Cos’è e cosa sarà ChatGPT: la mia intervista a BetterNow Agency

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Il 24 febbraio 2023 sono stato intervistato da Giulia Terraneo di BetterNow Agency, dopo che ha seguito il mio corso online su ChatGPT per la Fastweb Digital Academy. Ecco la trascrizione dell’intervista.

Gianluigi Bonanomi è un formatore e consulente sulla comunicazione digitale. Dopo la laurea con tesi sulle relazioni on-line nel 2001, ha lavorato per una dozzina d’anni nel settore dell’editoria informatica come giornalista professionista (soprattutto per Computer Idea). Ha scritto alcuni saggi e manuali su Internet e social media per diversi editori, tre dei quali sull’uso consapevole della tecnologia in famiglia e nelle scuole (Navigazione familiare, Prontuario per genitori di nativi digitali e Sharenting). Attualmente si occupa di formazione aziendale – in particolare su social media, brand journalism, content marketing, Web writing – e per genitori e insegnanti, anche in collaborazione con l’Università Bicocca di Milano nell’ambito del progetto “Benessere digitale”.

Il suo video presentazione di ChatGPT conta oltre 50mila visualizzazioni:

Abbiamo chiesto a Gianluigi cosa ne pensasse delle critiche e quali secondo lui fossero i punti di forza e debolezza di ChatGPT, aggiungendo curiosità e consigli per utilizzare al meglio questo strumento in ambito comunicativo e B2B. Ecco cosa ci ha detto:

Ciao Gianluigi, quali sono i pro e i contro di ChatGPT? Sono fondate tutte queste preoccupazioni?

<< Ciao! Oggi si parla moltissimo dei pro e contro di questo strumento, alcune preoccupazioni sono decisamente eccessive, ma alcune direi che sono motivate. I professionisti che si devono preoccupare sono tanti: chi fa customer care ad esempio, ChatGPT è infatti in grado di intrattenere conversazioni soddisfacenti con i clienti come fanno già i chatbot in moltissimi e-commerce e un umano potrebbe eventualmente subentrare solo in caso di domande particolarmente elaborate. Anche la categoria degli insegnanti è piuttosto preoccupata per l’utilizzo di ChatGPT da parte degli studenti: i compiti a casa diventeranno ormai obsoleti grazie alla sua abilità di creare testi, analisi, temi e risolvere problemi anche simulando il tono di un ragazzo che va a scuola, sono già tantissimi infatti gli alunni che utilizzano questo strumento e pubblicizzano ChatGPT sui social. Anche i commercialisti, che trattano di numeri o contratti, potrebbero essere rimpiazzati in quanto tutto questo tipo di lavoro può essere ottimizzato e ChatGPT va davvero forte con dati, numeri e scalette, invece i consulenti finanziari si salveranno solo se diventeranno consulenti a tutto tondo del cliente.

Il messaggio è quindi che sì, cadranno quei lavori automatizzati, rutinari e di mero calcolo, l’eccellenza però continuerà sicuramente ad esistere. Ci si potrà concentrare su altre parti del lavoro più creative, per esempio gli insegnanti potrebbero sfruttare le conoscenze di ChatGPT per la revisione dei testi, per generare nuove idee o per simulare con i prompt delle conversazioni con personaggi storici per creare lezioni più stimolanti. Un’altra idea è quella di creare le verifiche in base all’età degli alunni, oppure tradurre testi per gli studenti che non parlano italiano, approfondisco la questione in questo articolo sul mio blog.

ChatGPT è utile anche per i giovani che cercano lavoro, per simulare colloqui e sistemare il cv o creare una lettera di presentazione conforme all’offerta di lavoro.

In sostanza i mediocri saranno sostituiti dall’intelligenza artificiale, mentre chi è creativo e impara a sfruttare l’AI riuscirà a sopravvivere nel mercato del lavoro. Non è l’AI che ti frega il lavoro, ma chi sa usarla, se tu professionista impari ad usare questi strumenti allora potranno essere davvero un valido aiuto. Sicuramente si andranno a creare nuovi lavori, come ad esempio quello del Prompt Engineer, colui che creerà i prompt (istruzioni) professionalmente per l’AI e sarà dotato di un’educazione informatica, ma anche grafica e umanistica in quanto dovrà essere in grado di formare query specifiche; già oggi esiste Prompt Base, un portale dove le persone vendono i prompt a 2 o 3 dollari, ma anche a molto di più! Se usato bene, ChatGPT può essere un assistente straordinario per qualsiasi professionista, un digital twin che ci aiuterà a svolgere i compiti più meccanici.

