Come ho portato il progetto Digeducati nel metaverso

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Progetto punto di comunità virtuale

Il progetto DigEducati prevedeva fino al giugno 2022, oltre alla creazione di una piattaforma per la gestione della community, la realizzazione di spazi concreti dove bambini e ragazzi (e adulti di riferimento) possono trovare supporto all’accesso e all’utilizzo dei contenuti digitali. Un totale di 30 punti di comunità diffusi in tutta la bergamasca. Ho quindi proposto ai responsabili del progetto di creare un 31esimo punto di comunità, non fisicamente sul territorio, bensì online su Roblox. Ho presentato il progetto lunedì 13 giugno 2022.

Roblox: che cos’è e il perché della scelta

Roblox è una piattaforma di gioco di genere MMO: si intende “massively multiplayer online” game, giochi in Rete in grado di supportare centinaia o migliaia di giocatori contemporaneamente. La piattaforma, sviluppata da Roblox Corporation nel 2006, permette a chiunque di creare i propri mondi virtuali (si possono anche creare anche giochi), che gli iscritti possono esplorare con il proprio avatar. Si può socializzare con altri iscritti.

L’iscrizione alla piattaforma è molto semplice, grazie al sito https://www.roblox.com. L’accesso può avvenire da PC ma anche da mobile, grazie alle app per iOS e Android.

Roblox è da qualche tempo uno dei passatempo preferiti della generazione Alpha (nati dal 2010), perfettamente in target per il progetto DigEducati, ed è tra l’altro un ambiente ragionevolmente sicuro (si rilevano solo alcuni giochi dai toni horror).

Il progetto

Il team grafico di PlaySys, composto da personale esperto nella creazione di modelli, ambienti e animazioni tridimensionali, ha utilizzato Roblox per creare uno spazio virtuale basato sugli spazi fisici realmente esistenti e creati col supporto di Fondazione Bergamasca.

Il reale a sinistra, il virtuale a destra:

Lo spazio è caratterizzato da un forte stile colorato, fresco e adatto agli utilizzi in ambito digitale. L’ambiente ha un impatto emozionale per un pubblico molto giovane ed è, allo stesso tempo, coinvolgente per progetti interattivi condotti da educatori. L’ambiente virtuale risulta ideale per sviluppare le attività di supporto educativo atte ad aumentare le competenze digitali dei più giovani. I ragazzi possono interagire tra loro e con gli educatori, usando anche oggetti virtuali (per esempio altalene, campo da basket, labirinto e così via).

Il ponte tra virtuale e reale

Lo scopo del progetto è portare bambini e ragazzi nei punti di comunità. Fisici.

Il punto di comunità virtuale ha quindi 3 obiettivi:

  • Parlare lo stesso linguaggio dei ragazzi, frequentare gli stessi luoghi.
  • Far interagire i ragazzi nel metaverso, anche con gli educatori, per conoscere il progetto Digeducati.
  • Portare i ragazzi nei punti di comunità sul territorio. Come? Grazie a un quiz (sui temi dell’educazione digitale) i ragazzi possono acquisire un badge. Questo permette di ritirare un premio (uno zainetto) nei punti di comunità.

Il “gioco” è attivo dal 27 giugno 2022.

Digeducati su Roblox: il link per accedere

Dopo aver installato Roblox sul proprio computer, è sufficiente andare a questo link “Digeducati su Roblox“.

Buon divertimento!

L’intervista per Bergamonews

Il quotidiano online Bergamonews.it mi ha intervistato sul progetto il 14 giugno 2022. Ecco l’intervista dal titolo “DigEducati sbarca nel metaverso: al via un punto di comunità virtuale su Roblox“.

Per rimanere aggiornati sulle ultime novità del mondo digitale, Fondazione della Comunità Bergamasca ha proposto due giornate di formazione per oltre 60 operatori – educatori, bibliotecari, insegnanti – coinvolti nel progetto ‘DigEducati’. Il 13 e 14 giugno l’appuntamento è al polo culturale di Daste, a Bergamo.

L’approfondimento su Roblox è affidato a Gianluigi Bonanomi, giornalista professionista specializzato in hi-tech e formatore sulla comunicazione online, che ha curato un focus su “Punto di Comunità virtuale: Roblox e il metaverso”. Ecco cosa ci racconta.

Perché aprire un punto di comunità su Roblox?

Volevamo qualcosa che attirasse bambini e ragazzi per poi portarli a frequentare i punti di comunità fisici. A partire dai giochi, molto intrattenimento, per arrivare alla proposta educativa. All’interno della piattaforma Roblox, i giocatori – che si muovono attraverso un avatar che è l’omino della Lego, per intenderci – potranno fare delle esperienze (ad esempio, prendersi cura di un cagnolino) in un ambiente virtuale tranquillo e considerato sicuro da molti genitori, e potranno incontrare gli operatori di DigEducati. Dal 27 giugno potranno rispondere a dei quiz sull’educazione digitale attraverso il proprio avatar, fino al raggiungimento di un determinato punteggio, necessario per poter ricevere un premio, da ritirare al punto di comunità fisico più vicino. In questo modo potranno apprendere informazioni sicure e competenze per un corretto utilizzo del web, conoscere gli operatori di progetto e toccare con mano le possibili attività a loro dedicate.

Perché è così importante per i ragazzi questa integrazione tra il reale e il virtuale?

In realtà i bambini e i ragazzi non si pongono questo problema. Sono nativi digitali, non hanno coscienza di un mondo senza connessione, senza cellulare, senza internet. Loro non sono né online, né offline, sono onlife. Noi andavamo al parchetto dell’oratorio, loro si incontrano sulle piattaforme. Per loro è un dato di fatto: la socialità è questa. D’altronde, se vogliono ascoltare musica, usano Spotify o youtube. Se vogliono studiare, la scuola chiede di avere Classroom (piattaforma che semplifica la creazione e la distribuzione di materiale didattico, l’assegnazione e la valutazione di compiti online, ndr). La tecnologia è uno strumento e non è corretto demonizzarla. Possiamo usarla molto bene ed avvicinarci al gusto e al linguaggio dei nostri bambini e ragazzi.

Qual è l’obiettivo formativo di un punto d’incontro virtuale nell’ambito di un progetto come DigEducati?

Immagino che qualcuno potrebbe pensare: ‘DigEducati serve per mettere dei paletti e porre limiti all’uso della tecnologia e voi andate ad aprire un punto di comunità virtuale’. Io rispondo che la soluzione non è usare meno tecnologia, ma usare bene la tecnologia. A genitori ed educatori potrà sembrare qualcosa di molto lontano, ma vale la pena far capire che dobbiamo imparare a convivere con la tecnologia, che sarà sempre più presente nella nostra vita. Il 65% dei nostri figli, dei bambini che vanno all’asilo e alle elementari oggi, farà un lavoro che oggi non esiste. Nella stragrande maggior parte dei casi avrà a che fare con la tecnologia. Dobbiamo essere bravi a cogliere le opportunità di questo strumento e saperle vedere anche quando sembrano problemi.

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