Competenze digitali per bibliotecari: le mie interviste per Antenna2 e MyValley

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Il 3 aprile 2019 il sito MyValley mi ha intervistato durante il corso per bibliotecari sulle competenze digitali. Questo l’articolo:

Competenze digitali, un corso per bibliotecari

Continua il percorso di formazione promosso dal Sistema Bibliotecario Valle Seriana, questa mattina il personale delle biblioteche del territorio ha preso parte alla seconda giornata dedicata alla formazione digitale. Oggi il formatore (e giornalista) Gianluigi Bonanomi ha approfondito l’utilizzo di Facebook.

«Ogni anno il nostro sistema – spiega Alessandra Mastrangelo, coordinatrice del Sistema Bibliotecario Valle Seriana – investe sulla formazione proponendo corsi su argomenti diversi. Quest’anno abbiamo deciso di investire su temi non di carattere specifico, ma generali. Sentiamo che la comunicazione è una competenza fondamentale da gestire ogni giorno per i nostri professionisti. Il percorso, lungo e articolato su cui lavoriamo quest’anno, è quello della comunicazione istituzionale, la comunicazione attraverso i social network e il benessere digitale in generale. Chiaramente nozioni da applicare alle necessità quotidiane, al lavoro in biblioteca e al rapporto con gli utenti e i cittadini che non sono utenti, ma vorremmo che lo diventassero. Queste competenze, che siamo convinti di acquisire con questo corso, serviranno anche in occasione degli eventi estivi itineranti nei 43 comuni del sistema bibliotecario con la rassegna di letture estive “A levar l’ombra da terra” e i percorsi geopoetici “Nel cuore della montagna».

Gianluigi Bonanomi a Clusone

In tutti i settori servono competenze digitali. «Soprattutto nel momento in cui si comunica all’esterno – continua Bonanomi -. Oggi sempre di più si utilizzano strumenti come i social network, ma il problema è che questa attività va fatta bene. Parliamo di strumenti che possono rivelarsi infatti potenzialmente dei boomerang. Stendere e seguire un piano editoriale, realizzare contenuti, sapere gestire le critiche del pubblico è sempre più importante. Un bibliotecario tra le tante competenze deve avere anche queste».

 

 

 

La mia intervista al TG di Antenna2 del 3 aprile 2018

Nell’edizione serale del 4 aprile 2019 del TG di Antenna 2 TV si è parlato anche di: “Sistema Bibliotecario Valle Seriana, continua il percorso di formazione digitale per il personale delle biblioteche“. Nel servizio, dedicato al mio corso, c’è anche una mia videointervista:

La puntata di SeiLaTV dedicata a tre miei libri: Prontuario per genitori, LinkedIn e Nerd

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Durante la trasmissione Pomeriggio 216, in onda sul canale SeiLaTV, la conduttrice Barbara Caramelli mi ha intervistato per una puntata speciale dedicata a tre miei libri:

In questa parte di puntata, intitolata “Tutte le opportunità del digitale”, si è parlato del libro “Prontuario per genitori di nativi digitali” (Ledizioni):

Poi è stata la volta della “Guida calcistica di LinkedIn”:

Infine abbiamo parlato del mio libro sulle battute hi-tech (alcine lette in diretta da Barbara), “Anche i nerd nel loro piccolo sghignazzano”:

Queste due immagini del dietro le quinte:

Lo storytelling nel Riepilogo di LinkedIn: 5 tecniche da usare

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Questo articoli sull’uso dell’arte dello storytelling su LinkedIn, in particolare nel riepilogo, è stato pubblicato su Digital4 il 1 aprile 2019.

Digital storytelling e Personal Branding: 5 tecniche da usare nel Riepilogo LinkedIn

Come si possono usare al meglio i duemila caratteri che abbiamo a disposizione nel riepilogo LinkedIn? Prima di ogni cosa bisogna ricordarsi di partire bene e puntare sull’incipit. Obiettivo: catturare l’attenzione

LinkedIn è uno dei migliori strumenti per fare personal branding è certamente LinkedIn. Nel proprio profilo si inseriscono molte informazioni riguardo carriera, skill, corsi e progetti. Ma si può anche raccontare, usando tecniche di storytelling, la propria storia (mi raccomando: in prima persona!). Questa va inserita nella sezione detta Riepilogo, o Summary. Molti trascurano quella sezione, invece è possibile usare proficuamente quei 2.000 caratteri. Per esempio usando le cinque tecniche di storytelling che troverai in questo articolo.