Nonostante le potenzialità pazzesche ha ancora però parecchi limiti come quello di essere aggiornato solo fino al 2021, il commettere alcuni errori tra date e informazioni o la non possibilità di poter elaborare un numero enorme di testi, ma d’altronde esiste solo da 2 mesi, questo è solo l’inizio. Bing lo ha già introdotto al suo interno rendendolo a tutti gli effetti un motore di ricerca, così come Alexa ha inserito l’integrazione vocale per ChatGPT e Teams la possibilità di creare minute della riunione di lavoro. Resta da capire come si muoverà Google che ha già pronto da tempo Bard, strumento molto simile che verrà lanciato presto. Anche Google ha capito che stiamo vivendo un cambiamento epocale dal punto di vista della ricerca e della SEO, i sistemi lavorano con domande sempre più complesse, d’altronde la concorrenza porta sempre miglioramenti per l’utente >>.

Perché è importante non perdere d’occhio questo nuovo strumento? Cosa ne pensi delle critiche?

<< Sulle critiche non sono d’accordo, non condivido l’opinione di chi è assolutamente per il no. Chi risponde così lo fa perché non ha capito lo strumento o ne ha paura, ma è un atteggiamento pericoloso. Ci sono però tante persone che vogliono imparare, la gente è curiosa, essere negativi non va bene. Un punto importante da capire e trasmettere è che l’intelligenza artificiale non è intelligente, rimane sempre un computer che fa un collage di informazioni. Non ha logica e non pensa da sé, risponde solo ai nostri comandi e molte volte sbaglia, d’altronde è solo una macchina.

L’AI non è assolutamente senziente, ne parlo più approfonditamente in un video caricato sul mio canale Youtube:

Giornalisti, blogger e Social Media Manager hanno paura e screditano questo strumento limitandosi all’invettiva, gridando allo scandalo e cercando di buttarlo giù quando dovrebbero essere i primi a governarlo: ChatGPT potrebbe ottimizzarti l’articolo per la SEO, aiutarti nelle vendite e darti idee geniali. Siamo in un’era di cambiamento e non si può più tornare indietro, continuando ad ignorare questi nuovi strumenti si rischia lo svantaggio competitivo, quindi o ti metti a nuotare o vieni travolto. Sono convinto che l’atteggiamento giusto sia studiare e cercare di capire come usare e governare al meglio questi strumenti >>.

Qual è cosa più incredibile che hai fatto con ChatGPT?

<< La cosa più incredibile che io abbia mai fatto con ChatGPT è stata sicuramente parlare con Nietszche. Gli ho chiesto di far finta di essere il celebre filosofo e di rispondere, proprio come farebbe lui, ad alcune domande esistenziali. È stata un’esperienza straordinaria, può diventare uno spunto interessante anche per le scuole e per il ripasso degli studenti, non capita tutti i giorni di poter parlare con un filosofo antico che risulterebbe sicuramente più difficoltoso studiare da un libro inanimato >>.

Dopo questo suggerimento abbiamo provato anche noi a parlare con Dante Alighieri e il risultato ci ha molto divertito:

ChatGPT risponde facendo finta di essere Dante Alighieri
ChatGPT risponde facendo finta di essere Dante Alighieri

Ci spieghi come utilizzare al meglio ChatGPT nel lavoro di tutti i giorni e in ambito comunicativo?

<< Per quanto riguarda questa domanda, ho già creato un intero articolo per il mio blog su ChatGPT e le vendite B2B.

https://www.gianluigibonanomi.com/chatgpt-vendite-b2b/

ChatGPT può convertirsi in un vero e proprio assistente artificiale in grado di aiutarti nella comunicazione, nell’automazione dei processi e nella raccolta di informazioni sul cliente. Può aiutarti a studiare l’azienda del tuo interlocutore partendo dall’analisi degli annual report per trovare punti salienti o eventuali punti deboli, riesce a creare Swot Analysis dei buyer o di un CV, scrive copy efficaci sia per i post sui social media che recensioni o risposte per il costumer care. È bravo anche nella Sentiment Analysis basata sulle opinioni dei clienti e nel trovare keyword adatte al tuo business, scrive anche mail con tono, contenuto e call to action finali. Può aiutarti anche con traduzioni per clienti all’estero o raccogliere informazioni di mercato su clienti e competitor creando un piano strategico e mettendo tutto in una tabella ordinata su Excel. Attenzione però a non inserire dati sensibili dato che ChatGPT trattiene tutto nel suo database.

Queste sono solo alcune delle sue capacità strabilianti: è facile, veloce e intuitivo, ciò che conta è capire e imparare a formulare query specifiche e corrette. Anche le Agenzie di Comunicazione dovrebbero iniziare a far loro le competenze di ChatGPT per eventuali business e richieste dei propri clienti >>.

Noi gli abbiamo chiesto di creare un copy per un eventuale post Instagram di questo articolo ed ecco il risultato. Possiede parole chiave, CTA, hashtag e tone of voice corretto per i social, a noi sembra molto valido:

ChatGPT crea un copy per Instagram
ChatGPT crea un copy per Instagram

Grazie mille Gianluigi, è stato un piacere parlare con te, quando terrai nuovamente corsi su ChatGPT o Metaverso e AI online e dal vivo?

