Giornalisti nel “metaverso”: quali opportunità?

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Partiamo da alcuni punti fermi:

  • il “metaverso” non esiste (esistono i metaversi, e non si parlano nemmeno tra loro, anche se si sta lavorando a una soluzione);
  • l’hype è forte ma di opportunità concrete ce ne sono ancora poche;
  • si parla di “metaverso” spesso a sproposito.

Fatte queste premesse, racconto perché sto scrivendo questo pezzo. Qualche giorno fa ho letto “Giornalisti nel metaverso”, titolo in self-publishing che mi ha deluso: quasi 100 pagine di premessa su cos’è Internet e Web 2.0 e l’esame di Stato dell’autore giornalista… e poi – cala grazia! – poche righe, confuse, sulle opportunità per i giornalisti nel “nuovo mondo”. Allora ho deciso di indagare ed elencare quali siano, al momento, le reali opportunità per i giornalisti. Si pare dal presupposto, come afferma Laura Lorek (fondatrice di Silicon Hills News) , che i giornalisti non sono (solo) le vittime della digitalizzazione, ma possono governarla e trarne beneficio:

“[Journalists] are really a part of the computing and AI convergence industry right now that is leading to a much more fast-paced development cycle than anything we’ve seen in the past. It’s not just virtual reality, it is reality. And we, as journalists and media, have to be players in this new world.”

A mio avviso i giornalisti potranno sfruttare i metaversi – si spera un domani convergenti – per queste attività.

Riunioni di redazione

Esistono già diversi ambienti virtuali, da frequentare grazie al proprio avatar, per organizzare delle riunioni. Nel caso delle riunioni di redazione, potrebbero prendervi parte anche i “lettori”, se così possiamo chiamarli. Un esempio di ambiente virtuale utile per questo tipo di riunioni è Somnium space.

Inchieste immersive

Le tecnologie immersive offrono ai lettori, tramite i loro avatar, un contesto informativo più ampio di quello attuale: sono loro i protagonisti. Si muovono, agiscono in prima persona, al fine di esplorare, scoprire, capire. Ed essere maggiormente coinvolti. Un bell’esempio è “Hunger in Los Angeles” (l’esperimento ricostruisce una giornata tipo nelle mense per poveri di Los Angeles):

Interviste

Nel 2021, in piena pandemia (si era nel boom della variante Omicron), il giornalista del The Financial Times Henry Mance tentava da settimane di incontrare l’ex primo ministro britannico Nick Clegg (all’epoca in Meta). Mance e Clegg hanno fissato l’appuntamento per l’intervista in un metaverso, e hanno fatto incontrare i loro avatar.

L’esperimento è stato replicato anche in Italia, dal Corriere della Sera. Tra i VIP intervistati anche Bebe Vio, che presenta l’esperimento così su Instagram:

 

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Un post condiviso da Beatrice Maria Vio Grandis (@bebe_vio)

Vendere i “pezzi” come NFT

L’agenzia di stampa The Associated Press ha lanciato una raccolta di NFT (token non fungibili) sul marketplace di Binance. La raccolta, soprannominata “Unique Moments”, presenta versioni digitalizzate di foto e servizi giornalistici riguardanti alcuni momenti storici del secolo scorso. Qualche esempio: la resa del Giappone durante la seconda guerra mondiale, la scoperta di Plutone e così via. Il prezzo: 29 BUSD 29 (la stablecoin di Binance). Anche il New York Times e il New Yorker si sono buttati sugli NFT.

Blockchain e NFT sono utili anche per vendere delle membership ma anche per contrastare le fake news: ANSAcheck è “una soluzione che consente di certificare l’origine ANSA delle notizie grazie alla tecnologia Blockchain, che agisce come garante di trasparenza, sicurezza e apertura dell’informazione”. In questo caso, più che di metaverso si parla di Web 3.0.

Giornalisti virtuali

Il rischio per i giornalisti sarà un micidiale mix tra realtà virtuale e intelligenza artificiale: già si parla di giornalisti virtuali. Un esempio viene dalla Cina:

A tutto questo possiamo aggiungere, più lato editore, anche:

  • eventi (penso alle testate che organizzano i dibattiti politici durane le campagne elettorali)
  • feste per gli abbonati
  • servizi ai lettori (dal marketing a cimiteri virtuali al posto dei necrologi testuali?)
  • evoluzione dei podcast
  • contributi dei lettori (in una nuova ottica UGC, user generated content)

… e chissà cos’altro non riusciamo nemmeno a immaginare.

Per concludere possiamo dire che il mezzo, in questo caso, può davvero essere il messaggio. Ma quello che farà la differenza, come sempre, saranno i contenuti.

La conferenza di introduzione al metaverso

Ho tenuto un evento di presentazione del metaverso nel gennaio 2022:

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