Geopolitica: due motivi per cui vale la pena studiarla

Ho un appuntamento in centro Milano con un cliente, ma ho dieci minuti da attendere. E davanti a me c’è una libreria. È più forte di me, sono un orso davanti al miele. Entro in trance, gironzolo senza un obiettivo, noto un paio di testi che sì, boh, forse, poi mi capita tra le mani un libro di Tim Marshall, giornalista esperto di politica internazionale, dal titolo “Le 10 mappe che spiegano il mondo”. La geografia non è mai stata il mio forte, ma ho studi di politica internazionale alle spalle. Lo compro, lo apro, lo divoro in qualche ora.

Perché mai, direte voi, uno che si occupa di comunicazione e tecnologia dovrebbe leggere, e invitare tutti a farlo, un testo sulla geopolitica? Bella domanda, provo a rispondere dando non un solo motivo, ma due.

1. Bisogna studiare, sempre. E sempre di più. La leggenda narra che lo straricco investitore Warren Buffett (che vi stia simpatico o meno, poco importa), in risposta alla classica domanda sul segreto del suo successo, rispose semplicemente: leggere. Pare lui legga 500 pagine al giorno. Tutti i grandi leader, tutti i grandi manager sono, spesso, avidi lettori.
Ma leggere solo quello che riguarda il tuo settore non è una buona strategia: avere curiosità per il mondo – e nel caso della geopolica è proprio il mondo il soggetto – è un ottimo modo per allargare i propri orizzonti e, non è da escludere, avere anche spunti, grazie a un po’ di pensiero laterale, utili nella propria professione. Inutile ribadire che lo è a maggior ragione per chi, come me, fa il formatore e lo scrittore.

2. Sono un libero professionista e il mio metodo di vendita si chiama networking (in realtà anche la formazione è un ottimo strumento di vendita, proprio perché porta ad ampliare la mia rete). Ci sono delle regole per essere un buon networker: tra queste anche l’essere un abile conversatore (oltre a un abile ascoltatore). Sto cercando di diventarlo. E ho capito che non bisogna parlare di se stessi (Dale Carnegie si rivolterebbe nella tomba) né del proprio business. Bisogna saper conversare di tutto. Anche del derby, di Sanremo, di Belen? Beh, meglio tirar fuori al momento giusto una frase arguta sul perché la Corea del Nord lancia i missili sul Giappone, perché la Cina investe in Africa o in Centro America, perché il surriscaldamento globale sta aprendo nuove dispute (economiche e politiche) al Polo Nord o perché tanti, tra cui Napoleone e Hitler, hanno provato a invadere la Russia da Occidente e nessuno ci è mai riuscito. Tutto questo, e molto altro, è molto ben spiegato nel libro di Marshall.

Insomma, la materia è fondamentale per capire come “gira il mondo” e il suo studio può portare benefici concreti. Il libro, poi, merita. Se vuoi acquistarlo, fai clic sul link Amazon qui sotto:

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