<< Grazie a voi, io terrò nuovamente il corso su ChatGPT con Digital Fastweb Academy il 20 marzo 2023 alle 15.00, tenete d’occhio il sito per iscrivervi.

Invece il 10 febbraio 2023, ho tenuto con Canzio Dusi l’evento serale “Dante nel Metaverso: dialogo tra due appassionati di tecnologia su realtà virtuale, intelligenza artificiale e arte”, il cui articolo e video recap sono visibili qui.

Durante l’anno partecipo e tengo io stesso molti eventi ed incontri sul Metaverso, AI e sicuramente ChatGPT, tenete d’occhio il mio profilo Linkedin per non perdervi nessun appuntamento >>.


Come sarà il futuro di ChatGPT

Il futuro di ChatGPT lo vediamo roseo e pieno di tante incredibili novità, ricordiamo che quella che stiamo usando oggi è una semplice versione Beta e se sa già fare così tanto in così poco tempo, chissà cosa potrà arrivare a creare tra qualche anno. C’è già chi sfida Microsoft e ChatGPT con un nuovo strumento conversazionale che risponde al nome di Bard, a lanciarlo sul mercato molto presto sarà Google che non vuole perdere più tempo in campo AI e risponde a questa nuova ondata con un prodotto per migliorare le ricerche online. Anche il suo rivale cinese Baidu lancerà l’AI Wenxin Yiyan (Ernie Bot in inglese) a marzo e sarà anch’essa basata sulla produzione di testi di vario tipo e complessità, ma anche sulla generazione di immagini.

Per ora, comunque, ChatGPT non sembra preoccupato, forse perché non è a conoscenza di questi lanci dato che il suo database arriva fino al 2021 (mi risponde però di sapere cosa siano):

ChatGPT risponde ad una domanda sul lancio dei suoi competitor
ChatGPT risponde ad una domanda sul lancio dei suoi competitor
ChatGPT risponde di sapere cosa sono Bard e Wenxin Yiyan
ChatGPT risponde di sapere cosa sono Bard e Wenxin Yiyan

Oltre a questi modelli citati ci sono moltissime nuove tecnologie AI come Jasper AI, software di copywriting che può aiutarti a scrivere contenuti online (post sui social media, articoli o interi libri), Songr AI che crea musica originale con il solo input di keywords e infine DALL-E, software di OpenAI in grado di creare immagini grafiche uniche e realistiche con l’input di una query. Noi lo abbiamo usato per creare l’immagine copertina e il post su Instagram di questo articolo, cosa ne pensi? Ti piace? (query inserita: “Digital art uomo che ha a che fare con l’intelligenza artificiale”).

DALL-E è un software però molto criticato da grafici e artisti in quanto non rispetterebbe il copyright delle immagini create o scattate da cui prende spunto sul web. L’immagine creata con questo strumento è liberamente pubblicabile e non è per ora protetta da diritto d’autore in quanto creata da una macchina, vedremo in futuro se ci saranno delle regolamentazioni legali a riguardo.

Scrivimi per un corso su ChatGPT

L’arte di creare immagini con l’intelligenza artificiale: l’intervista a Paolo Dalprato

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Ho conosciuto Paolo Dalprato online: non ci siamo (ancora) incontrati di persona. Un commento su LinkedIn, un messaggio su Messenger e così via. La sua attività di fotografo innamorato dell’intelligenza artificiale mi ha subito colpito: non solo per la competenza, ma anche per l’ardire di un professionista che, in apparenza, senza seguire il branco, non sbraita contro l’intelligenza artificiale che ruba lavori e annienta interi settori, bensì studia e sperimenta e divulga. Del resto, se addirittura un colosso che vende foto online come Shutterstock ha lanciato una piattaforma per la generazione di immagini da input testuale, vuole dire che qualcosa sta davvero cambiando.

Paolo, laureato in Fisica, dopo una vita da dipendente in una multinazionale delle telecomunicazioni, dieci anni fa inizia l’attività di fotografo professionista. Da sette anni sviluppa tour virtuali e, di recente, anche mappe interattive. Con l’annuncio di OpenAI dell’apertura al pubblico di Dall-E ha scoperto il mondo delle intelligenze artificiali che generano immagini e si è appassionato. Così ha aperto un blog: https://ai.paolodalprato.com, dove si può ammirare una galleria delle sue opere digitali.

Ho contattato Paolo per una chiacchierata virtuale su A.I. generative, sintesigrafia, strumenti come MidJourney e Stable Diffusion, opportunità e minacce per chi scatta foto per professione. Buona lettura!