1. Puntare sull’incipit

Dei duemila caratteri a disposizione, solo i primi sono mostrati al visitatore del tuo profilo. Se vuole leggere il resto, deve fare clic su “Visualizza altro”.

Per questo occorre partire con un incipit che catturi l’attenzione. Non certo il banale “C’era una volta”… Come scrive Massimo Petrucci nel suo manuale di scrittura creativa: “L’incipit è il primo battito del nostro racconto e deve immediatamente sedurre il lettore”.
Potresti usare una battuta, a mo’ di ice-breaker, oppure una frase a effetto, come William Arruda, esperto di personal branding e… impenditore:

Pochissimi usano la tecnica di storytelling definita “in media res”. Questa espressione viene da Orazio: si riferiva allo stile epico di Omero; l’autore dell’Iliade e dell’Odissea faceva cominciare il racconto ad avvenimenti già in corso, non partiva dall’inizio. Idea per te: un virgolettato di quell’oratore che ti ha cambiato la vita e la carriera. Si potrebbe anche partire dalla fine e giocarsi il Riepilogo LinkedIn come un insieme di flashback.

2. Gli archetipi

Cristofer Vogler, pescando da Campbell a Jung, ci spiega che “tutti i racconti sono costituiti da alcuni elementi strutturali comuni, che si trovano universalmente nel mito, nelle fiabe, nei sogni e nei film. Essi sono conosciuti come il viaggio dell’eroe”. Senza perdersi in discorsi complessi sull’inconscio collettivo, basti sapere quello che sottolinea Luisa Carrada“I temi del ritorno a casa, del superamento degli ostacoli, della perdita e del ritrovamento, sono comuni anche al giornalismo e in qualche misura anche alla scrittura di impresa. Acquisire un importante contratto non è molto diverso dall’uscire vivi dalla fossa dei leoni e anche un gelido case history può diventare una bella storia a lieto fine”.
Come usare tutto questo in LinkedIn? Raccontami, cavaliere, quale drago hai sconfitto! Eventualmente parlami di mentori, nemici, ricompense e morali. Ecco un esempio di come si può usare questo schema: “La crisi del settore mi ha messo di fronte a un bivio: potevo rimanere aggrappato al mio vecchio mestiere, arrabattandomi e venendo a compromessi, oppure potevo ricominciare tutto daccapo. A me piacciono le sfide.” In pratica: Blockbuster da una parte e Netflix dall’altra. Come hai superato la crisi del 2008? Come stai gestendo la Digital Transformation? Quali paure avevi quando hai mollato il posto fisso?

3. Show, don’t tell

Stephen King, parlando di Annie Wilkes (l’infermiera che tiene prigioniero Paul Sheldon in Misery), scrive nella sua autobiografia On Writing: “Ho cercato di non scrivere mai frasi esplicite come: «Quel giorno Annie era depressa, forse con inclinazioni suicide», oppure: «Quel giorno Annie sembrava particolarmente felice». Se sono io a dovervelo dire, ho perso. Se viceversa vi presento una donna taciturna e dai capelli sporchi che fagocita dolci con accanimento, spingendovi a concludere che Annie è nella fase depressiva di un ciclo maniaco-depressivo, vinco”.

Non dire che sei bravo, simpatico, carismatico. Fallo dire agli altri. Tu limitati a dimostrarlo, per esempio dando i numeri (in senso positivo). Non “Sono un ottimo commerciale” ma “Nel 2018 ho fatto crescere il fatturato della mia azienda del 20%”. I numeri sono, spesso, l’unica cosa che conta. Guarda come ha impostato il suo riepilogo LinkedIn Cristian Zaccardo, ex campione del mondo con l’Italia nel 2006:

4. I cliffhanger

Un buon racconto prevede anche dei colpi di scena. “Il cliffhanger è un espediente narrativo usato in letteratura, nel cinema, nelle serie televisive o nelle opere videoludiche, in cui la narrazione si conclude con una interruzione brusca in corrispondenza di un colpo di scena o di un altro momento culminante caratterizzato da una forte suspense” (Wikipedia). Io l’ho usato così sul mio profilo:

5. Il racconto ciclico

La narrazione circolare prevede che la situazione di partenza si ripresenti, un po’ modificata ma sostanzialmente simile, alla fine del racconto. Nel film Sentieri Selvaggi apertura e finale sono praticamente la stessa scena:

Come utilizzare questa tecnica in LinkedIn? Potresti iniziare raccontando che, durante un esame universitario, il tuo professore ti disse, magari con un po’ di strafottenza, che non saresti mai diventato un dirigente di alto livello, uno scrittore, un primario o altro. Invece ce l’hai fatta. Alla fine del racconto puoi prenderti una rivincita, con stile. Non ricorda Davide Vs. Golia?

Il Riepilogo LinkedIn è la parte più difficile da gestire, su LinkedIn. Per tutto il resto puoi seguire il mio videocorso gratuito per sistemare tutto il profilo LinkedIn, 10 pillole da ricevere in posta elettronica.

“I sette tipi di cyberbullismo”: il mio speech per Bayer Italia e Unamsi

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Il 21 marzo 2019, primo giorno di Primavera, sono stato invitato da Bayer Italia e da Unamsi (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione) a tenere uno speech sul cyberbullismo nell’ambito di un evento del ciclo “Conosciamoci Meglio”, organizzato per celebrare i 120 anni di Bayer a Milano.

La conferenza sul cyberbullismo

Nel nuovo Centro Comunicazione Bayer di Viale Certosa, l’evento dal titolo “Bulli da paura. Come difendere i ragazzi dai violenti” ha visto la partecipazione del giornalista Massimo Barberi nel ruolo di moderatore, nonché della dottoressa Francesca Maisano, psicologa Centro disagio Adolescenziale, del capitano Colletti dei Carabinieri di Milano e di Marianna Sala, Presidente di CORECOM Lombardia.

 

Il mio intervento: 7 tipi di cyberbullismo (video)

Durante la serata ho parlato dei dei sette tipi di cyberbullismo (fonte):

1.Flamming (conflitti verbali)

2.Harassment (molestie)

3.Denigration (fake news)

4.Cyberstalking (terrorizzare le vittime)

5.Impersonation (furto di identità)

6.Tricy o Outing (diffusione informazioni carpite)

7.Exclusion (escludere da un gruppo)

In questo video trovi le slide e il mio speech dell’intervento, meno di venti minuti:

La puntata del podcast

Ho inserito questo speech anche all’interno del mio podcast “Genitorialità e tecnologia“:

Ascolta “#57 I 7 tipi di cyberbullismo: il mio speech per Bayer Italia e Unamsi” su Spreaker.

L’intervista dopo l’evento

Subito dopo l’intervento sul palco, sono stato intervistato da una troupe giornalistica. Ecco l’intervista:

Le immagini dell’evento

Il live tweeting dell’evento

Questi i tweet che sono stati postati durante l’evento (fai clic sulle immagini per ingrandirle):

L’evento sulla stampa

L’evento di Bayer e UNAMSI è stato ripreso da molti siti e blog. Questo è uno stralcio dell’articolo di Affaritaliani.it che riporta la classificazione del cyberbullismo e alcuni consigli per i genitori:

Gianluigi Bonanomi ha esordito spiegando come almeno il 70% dei ragazzi che incontra nel corso della sua attività di formazione sia convinto che il bullismo sia una questione che non riguardi gli adulti e che possa essere comodamente risolta nel gruppo di pari, evidentemente sottovalutandone le conseguenze, anche penali.

[…]

Bonanomi ha evidenziato come si possano distinguere 7 tipologie di cyberbullismo:

1) Flaming: i conflitti verbali attraverso un post e le successive interazioni
2) Harassment: molestie vere e proprie, seppure in maniera “virtuale”
3) Fake news: la denigrazione della vittima attraverso la diffusione di informazioni false, comportamento che oltretutto può integrare i reati di ingiuria e diffamazione
4) Cyber Stalking: comportamenti che mirano a terrorizzare le vittime tenendole sotto controllo anche attraverso l’utilizzo di localizzatori GPS, app per lo spionaggio e altre tecnologie utilizzate in maniera impropria
5) Il furto di identità: è un comportamento che consiste nell’appropriarsi delle foto e dei dati pubblicati dalla vittima per postare a suo nome o comunque per utilizzarli in maniera a lei nociva
6) La diffusione di informazioni carpite: l’esempio più tristemente noto è proprio quello di video e foto realizzate in situazioni intime e inoltrate a conoscenti o comunque rese pubbliche
7) L’esclusione del gruppo: una forma di bullismo particolarmente pesante soprattutto in età adolescenziale, dove l’identificazione coi pari è un elemento fondamentale

Un elenco che certamente può incutere timore nei genitori di bambini e ragazzini che reclamano la possibilità di navigare sullo smartphone o altri device.

Per dar loro una mano, Bonanomi fornisce alcuni consigli pratici: “Suggerirei di prestare molta attenzione al fenomeno dello ‘sharenting’, una crasi tra ‘share’ e ‘parenting’ nata per descrivere la brutta abitudine di molti genitori che, per ottenere qualche like, pubblicano le foto dei propri figli. Io, personalmente, non ho mai postato alcuna foto dei miei figli, perché una volta messe online le foto non sono più di tua proprietà e, soprattutto, non sono più sotto il tuo controllo. Ormai, in media, i bambini ricevono il primo smartphone a otto anni: sta diventando il regalo più gettonato per la prima comunione. Acconsentire o negare? Ci sono delle vie di mezzo. Per esempio si può acquistare un cellulare di basso costo, tenerlo in casa a disposizione di tutti e connetterlo alle stesse chat di WhatsApp o social network al quale accede il bambino, così da monitorare in maniera discreta cosa succede. Poi c’è la ‘navigazione familiare’, un’attività di condivisione dell’esperienza online che propongo spesso nei miei percorsi formativi”.

LinkedIn per assicuratori: il mio primo articolo per “Parliamo di assicurazioni”

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Nessuna descrizione della foto disponibile.Parliamo di Assicurazioni è un blog lanciato da Luisa Rosini e Pietro Cantù Rajnoldi che ha lo scopo di aiutare chi lavora nel mondo assicurativo a usare in modo utile e consapevole il Web. Dal febbraio 2019 collaboro al progetto con contenuti e progetti di formazione. Questo è il mio primo articolo per il blog.

LinkedIn per assicuratori, costruisci il tuo profilo con il metodo LINKEDIN10C

LinkedIn è una risorsa anche per gli assicuratori, infatti è il social network professionale per eccellenza (quante persone conoscete che usano le alternative Xing o Plaxo?) e ormai conta oltre 12 milioni di italiani iscritti. Migliaia di questi lavorano nel mondo assicurativo.

Perché un assicuratore, un broker, un perito, un consulente dovrebbero usare LinkedIn? I motivi sono sostanzialmente tre:

  1. Personal branding. Costruire una solida reputazione online, grazie al posizionamento e all’autorevolezza,
    è indispensabile dal momento che datori di lavoro e clienti ti cercheranno prima di incontrarti.
  2. Social selling. Usare questo strumento per vendere i propri servizi è ormai indispensabile, sempre comprendendo che non si vende una polizza a qualcuno che ti ha appena concesso il collegamento. Quello equivale a una vendita a freddo.
  3. Networking. Le migliori opportunità vengono dalla rete dei legami deboli. LinkedIn può far crescere a dismisura questa rete.

In questo articolo vedrai come costruire un profilo solido, renderti autorevole, farti trovare e ampliare la tua rete.

Linkedin per assicuratori, il metodo LinkedIn10C

Dopo cinque anni di corsi LinkedIn tenuti in mezza Italia, anche per agenzie di assicurazioni e agenti, ho messo a punto un metodo di lavoro originale. Si tratta del metodo LINKEDIN10C.

Metodo LINKEDIN 10C per Assicuratori

Ecco come questo metodo può risultare utile anche per gli assicuratori:

1C – CHI SEI: nella headline e nel Riepilogo di LinkedIn occorre esplicitare il tuo ruolo. Si parte da un job title, che LinkedIn chiama headline. Il mio è “Formatore sulla comunicazione digitale”. Il tuo potrebbe essere “Consulente assicurativo di micromercato”. Attenzione: “Assicuratore” e basta, non ha alcun senso.

2C – COSA FAI: spesso il job title non è sufficiente. Quali problemi risolvi? Esempi: “gestione della liquidità”
o “stime assicurative e giudiziali”.

3C – PER CHI: il target è fondamentale. Quando visito il tuo profilo, capisco subito se mi puoi essere utile? A me importa solo di me stesso, a tutti importa solo di se stessi, non di te. Puoi risolvere il mio problema? Esempio: “Broker di assicurazione per artigiani e commercianti”.

4C – COME: qual è il tuo elemento differenziante? Perché dovrei scegliere te e non i concorrenti? Che cosa ti distingue dagli altri? L’esperienza? I risultati ottenuti? Se invece la risposta è il prezzo, hai un grosso problema (sei una commodity, tipo la benzina).

5C – CHIAVI DI RICERCA: il posizionamento si completa con un’ottimizzazione SEO (search engine optimization) del tuo profilo per fare in modo che quello che scrivi possa essere trovato da chi usa il motore di ricerca interno di LinkedIn. “Assicuratore” non è una keyword, “rischi professionali avvocati” sì.

6C – COMPETENZE: per completare il tuo profilo devi inserire anche hard skill e soft skill. Contrariamente a quanto si pensi, sono le competenze trasversali e personali, quindi le soft skill, quelle più interessanti. “Microsoft Office”? Levala pure.

7C – CONFERME: Robert Cialdini ci ha raccontato che uno dei sistemi di persuasione più efficaci si chiama “riprova sociale”. Nell’era di Tripadvisor (a proposito, conosci http://insurvisor.com?), devi raccogliere referenze e conferme dai tuoi contatti.

8C – CASE STUDY: pochissimi usano la sezione Progetti del profilo LinkedIn. Puoi raccontare un cosiddetto “case study”, caso di successo, se il cliente acconsente.

9C – CONCRETEZZA: puoi scrivere tante belle parole, ma l’unica cosa che conta nel mondo del business, alla fine, sono i risultati. Devi… dare i numeri.

10C – CONDIVISIONE: dopo aver sistemato tutto il profilo, completate quindi le fasi di posizionamento e autorevolezza, occorre iniziare a usare LinkedIn non come un social network, ma come social media: devi condividere, puntare sui contenuti, per fare content marketing. Un’avvertenza: piantala di parlare di te, parla di quello che interessa davvero al tuo cliente, vale a dire i suoi problemi, bisogni, sogni e paure.

La videorecensione di “La guida calcistica di LinkedIn” su Business Community

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Business Community ha recensito La guida calcistica di LinkedIn. Gigi Beltrame ha registrato anche un video per raccontare il mio libro:

La mia intervista per TRV38 sullo sharenting

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Durante la trasmissione Tadà della rete televisiva toscana RTV38 è stato mostrato un mio intervento in esterna dove spiego che cos’è lo sharenting e i tre motivi per i quali foto e video delle mie figlie non si trovano online. Ecco qui la trasmissione (il mio intervento è al minuto 1’18’’):

Corso sui pericoli della Rete: l’articolo del corriere dei social media

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Il corriere dei social media ha dedicato, lo scorso 28 ottobre, un articolo al corso che ho tenuto presso Primopiano sui pericoli della Rete. Questo il contenuto dell’articolo:

MILANO: La cooperativa giornalistica Primopiano di Milano ha ospitato sabato scorso il corso del giornalista e formatore Gianluigi Bonanomi. Il corso, al quale hanno partecipato numerosi giornalisti rientrava nel programma di formazione continua per i professionisti del settore che vede la cooperativa  fra i più importanti centri accreditati dall’Ordine dei Giornalisti. Primopiano, infatti, da anni affianca al proprio impegno di creatore di contenuti e informazioni per importanti media del settore radio televisivo anche  la formazione con corsi legati al settore dei social, del content marketing, linkedin, deontologia professionale e video ripresa.

Il corso di Gianluigi Bonanomi dal titolo Web e social, i pericoli della rete“è stato un compendio di educazione digitale per giornalisti, genitori, docenti e studenti. Tutti interessati in un modo o in un altro con il mondo di internet e con i suo miti da sfatare.Fra i temi della mattinata i problemi legati alla dipendenza, alla salvaguardia della reputazione sulla rete e al crescente fenomeno del cyberbullismo, declinato secondo varie tipologie che possono passare attraverso i conflitti verbali ,la denigrazione o ancora l’esclusione sociale che spesso interessa gli studenti.

Gianluigi Bonanomi da tempo ha affiancato il suo ruolo di comunicatore digitale e giornalista a quella di formatore con un occhio di riguardo a i temi  delle nuove tecnologie e la genitorialità. Per questo ha organizzato diversi corsi e seminari, nonchè progetti con le scuole. Suoi due libri sul tema come “Prontuario per genitori di nativi digitali   e “Navigazione familiare”  entrambi editi da Ledizioni.      

Si è inoltre parlato degli aspetti legali legati alla diffamazione, al cyberbullismo e alla pubblicazione di immagini non autorizzate sui social o sui servizi di messaggistica grazie all’intervento dell’avvocato Marisa Maraffino, specializzata in Diritto delle telecomunicazioni, giornalista e docente su temi legati alla deontologia. Luigi Paonessa

Guida calcistica di LinkedIn: l’intervista di Gianluigi Bonanomi a Radio Panda

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L’interesse verso la Guida calcistica di LinkedIn non accenna a diminuire. Il 23 ottobre 2018 sono stato ospite di Radio Panda per parlare del libro e la diretta è durata come un tempo di una partita di calcio: 45 minuti! Questa è la registrazione integrale dell’intervista, dove parlo del progetto e rispondo anche a domande molto specifiche su LinkedIn. Buona visione: