ovviamente lo stesso vale per altri canali di comunicazione digitale, e non, della biblioteca: sito, blog, volantini, presentazioni e così via.

Vantaggi dell’utilizzo di ChatGPT per le biblioteche

Ricapitolando, l’utilizzo di ChatGPT può portare numerosi vantaggi alle biblioteche, tra cui:

  • Riduzione dei tempi di attesa per gli utenti, grazie all’automatizzazione delle risposte alle domande frequenti
  • Miglioramento dell’esperienza degli utenti, che ricevono contenuti personalizzati e consigli di lettura mirati
  • Maggiore efficienza dei bibliotecari, che possono dedicare più tempo ad attività di consulenza e assistenza
  • Incremento della fidelizzazione degli utenti, grazie al rapporto più personalizzato che si instaura con loro
  • Riduzione dei costi, grazie all’automatizzazione di alcune attività

Post scriptum. Anche l’immagine di cover di questo articolo è stata generata con un’intelligenza artificiale, in particolare con lo strumento (gratuito) FireFly di Adobe.

I corsi per AIB e sistemi bibliotecari territoriali

Dall’inizio del 2023 tengo corsi su intelligenza artificiale generativa per AIB (vedi il corso in Friuli) e sistemi locali. Come in questo caso a Treviglio:

Durante il corso affronto i seguenti temi:

Mattino
• Che cos’è l’intelligenza artificiale generativa
• Applicazioni pratiche dell’AI generativa
• Non solo ChatGPT
• Punti oscuri e opportunità
Pomeriggio
• L’uso dell’AI generativa in biblioteca: esempi pratici
• Workshop sul prompt engineering

Ecco alcuni esempi di esercitazioni di gruppo che faccio svolgere nel pomeriggio:

1. Chiedere a ChatGPT di fare 5 domande sui propri gusti letterari al fine di proporre un percorso di lettura per l’estate (farsi fare una domanda alla volta).
2. Generare una tabella con un itinerario turistico di tre giorni in [LUOGO].
3. Usare la gamification per aumentare la partecipazione degli utenti in biblioteca.
4. Promuovere il prossimo evento della biblioteca con un calendario editoriale per i vostri canali social. Chiedere di generare un post di esempio, multilingua.

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Come costruire le buyer persona con ChatGPT

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La buyer persona è una rappresentazione semi-fittizia del cliente ideale, basata su ricerche di mercato e dati demografici. Questo profilo dettagliato aiuta a capire meglio le esigenze, i desideri e i comportamenti del cliente ideale, in modo da poter adattare le strategie di marketing e comunicazione, per esempio per migliorare i contenuti o l’efficacia delle campagne pubblicitarie.

Per creare un buyer persona, si possono seguire questi passaggi tradizionali.

Raccogliere dati demografici

Cerca informazioni sulle caratteristiche demografiche del target di mercato, come età, genere, istruzione, reddito, lavoro, luogo di residenza, ecc. Questi dati possono essere raccolti tramite sondaggi, analisi di dati o ricerche di mercato.

Definisci gli obiettivi e i bisogni

Identifica quali sono gli obiettivi e i bisogni dei tuoi clienti ideali. Per esempio, se vendi prodotti per la cura della pelle, i bisogni potrebbero essere una pelle pulita e idratata, mentre gli obiettivi potrebbero essere una pelle giovane e radiosa.

Comportamenti d’acquisto

Analizza i comportamenti d’acquisto dei tuoi clienti ideali. Quali sono i loro motivi per l’acquisto, dove fanno acquisti, come valutano i prodotti, ecc.

Emozioni e valori

Cerca di capire le emozioni e i valori dei tuoi clienti ideali. Quali sono le cose che li rendono felici, cosa li spinge a prendere decisioni d’acquisto, quali sono le loro preoccupazioni principali.

Utilizzando queste informazioni, crea una rappresentazione dettagliata del tuo cliente ideale. Dà un nome, un’età, un lavoro e una descrizione completa del loro stile di vita. Questo ti aiuterà a immaginare il tuo cliente ideale quando crei contenuti, campagne pubblicitarie e strategie di marketing.

Come creare la buyer persona con ChatGPT

Questi, come detto, sono i passaggi “tradizionali”. In questo video ti mostro un metodo alternativo. Partire dalla descrizione di un prodotto, per esempio un materasso, per chiedere a ChatGPT di generare, automaticamente, la buyer persona. Buona visione.

Scrivimi se vuoi organizzare un corso sull’AI generativa e ChatGPT.

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Come usano ChatGPT gli studenti?

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Fine novembre 2022: OpenAI lancia ChatGPT, il chatbot liberamente accessibile più potente mai visto. Nei giorni successivi inizio a vedere su TikTok, oltre a tantissimi professionisti spaventati o esaltati perché ChatGPT può cambiare il modo di lavorare, alcuni messaggi direttamente dalle aule scolastiche.

Da una parte ci sono gli insegnanti, che pian piano hanno attraversato tutte le fasi del lutto (dalla negazione all’accettazione, passando per rabbia e depressione), e dall’altra gli studenti, che ben presto hanno scoperto un incredibile alleato (che passa esami, prende MBA, ecc.). In questo articolo esploro il modo in cui i ragazzi usano il chatbot, dopo averne scritto uno sul perché gli insegnanti non devono averne paura nonostante il terremoto.

ChatGPT a scuola

Paolo Ferri, professore di Tecnologie per la didattica all’Università Bicocca di Milano, ha dichiarato al Corriere della Sera: “ChatPGT potrebbe render obsoleti, in pochi mesi, compiti come la compilazione di testi o la soluzione di problemi”. Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, ha dichiarato all’AGI: “Siamo d’accordo sul fatto che l’uso dei sistemi di IA possa essere applicato in tutti aspetti dell’attività scolastica ovvero l’insegnamento, l’apprendimento e la valutazione, ma soprattutto i risultati, degli studenti. Ma si tratta di uno strumento che, in quanto tale, va governato: ciò vuol dire che occorre essere consapevoli delle opportunità così come dei rischi connessi al loro uso. La sfida è affascinante e la scuola del presente e del futuro non può non tenerne conto”.

La posizione di Giannelli è aperta, ma la situazione pare non essere così serena. Sono molte le scuole, in Italia e all’estero, che stanno – provando a – proibire l’uso dell’intelligenza artificiale nella scuola e fuori.

Ma come usano concretamente il chatbot gli studenti? Ecco alcuni esempi.

Temi e saggi con ChatGPT

La prima cosa sa sapere è che ChatGPT è un LLM, Large Language Model: un modello di intelligenza artificiale che utilizza algoritmi di deep learning per elaborare e comprendere il linguaggio. Addestrato su enormi quantità di dati, è in grado di “capire” e generare testo. Quindi il primo e più immediato uso di ChatGPT è sfruttarlo come autore.

Faccio un primo esempio concreto: un ragazzo può chiedere al chatbot di creare un tema sulle cause della sconfitta di Napoleone a Waterloo. E fin qui basterebbe Google. In aggiunta può ordinare che lo stile sia quello di uno studente del liceo scientifico di 17 anni (o di 13 anni se il ragazzo è alle Medie). Potrebbe anche indicare il Q.I. dello studente. E ancora, potrebbe istruire l’algoritmo per inserire un paio di errori (logici o refusi), per rendere il compito credibile. Il risultato è strabiliante, qui ha inserito due errori plausibili su strategie e armamenti.

ChatGPT può scrivere testi anche usando stili particolari. Tutto dipende dal prompt (istruzioni per il chatbot), c’è da sbizzarrirsi. Un esempio folle: “Scrivi un breve articolo (300 parole) sulla formula di Einstein E=MC2 nello stile di Pirandello”.

ChatGPT, insomma, può creare qualsiasi testo, anche scrivere canzoni e poesie. Sulle barzellette è patetico.

Riassunti e parafrasi con ChatGPT

Molti studenti hanno scoperto ben presto che, invece di vedere un’ora di video su Youtube, possono prendere la trascrizione del parlato e farla riassumere da ChatGPT. Addirittura tutto questo può avvenire in automatico grazie all’estensione Chrome YouTube Summary with ChatGPT.

ChatGPT è bravissimo anche con le parafrasi.

Se non basta, possiamo fargliela rifare verso per verso (e tiene in memoria informazioni e istruzioni precedenti).

Ma si spinge anche ad analisi molto più evolute. Per esempio, si può chiedere di analizzare la serie TV “Breaking Bad” dal punto di vista dello schema di Propp (o individuando gli archetipi di Jung).

Le traduzioni con ChatGPT

ChatGPT è un traduttore provetto: parla 95 lingue, e qualche dialetto (non scherzo). Certamente migliore di Google Traduttore, se la gioca anche con Deepl.

ChatGPT è così bravo con le traduzioni per cinque motivi.

  • La traduzione non avviene parola per parola: ChatGPT valuta il contesto.
  • Enorme quantità di dati: ChatGPT è stato addestrato su un vasto insieme di dati, che comprende contenuti provenienti da diversi domini e lingue.
  • Deep learning: ChatGPT utilizza reti neurali per apprendere pattern, relazioni e struttura delle lingue. Questo gli consente di padroneggiare la grammatica, il lessico e lo stile delle varie lingue.
  • Apprendimento trasferibile: ChatGPT è in grado di trasferire conoscenze apprese in un dominio o in una lingua a un altro dominio o lingua.
  • Continuo aggiornamento: ChatGPT viene costantemente aggiornato e migliorato con nuovi dati e raffinamento degli algoritmi.

Ovviamente ChatGPT viene usato anche per le versioni di greco e latino. Anche se i ragazzi usavano già Splash Latino

Fare ricerche con ChatGPT

Molti ragazzi (e non solo loro) stanno scambiando ChatGPT per Google. Questo è un problema, per alcuni motivi:

  • ChatGPT non naviga, a meno che non lo si usi su Bing
  • ChatGPT non cita le fonti
  • ChatGPT è stato addestrato su dati vecchi (2021)
  • ChatGPT, quando non ha in pancia delle informazioni, se le inventa

Ciononostante, molti ragazzi stanno usando ChatGPT per fare le ricerche. A dire il vero in alcuni casi si rivela piuttosto bravo, certamente comodo e veloce. Si può chiedere di trovare delle informazioni, per esempio sulla produzione agricola tipica delle regioni italiane e di impaginare il risultato in una tabella pronta all’uso. In questo caso i numeri, e non solo quelli, andrebbero controllati.

Prima dicevo che ChatGPT ha delle allucinazioni (non scherzo, gli esperti le chiamano così). Lo dimostro. Chiedo di elencare 10 libri usciti su Leopardi, in Italia, dal 2020 in poi. ChatGPT, da bravo ricercatore, mi crea velocemente un elenco da mettere, per esempio, in una bibliografia.

Ma c’è un enorme problema. Prendiamo per esempio uno dei testi citati, dal titolo particolarmente accattivante: “Leopardi e il mare” di Anna Laura Trombetti pubblicato nel 2021. Voglio leggerle la scheda, cerco il libro su Google:

Il libro non esiste! Ma come se l’è inventato? Indago. ChatGPT aveva in pancia alcune informazioni e le ha messe insieme creando un Frankenstein. Per esempio, esiste una pubblicazione intitolata “Leopardi e il mare”, peccato però che sia del 2011 e l’autrice sia Elena Landoni.

E Anna Laura Trombetti? Esiste, insegna storia medievale a Bologna ma non ha mai scritto alcun libro su Leopardi!

Risolvere problemi di matematica e fisica

Alcuni studenti stanno usando ChatGPT anche per fare i compiti di matematica e fisica. Copiano la domanda con le possibili soluzioni:

Quindi la incollano in ChatGPT, che pensa in autonomia a dare la risposta. Motivandola!

Sebbene ChatGPT 4, annunciato nel marzo del 2023, prometta di essere più accurato nel fare calcoli, per ora il chatbot ha grossi limiti. In questo articolo di Wired, per esempio, si evidenzia che “i problemi di algebra più elementari mettono in crisi il sistema, che risponde con la sua solita sicurezza sbagliando però clamorosamente i risultati. Anche noi abbiamo posto un semplice problema di logica a ChatGPT, che ha subito mostrato le sue lacune. Tuttavia, una volta spiegato l’errore all’intelligenza artificiale si è parzialmente ravveduta, anche se il risultato era nuovamente sbagliato”.

Qui si trova un’interessante conversazione su Twitter sul perché ChatGPT sia un pessimo studente di matematica.

Generare idee

In quanto intelligenza artificiale generativa, ChatGPT è particolarmente bravo a creare dal nulla anche idee. Per esempio, ho provato a fargli ideare dei giochi ma anche una nuova lingua:

Tornando all’uso dei ragazzi e nella scuola, ogni tanto i docenti danno, per esempio per le vacanze, dei compiti creativi. Per esempio: “Crea nuovi oggetti utili usando materiale di scarto” (come si legge qui). Ecco che cosa propone l’oracoloGPT.

Gli studenti sono consci dei pericoli?

Sebbene la maggior parte degli strumenti online di identificazione dei testi generati da AI lascino a desiderare (uno dei quali è stato reso pubblico proprio da OpenAI), prima o poi si troverà il modo di rilevarne l’origine. Nel frattempo, i ragazzi che usano ChatGPT per fare i compiti si stanno ponendo il problema:

Ma quali sono i pericoli che corrono, oltre alla scarsa preparazione? Eccone alcuni:

  • Gli studenti potrebbero diventare dipendenti da ChatGPT per rispondere alle loro domande e non sviluppare le proprie capacità di problem solving e pensiero critico.
  • Fake news. Come visto, ChatGPT può essere vittima di allucinazioni.
  • Contenuti inaccurati. ChatGPT potrebbe non sempre fornire risposte accurate o appropriate alle domande degli studenti.
  • Si è dimostrato che ChatGPT perpetua dei pregiudizi.
  • In caso di uso fraudolento durante gli esami.
  • I dati immessi dagli studenti vengono utilizzati per alimentare l’algoritmo.

Il corso su ChatGPT

Scrivimi per informazioni sul corso su ChatGPT per insegnanti.

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Creare prompt perfetti per ChatGPT: il metodo G.O.L.

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Con l’esplosione di ChatGPT, milioni di persone hanno potuto provare l’ebbrezza (per alcuni il disagio) di dialogare con un’intelligenza artificiale, fino alla fine del 2022 vista come un interlocutore mediocre, per colpa di Alexa, Siri e compagnia chattante (per qualcuno sono stupidi come sassi).

Ben presto, però, ci si è resi conto che, per quanto ChatGPT simuli conversazioni umane in modo sbalorditivo (e capisca tutto al punto che qualcuno lo consideri intelligente e senziente), vada interrogato nel modo giusto.  A tal punto che si è subito parlato di una nuova competenza da sviluppare, e in prospettiva di un nuovo mestiere: il prompt engineer (o prompt manager o anche prompt designer).

Nel mondo dell’informatica si parla spesso di G.I.G.O.: garbage in garbage out. Se i dati in ingresso sono mediocri, come possiamo pretendere di ottenere buoni risultati? Lo stesso vale per le richieste fatte all’oracoloGPT…

Il metodo G.O.L. per creare i prompt per ChatGPT

Per creare un buon prompt occorre avere in mente uno schema. Ma non l’ho trovato in Rete e allora l’ho creato io. Giusto per avere una traccia, un metodo. L’ho chiamato G.O.L.: quindi non è una sigla, ma un vero acronimo (la differenza è che le lettere compongono una parola di senso compiuto e si legge come una parola, cosa che non succede con “ATM”).

Ecco il significato dell’acronimo G.O.L.:

Vediamo i termini uno a uno.

La G di G.O.L.: *G*uidare ChatGPT

Per fare in modo che ChatGPT risponda in modo soddisfacente, occorre guidarlo. Qualcuno dice di metterlo “in ruolo”, bisogna dirgli chi deve essere (come un attore). Te lo dimostro. Il 14 marzo 2023, Join Greg Brockman, cofondatore OpenAI, presenta in diretta streaming il nuovo ChatGPT 4. Mostra molti esempi. In tutti i prompt che si vedono, impone esplicitamente (Y a ChatGPT di impersonare qualcuno. Guarda qui:

Analizzando molti prompt che si trovano sul sito Prompts.chat, si nota che la prima istruzione è “Act as an…”, in pratica “agisci come…”, “mettiti nei panni di…”, “assumi il ruolo di…”.

Far creare un post a ChatGPT è un conto, chiedergli di farlo come se fosse un social media manager esperto è tutta un’altra cosa. Anche cambiando i ruoli, a parità di richiesta, i risultati sono diversi. Ecco un primo post Instagram sul cioccolato dal punto di vista di un produttore:

Guarda come cambiano le cose se gli dico che deve agire come un appassionato:

Si può mettere in ruolo ChatGPT anche in modo creativo, per esempio chiedendogli di fare un gioco:

Non ci sono limiti: possiamo chiedere a ChatGPT anche di interpretare contemporaneamente due ruoli. Per esempio con questo prompt:

Incarna due personaggi: Maradona e Pelé. Simula un dialogo tra loro per decidere chi era più forte.

Chi l’ha detto che debba interpretare per forza una persona. Può ragionare come un software:

Nel dicembre 2022 qualcuno era riuscito a fare diventare ChatGPT cattivo (grazie al trucco DAN).

La O di G.O.L.: dare a ChatGPT gli *o*biettivi

La seconda lettera di G.O.L. è relativa all’obiettivo. Devi far capire chiaramente a ChatGPT che cosa vuoi, cosa deve fare. Come se fosse un bambino.

Posso persino usare i cosiddetti “sentiment” per variare il contenuto emotivo dell’output e definire meglio l’obiettivo. Guarda questo prompt:

Scrivi un messaggio al collega Luca per annunciare che non potrai presenziare alla riunione di domani. Scrivi due varianti, jna con sentiment dispiaciuto e una con sentiment propositivo.

Poniamo io voglia che ChatGPT si trasformi nel mio correttore di bozze personale. Chiedere a ChatGPT di controllare genericamente un brano non ha senso, non saprebbe cosa fare e restituirebbe un risultato inutile o vago. Devo invece dirgli esattamente come muoversi. Un esempio di prompt potrebbe essere questo:

Agisci come un correttore di bozze. Analizza il brano che ti incollo sotto dal punto di vista di refusi, errori grammaticali, errori sintattici, incoerenze, concordanza tra soggetti e verbi. Poi riscrivi il brano sulla base dei tuoi suggerimenti e infine elenca le correzioni fatte.
Ecco il testo: [INCOLLARE TESTO]

Ha fatto notizia, nel marzo 2023, la storia del designer che ha chiesto a Gpt-4 come investire 100 dollari per farli diventare 25mila. Al di là dell’aspetto economico e della miracolosa storia da self made man, sono andato ad analizzare il prompt che ha usato. Come puoi vedere, dopo aver messo in ruolo ChatGPT, gli ha esplicitamente chiedo di raggiungere un “goal”, far.

La G di G.O.L.: definire i *l*imiti e i *l*ayout

Dopo aver definito l’obiettivo, occorre istruire ulteriormente ChatGPT, dandogli eventuali dettagli ma soprattutto ponendo dei limiti. È esuberante, ogni tanto esagera (per non dire che parte per la tangente): mettere dei paletti è indispensabile.

I limiti possono essere di diverso tipo: limitare la produzione di testo indicando il numero di caratteri, oppure indicare esattamente dei parametri per escluderne altri.

Per esempio, se voglio che ChatGPT simuli un colloquio di lavoro, va istruito bene da due punti di vista: prima sui contenuti, poi sulle modalità. Per esempio devi dirgli di farti le domande e aspettare le risposte, altrimenti non riesci a interloquire. Ecco un esempio di prompt utile per chi cerca lavoro e vuole farti aiutare dall’intelligenza artificiale:

Sei un recruiter esperto. Stai cercando un social media manager per un’azienda che si occupa di produrre e vendere prodotti di bellezza eco-sostenibili. Simuliamo il colloquio. Non farmi le domande tutte in una volta, ma per volta. Per ogni domanda, aspetta la mia risposta, non dare tu le risposte. Valuta le mie risposte e continua di conseguenza. Parti con il saluto “Benvenuto al colloquio”.

Se non facessi così, se non gli dicessi di evitare di elencare tutte le domande in una volta, non riusciremmo a dialogare.

Christian Brown, autore di “CHATGPT PROMPTS MASTERING – A Complete Guide to Mastering Effective Prompts“, suggerisce 8 regole per obbligare ChatGPT di tenere il focus:

  1. Inizia con un obiettivo o un scopo chiaro per la conversazione. Avere un obiettivo specifico in mente aiuterà a mantenere la conversazione focalizzata e sulla giusta strada.
  2. Utilizza domande specifiche e mirate invece di domande aperte. Ciò aiuterà a guidare la conversazione in una direzione specifica e a evitare divagazioni o deviazioni dal tema principale.
  3. Evita di includere troppe informazioni in una singola istruzione. Mantieni le tue istruzioni concise e mirate, e cerca di evitare dettagli o istruzioni superflue.
  4. Utilizza un linguaggio chiaro e conciso che sia facile per ChatGPT da comprendere. Evita di utilizzare gergo o linguaggio ambiguo.
  5. Utilizza frasi di transizione per passare in modo fluido da un argomento all’altro. Ciò può aiutare a mantenere la coerenza e far scorrere la conversazione senza intoppi.
  6. Sii consapevole delle capacità e delle limitazioni di ChatGPT. Evita di chiedergli di fare cose al di fuori delle sue capacità e sii pronto a modificare le tue istruzioni se necessario.
  7. Testa e risolvi i problemi delle tue istruzioni per assicurarti che siano chiare ed efficaci. Reimposta la conversazione, inizia dall’inizio per identificare e risolvere eventuali problemi.
  8. Utilizza il “trucco dell’agire come” per aiutare ChatGPT a capire il suo ruolo nella conversazione. Specificando che dovrebbe “agire come” un personaggio o un’entità specifica, puoi fornirgli una direzione e una guida chiara.

La L del metodo GOL può indicare anche il layout, la forma dell’output che si desidera. Sebbene la maggior parte degli utenti si limiti a ricevere in cambio dei prompt solo testo, ChatGPT offre molto di più. Ecco diversi i tipi di formati che ChatGPT è in grado di gestire, con relativi esempi.

  1. Grafici e diagrammi. Un grafico a torta che mostra la percentuale di mercato di diversi sistemi operativi per smartphone.
  2. Checklist. Preparazione per un viaggio.
  3. Scheda valutativa. Confronto tra due modelli di smartphone.
  4. JSON.
    {
    “libro”: {
    “titolo”: “Il nome della rosa”,
    “autore”: “Umberto Eco”,
    “anno”: 1980,
    “genere”: “romanzo storico”
    }
    }
  5. Tabella.

    Marca Modello Anno Prezzo
    Apple iPhone 14 2023 €1100
    Samsung Galaxy S25 2023 €900
    Google Pixel 7 2023 €800
  6. Codice di programmazione.
    def somma(a, b):
    return a + brisultato = somma(3, 5)
    print(“La somma di 3 e 5 è:”, risultato)
  7. CSV.
    nome, cognome, età, professione
    Mario, Rossi, 35, ingegnere
    Luca, Bianchi, 42, medico
    Anna, Verdi, 28, avvocato
  8. XML/YAML
    <persone>
    <persona>
    <nome>Mario</nome>
    <cognome>Rossi</cognome>
    <età>35</età>
    <professione>ingegnere</professione>
    </persona></persone>
  9. SVG
    <svg xmlns=“http://www.w3.org/2000/svg” width=“100” height=“100”><circle cx=“50” cy=“50” r=“40” stroke=“black” stroke-width=“3” fill=“red” /></svg>

Un esempio di buon prompt per ChatGPT

Infine faccio un esempio di prompt con guida, obiettivi e limiti (in questo caso riguardanti la tipologia di film che mi interessava e il numero massimo di caratteri del testo di descriz). I limiti possono riguardare ambiti, settori, eccetera.

In conclusione, per quanto ChatGPT sia uno strumento sbalorditivo, i migliori risultati si ottengono quando lo si interroga nel modo giusto. E per fortuna: per qualche tempo il ruolo dell’uomo sarà ancora importante. Solo che cambia: non più creazione di contenuti, ma curatore di contenuti.

Ricapitolando, bisogna interrogare ChatGPT con un linguaggio semplice, essenziale ma preciso. Rispettando il metodo G.O.L.!

Il metodo G.O.L. su Sesviland

Il mensile Sesviland ha pubblicato un mio testo su questo metodo, eccolo:

 

Gli altri metodi di prompt engineering

Durante il corso sul prompt engineering racconto altri metodi utili per creare set di istruzioni efficaci. Per esempio il metodo G.O.L.D., evoluzione del metodo G.O.L. illustrato in questa pagina, e soprattutto il metodo SO.C.RA.T.E.

Il libro sul prompt engineering

Nel febbraio 2024 ho dato alle stampe il libro “ChatGPT, come stai?” sui prompt engieneering!

Il corso sull’intelligenza artificiale generativa

Scrivimi per informazioni sul corso