Ciao Paolo, iniziamo da una domanda “scomoda”. Nell’immaginario collettivo un artista, un professionista delle immagini, dovrebbe avere paura delle AI generative. Perché tu no?

Ciao Gianluigi e grazie per l’invito. La domanda non è per nulla scomoda. È vero che sono un professionista, un fotografo per la precisione. Ma sono anche un gran curioso di cose tecnologiche e mi sono appassionato subito a questa strana cosa esplosa pubblicamente lo scorso anno.

Sono convinto che la mia categoria sarà pesantemente toccata dall’arrivo delle Intelligenze Artificiali generative. Anzi comincia a esserne già toccata, magari non direttamente chi fa gli scatti, ma la filiera (in questo caso chi si occupa della postproduzione) è già interessato da imagen-ai.com, un service per chi usa Lightroom che promette di elaborare 1500 immagini in meno di 10 minuti con il tuo stile e a costi bassissimi. Molto utile per chi si occupa di eventi, con migliaia di scatti da lavorare al ritorno in studio.

Ecco come funziona:

Ma anche chi fa ritratti comincia ad essere toccato, ad esempio c’è profilepicture.ai, un service online in grado di fornire fino a 900 ritratti di una persona di buona qualità in qualsiasi stile per soli 25 dollari: basta inviare 20 ritratti qualsiasi del soggetto.

E ho già visto un album di matrimonio creato con una qualche AI: brutto, ma l’hanno fatto!

Come reagiscono i tuoi colleghi?

Alcuni colleghi reagiscono male, altri la usano già coscientemente, la maggioranza sembra in attesa di capire che succederà. Da professionista so che non c’è possibilità di competere quando si ragiona sul costo e sui tempi di lavoro, ma sono convinto che la fotografia non sparirà. Gli appassionati continueranno a portare avanti la loro passione. I professionisti dovranno ripensare la propria attività: secondo me, potrebbe risultare vincente puntare su quello che le Intelligenze Artificiali non possono dare, cioè autorialità e contatto umano. Che si traduce nel fare diventare il servizio fotografico un’esperienza, cosa in cui sono bravi i matrimonialisti ad esempio.

Ricapitolando: perché non ti fa paura?

Per tre motivi. Il primo è che non posso farci niente, le AI ci sono e saranno sempre più presenti, devo considerarlo un dato di fatto e dei dati di fatto non ha senso avere paura (caso mai bisogna reagire, ma è cosa diversa dalla paura).

Il secondo: anche da appassionato, cerco di capire se posso in qualche modo fare entrare questa tecnologia nei servizi che offro, sia da fotografo sia da “esperto di AI”, da capire cosa potrebbe voler dire e come monetizzarla.  E l’unico modo che ho per capire se posso farlo e imparare a usarla.

L’ultimo. Chi l’ha detto che un’immagine debba essere creata con le AI oppure con la fotografia? Ho iniziato a vedere creativi che uniscono i due linguaggi: partono da una foto e la modificano con le AI, oppure creano un’immagine di partenza con le AI e la modificano con i tool che vengono usati normalmente dai fotografi.

Insomma… “Si può fare!” (cit.)

Come si legge sul tuo blog, questa nuova arte potrebbe chiamarsi “sintesigrafia”. Che cos’è e che cosa ti affascina di più di questo (nuovo) mondo?

Lo vedo come l’incontro (scontro?) fra le due intelligenze: quella umana e quella della macchina.  Le AI sono uno strumento potente e con una notevole autonomia creativa, ma come diceva una vecchia pubblicità la potenza è nulla senza controllo ed è la parte umana che deve esercitarlo. Potrebbe sembrare una lotta. La vedo invece come una possibilità di collaborazione, la parte umana mette in campo la progettualità, quella artificiale la potenza.

L’uso delle IA può anche diventare un ottimo test sulla creatività umana, specie quando si usa uno strumento come Midjourney che sembra invitare a formulare solo i concetti quando si fanno le richieste, tanto poi è MJ che pensa a rendere WOW il risultato.

Provo a dirlo in modo diverso, con MJ anche se formulo una richiesta stramba e minimale (ad esempio un elefante sullo skateboard) le impostazioni di default sono tali da garantire quasi sempre un’immagine capace di colpire, mentre con Stable Diffusion le cose sono diverse già dal modo in cui si fanno le richieste che devono essere più precise e dettagliate.

In effetti il termine sintesigrafia descrive molto bene questo lavoro collaborativo, anche se in realtà è derivato dalla tecnica di come vengono generate le immagini. Non credi?

Certo! Ma veniamo al tema spinoso del diritto d’autore: se il celebre “selfie monkie” non poteva essere della scimmia, perché il diritto è antropocentrico, di chi sono le opere generate dall’intelligenza artificiale?

La mia opinione personale assolutamente non da legale: dipende. Come ho detto nella risposta precedente, l’immagine che viene generata per me è sempre conseguenza dell’interazione delle due parti, l’umana e l’artificiale. La legge, parlo proprio dall’art. 1 della Legge n. 633/1941, dice che sono protette le opere d’ingegno di carattere creativo, la stessa legge distingue fra opere creative e non creative. La dico semplice, se la generazione dell’immagine è demandata di fatto alla AI, insomma se il prompt è un elefante sullo skateboard, penso sia da considerare della macchina perché non credo che una richiesta così “minimalista”  basti per farla considerare un atto creativo della persona. Se invece l’immagine è il risultato di un lavoro creativo, fatto di più interazioni, di aggiustamenti del prompt e dei parametri, insomma se l’umano cerca di usare la macchina per arrivare alla sua (dell’umano) immagine, allora questa è della persona.

Approfitto per una considerazione su un argomento che vedo in qualche modo collegato, ho letto di polemiche sulla possibile partecipazione di immagini generate da AI a concorsi fotografici, credo iniziate dopo la notizia su “Space Opera Theater” di Jason Allen, promosse soprattutto da NO-AI (sì, esistono). Devo dire che sono d’accordo: è corretto che immagini generate da AI non partecipino a concorsi fotografici (l’opera citata è un caso particolare, infatti il premio è stato confermato), così come le fotografie non partecipano ai concorsi di pittura e viceversa. Allo stesso tempo, quando inizieranno i concorsi specifici per le AI, le fotografie non dovrebbero essere incluse. Ho scritto quando, non se, perché sono convinto che presto o tardi ci sarà lo sdoganamento. Si comincerà a parlare di AI-Art anche nei circuiti delle gallerie e dei critici. Ho in mente l’esempio dei graffiti, che sono brutti, infantili, sporcano e così via. Poi sono arrivati Haring e Banksy, giusto per fare i primi due nomi che mi vengono in mente, e ora si fanno le mostre in luoghi fantastici. Per esempio, si è appena chiusa una mostra di Haring nella Villa Reale di Monza, pensa un graffittaro ospite d’onore in una reggia!

Forse l’attività più importante, in futuro, sarà quella di interrogare questi oracoli: si parla di “prompt engineering”. Puoi dare qualche dritta per ottenere immagini di alta qualità?

Ho già iniziato a vedere offerte di posti di lavoro per prompt engineeer con stipendi molto interessanti. Si parla molto di questo perché il prompt è comune a tutte le AI generative (non solo di immagini),  ma penso sarà uno dei lavori.

Per ottenere immagini di qualità, partire dal capire la struttura del prompt e quali sono i parametri. Parlando di Midjourney, probabilmente la più diffusa per chi inizia, sarebbe buona regola leggersi la documentazione ufficiale (questo il paragrafo sui prompt https://docs.midjourney.com/docs/prompts).

Per me un ottimo sito è questo: https://prompterguide.com. L’autore fornisce sia una guida un po’ più approfondita della documentazione originale (nel menu cliccate VISUAL NOTEBOOK), sia un tool per costruire il prompt (cliccate PROMPTER BUILDER).

Infine un esercizio che trovo molto utile è partire da un prompt molto complesso che genera un’immagine che ci piace e provare a togliere un elemento per volta. In questo modo si può capire cosa fanno e quanto pesano le singole parti.

Chiudiamo con gli strumenti, anche se ne hai già citati un paio davvero interessanti. Quali usi tu e quali consigli di provare a chi vuole sperimentare?

Da sempre sono un fan dell’open source. Lo sono anche in questo campo: infatti ho installato sul mio computer Stable Diffusion. Non sono però un fan acritico, uso i software open source quando penso siano almeno equivalenti a quelli proprietari. Nel caso delle AI sono dell’idea che Stable Diffusion sia un gran bel progetto, attorno a cui s’è creato un intero ecosistema, non solo di prompt engineeer ma anche di sviluppatori di interfacce, di extension e di modelli.

Perché uso Stable Diffusion? Perché è una sfida, perché mi permette di capire meglio come funziona una AI, perché escono continuamente cose nuove da provare e raccontare, perché serve per fare capire cosa sia davvero l’open source, perché mi diverto, perché mi permette di scegliere.

Stable Diffusion è tutto questo: lo consiglio a chi vuole capire il meccanismo. A chi invece interessa solo l’immagine, il mio suggerimento è MidJourney, rimanendo attenti ai nuovi attori che certo si presenteranno sul mercato. Anche con MidJourney si può sperimentare, vedo già creativi lavorare secondo l’approccio del progetto, non immagini singole o poco più, ma risultati di ricerche.

Restando su Stable Diffusion, ho visto che online vi sono diverse interfacce. Quale preferisci?

L’interfaccia che preferisco è AUTOMATIC1111: quella più completa, personalizzabile, flessibile, modulare. Insomma le ha tutte, compresa l’essere complessa. Ha senso usarla quando si vogliono testare modalità di lavoro e plugin vari. Se invece si è interessati alla generazione delle immagini, consiglio Invoke AI oppure Easy Diffusion.

È un mondo che evolve in modo rapidissimo, tenersi informati è obbligatorio ed anche un po’ stressante, perché ci si rende conto di quante cose non si riusciranno a provare! È una battuta, ma per me con un fondo di verità, ogni giorno leggo di aggiornamenti e novità e vorrei provarle tutte.

A proposito, vuoi chiudere con un messaggio di speranza?

Prima mi chiedevi di quale sarà il lavoro più importante, penso che l’approccio open source di Stable Diffusion permetterà lo sviluppo di professionalità diverse: alcune più esposte al pubblico, altre più defilate ma non meno importanti. Un’ipotesi che mi viene in mente: lo sviluppatore di modelli custom per le aziende, con lo scopo di generare immagini di prodotti specifici ambientati in modo altrettanto specifico. Probabilmente anche costuire dataset potrebbe diventare una nuova attività: le esigenze cominciano ad affinarsi ed esistono già dataset costruiti pensando a usi particolari, già oggi si può utilizzare il Cityscapes Dataset, costruito pensando allo sviluppo delle auto a guida autonoma. Ma anche professioni con una lunga storia saranno costrette a rinnovarsi, giusto un esempio pensa chi si occupa degli aspetti legali. Davvero la rivoluzione che stanno portando le Intelligenze Artificiali si sta allargando in modo impetuoso!

Lo spettacolo “Dante nel metaverso”

Guarda la registrazione del mio evento del febbraio 2023:

Tre motivi per provare ChatGPT: la mia intervista per Yugen Podcast

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Nella puntata 51 di Yugen Podcast, Claudio Garioni mi ha chiesto di elencare i tre motivi per i quali vale la pena provare ChatGPT.

I tre motivi, secondo me, sono questi:

1. Testare il futuro

Ffinalmente l’intelligenza artificiale è palesemente alla portata di tutti. Finora era nascosta nelle pieghe di Gmail, Alexa, Office, ecc. Ora ci parli, ti fai aiutare, ed è gratis.

2. Utilità pratica

ChatGPT, tra le altre cose, ti aiuta a scrivere contenuti, di tutti i tipi. Stanno uscendo estensioni di Chrome di ogni genere: per esempio per rispondere automaticamente alle email.

3. Capirne le criticità

Al momento questa intelligenza artificiale, per quanto evoluta, ha dei grossi limiti: non naviga in Rete, scrive stupidaggini, non cita le fonti e così via. Eppure molti studenti già la usano per fare i compiti e molti professionisti si strappano i capelli convinti di essere rimpiazzati a breve.

L’intervista a Yugen Podcast

Ecco qui la registrazione dell’intervista, che dura una ventina di minuti:

 

“Come usare LinkedIn per generare contatti”: la mia intervista per Radio Linea

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Il 21 dicembre 2022 sono stato intervistato da Radio Linea sul tema LinkedIn.

Ecco i temi trattati:

  • LinkedIn è un social network professionale molto popolare in Italia, utile per le relazioni professionali, per trovare lavoro e clienti.
  • Non bisogna trattare il proprio profilo LinkedIn come un curriculum statico, ma come un social network per ampliare i contatti e conoscere nuove opportunità.
  • Mostrare le nostre competenze e esperienze lavorative, condividere contenuti interessanti e partecipare alle discussioni della community sono importanti per usare LinkedIn in modo efficace.
  • Sfruttare le funzionalità di ricerca per trovare opportunità lavorative e clienti, e personalizzare il nostro profilo per renderlo più visibile agli altri utenti sono importanti per approcciarsi a LinkedIn in modo corretto.
  • Curare la nostra immagine online su LinkedIn e su altri social network è fondamentale per la nostra carriera. È importante tenere sempre aggiornato il nostro profilo e fare attenzione a ciò che condividiamo online.

Buon ascolto:

L’importanza delle referenze: la mia intervista per Daniele Lucchini

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Nel dicembre 2022 sono stato intervistato da Daniele Lucchini. Qui riporto l’articolo:

 

Gianluigi Bonanomi è un formatore e consulente specializzato in comunicazione digitale.

Ha fatto per anni il giornalista informatico, ma, come dice lui, “ad un certo punto scrivere di tecnologia sulla carta non era più una grande idea”. Così ha iniziato a fare il divulgatore, il consulente e il formatore.

Ha scritto molti libri ed ebook per diversi editori quali Mondadori, Hoepli, Fag, Informant e ha ideato la collana “Fai da tech” di Ledizioni. Un suo ebook gratuito è stato scaricato da Amazon quasi 100.000 volte!

La realizzazione di contenuti per le aziende l’ha portato a collaborare con diverse agenzie di comunicazione (Business Press, EffettoDomino, Sangalli M&C e altre). Negli ultimi quattro anni ha formato più di 3.000 persone, soprattutto sull’uso strategico di LinkedIn e sul social selling.

Nel 2020 ha lanciato la startup Link&Lead, startup che si occupa di gamification e comunicazione online d’impresa.

Su Linkedin vanta più di 280 referenze.

Qual è la tua migliore qualità personale?

Dicono che so semplificare concetti complessi per renderli comprensibili a tutti: cosa fondamentale nel mio lavoro di divulgatore e formatore.

Cosa ti motiva ad agire quotidianamente?

L’entusiasmo. Se ti appassioni di quello che fai, non ti pesa e ti dà tante soddisfazioni. Personalmente mi esaltano i nuovi progetti digitali.

Quali sono i valori che ti riconoscono i tuoi familiari – amici?

Affidabilità, lealtà, generosità. Sono tutti valori su cui punto anche nella vita professionale. Per esempio il mio sito Web è pieno zeppo di risorse gratuite (anche senza chiedere il contatto!).

Quali sono i valori che ti riconoscono i tuoi clienti – collaboratori?

Gli stessi visti sopra, per fortuna.

Come coltivi i rapporti di qualità e fiducia con i tuoi clienti?

Cerco sempre di prendere incarichi dove so di poter fare la differenza, o personalmente o grazie ai miei collaboratori. Il segreto è, dove possibile, stupire dando qualcosa in più rispetto alle attese.

Cosa fai per soddisfare – stupire – fidelizzare tuoi clienti? Effetto Wow

Per stupire i clienti punto tutto sulla mia comunicazione, che sia a un evento oppure con un video di YouTube dove, per esempio, metto insieme Kant e la SEO oppure Gorbaciov e la comunicazione della cybersecurity.

Nel tuo business sono importanti le referenze dei tuoi clienti?

Le referenze sono indispensabili, del resto il vecchio Cialdini ci ha raccontato l’importanza della “riprova sociale”.

Come fai a generare referenze di qualità dai tuoi clienti?

Dopo un corso o una consulenza, se i clienti esprimono apprezzamento per il mio lavoro cerco di convertirla immediatamente (nelle ore successive) in una recommendation su Linkedin.

Quali consigli vuoi dare a chi vuole mantenere nel tempo la fiducia dei propri clienti?

Prima ho citato Gorbaciov: il concetto di “glasnost” è fondamentale. Bisogna essere “trasparenti”, non nascondere niente, non tentare di fare i furbi; non funziona mai! Puoi fregare una volta, la seconda sei fregato. Se una cosa non si può fare, non prometterla vagamente per portare a casa la commessa. Il rispetto viene prima di tutto (e lo pretendo).

Nella tua esperienza hai incontrato clienti che ti hanno manifestato paure e/o preoccupazioni nel promuoverti / persona / servizio?

In alcuni casi sì, perché purtroppo nel marketing digitale ci sono tanti fenomeni che hanno fatto danni. Alcuni clienti dicono, per esempio, che LinkedIn non funziona perché non sono capaci di usarlo o sono stati consigliati male.

Come reagisci quando qualcuno ti manifesta paure o preoccupazioni?

Dimostro, dati alla mano, perché e come la comunicazione digitale porti benefici concreti. Ci sono statistiche incontrovertibili. Per esempio a un imprenditore che non crede che un mio corso LinkedIn possa essergli utile, rispondo con i dati LinkedIn: ogni sei condivisioni da parte dei dipendenti di un contenuto dell’azienda, si porta a casa un follower. E se fosse un lead?

Pensi ci sia una ricetta specifica per generare referenze di qualità?

Credo che occorra mettere in campo un mix di efficacia, empatia e… faccia tosta. Chi non chiede, non ottiene: la paura del rifiuto spesso ci paralizza. E che sarà mai un no a un referenza?

Pensi che ci sia una ricetta per il successo?

Sì, sta nell’atteggiamento mentale. Quando capisci che i limiti te li costruisci da solo, a volte auto-sabotandoti, poi ti liberi e prendi il volo. Non vorrei che questa però passasse per frase da motivatore sui carboni ardenti!

Altro principio cardine, il posizionamento: fai poche cose bene, non tante e tutte approssimativamente. Bisogna tagliare i rami più o meno secchi e, seguendo il principio di Pareto, occorre concentrarsi su quel 20% di attività che porta l’80% dei risultati. Funziona anche con i clienti: solo una piccola parte dei clienti porta la maggior parte del fatturato.

I tre consigli che daresti a tuo figlio se volesse fare il tuo lavoro?

Primo: studia, sempre. Secondo: dopo aver studiato, metti in pratica, testa, prova… altrimenti è tutto bla bla bla. Terzo: quando hai capito che quel che hai studiato funziona, comunicalo. Fallo sapere. C’è un sacco di gente in gamba che vive nell’ombra: fa molta, molta fatica.

I tre aggettivi con i quali vorresti essere ricordato dai tuoi clienti?

Efficace. Brillante. Persuasivo.

C’è una domanda che non ti ho fatto, che avresti voluto che ti facessi?

Sì, “dove possiamo seguirti?” ?

Bella domanda, direi che sul sito si trova di tutto: www.gianluigibonanomi.com

Riscoprire Tommaso Labranca e il trash [Intervista Yugen Podcast]

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Vent’anni fa passavo le mie giornate online su it.arti.trash (con il nickname Moska). Appassionato del tema, studiai il testo fondamentale “Andy Warhol era un coatto” del mostro sacro Tommaso Labranca. Ne parlo in questa intervista per il podcast Yugen. Buon ascolto:

PS. Potete leggere il libro di Labranca in PDF qui:

ANDYWARHOLERAUNCOATTO

Politici italiani su LinkedIn, il caso Tajani: la mia intervista per Affaritaliani.it

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Il 12 agosto 2022 sono stato intervistato da Affaritaliani.it, in piena campagna elettorale, per parlare dell’uso che fanno di LinkedIn i politici italiani (“La campagna elettorale corre sui social: LinkedIn trascurato, ma non da Tajani“).

Mi sono concentrato sul caso di Tajani, ecco il mio contributo.

Affaritaliani.it ha chiesto un parere sul tema al comunicatore digitale Gianluigi Bonanomi, che forma aziende, professionisti ed enti sull’uso strategico di LinkedIn: “L’utilizzo di questa piattaforma da parte dei politici italiani è particolarmente controverso. Sono pochi gli esempi virtuosi. Tra questi segnalo Antonio Tajani. Il suo profilo ha tre caratteristiche vincenti:

  • presenta buone immagini (la parte visuale sui social è sempre più importante);
  • è tutto sommato completo;
  • infine, è attivo, con un buon ritmo in termini di post”.

Gianluigi Bonanomi, che è anche autore del libro Il candidato digitale: L’arte della campagna elettorale nell’epoca dell’algocrazia e del post-Covid (con il vicedirettore di Affari Lorenzo Zacchetti), dà anche delle indicazioni pratiche: “Stando sul caso pratico di Tajani, il suo profilo per risultare perfetto avrebbe bisogno di queste altre tre cose:

1) Ulteriore completamento del profilo, segnalando competenze e progetti;

2) Uso strategico degli hashtag nei contenuti cosa spesso trascurata dai politici, che invece dovrebbero ‘cavalcare’ i temi del momento (per esempio la #flattax);

3) Puntare di più sui video, tipologia di contenuto che tutte le piattaforme social ora bramano.

Sono molti, viceversa, i politici che hanno aperto il profilo e non lo stanno sfruttando al meglio. Anzi, in alcuni casi i profili si rivelano boomerang comunicativi”.

Il corso sui social per la PA

Ho parlato abbondantemente di questi temi (LinkedIn per la pubblica amministrazione compreso) nel videocorso che ho registrato per Primopiano: “Web e social per la PA“.

Il personal branding ai tempi di TikTok e del metaverso (intervista per il podcast di Thesis4U)

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Nel giugno 2022 sono stato intervistato, per il podcast Dialectic di Thesis4U, sul tema del personal branding. Ne è nata una discussione di circa mezz’ora, dove si è spaziato da TikTok al metaverso. Ecco l’intervista, buon ascolto:

 

[VIDEO] “Da Pac-man a Squid Game, genitori digitali si diventa”: presentazione live di “Boomer a chi?”

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Il 14 dicembre 2021 Enrico Piacentini ed io siamo stati invitata da Best Business Academy a presentare, in diretta Web, il libro “Boomer a chi?“. Ecco il video dell’evento:

Questo il link per comprare il libro su Amazon:

Che cos’è la notiziabilità: intervista per Cusano Italia TV

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Il 9 dicembre sono stato intervistato da Cusano Italia TV, nella trasmissione “Promotion. Comunicare è un’arte”, sul tema della notiziabilità. Una chiacchierata di una ventina di minuti che ha affrontato diversi temi:

  • che cosa si intende per notiziabilità?
  • quando un fatto diventa notizia?
  • quali sono i criteri per stabilire se dare una notizia o meno (es: novità, pubblico interesse, protagonisti VIP, personalizzazione, ecc.)?
  • perché le notizie drammatiche generano più interesse?
  • come cambia la notizia nell’era dei social?
  • qual è il ruolo degli influencer e dei blogger?
  • il problema delle fake news

Guarda qui l’intera registrazione dell’intervista:

Qui puoi ritrovare un mio videocorso gratuito sul tema della notiziabilità: