Lo storytelling su LinkedIn: intervista a Helga Ogliari

“Sono una stilista e sarta di racconti professionali. Aiuto professionisti ed imprenditori a raccontare la propria storia professionale in modo efficace per attrarre i clienti ideali.

Il mio mito è Coco Chanel, ma in realtà sono più simile ad Edna Mode, il buffo personaggio che realizza le divise degli Incredibili. Progetto e spesso confeziono racconti che hanno l’obiettivo di valorizzare il talento di professionisti ed imprenditori, trasformando le loro potenzialità in superpoteri.

L’amore per le storie ha determinato molte scelte chiave della mia carriera: la mia tesi laurea sulla sopravvivenza del mito in epoca contemporanea, la professione di consulente di carriera e formatrice, la creazione di un blog dove per anni ho raccontato storie professionali per finire con l’attività di ghost writer. Tutte queste scelte rappresentano nella mia vita quei puntini che, come ha suggerito Steve Jobs nel suo celebre discorso ai neolaureati di Stanford, ho potuto unire grazie agli studi di storytelling per costruire la mia attuale professione di personal branding storytelling consultant.”

Questo è il riepilogo Linkedin di Helga Ogliari, che altrove si definisce così: “156 centimetri di energia da trasmettere alle persone”. Con queste premesse, ho deciso che lei era la persona giusta per raccontarci come si usano le storie per raccontarsi online, su LinkedIn in particolare.

Helga, come è possibile far emergere la propria storia e la propria mission usando delle tecniche di storytelling in LinkedIn?

Linkedin rappresenta l’evoluzione narrativa del CV. E il fatto che sempre più spesso i recruiter di professione usino LinkedIn per trovare dei candidati dimostra che si assumono storie e non solo curriculum.

La maggior parte delle persone compila il proprio profilo LinkedIn limitandosi a fare copia-incolla del CV.  Ma in questo modo non sfrutta una delle grandi potenzialità di LinkedIn.

Se nel CV ci limitiamo a elencare una serie di dati (periodi temporali, aziende in cui abbiamo lavorato, ruoli e mansioni) su Linkedin possiamo, anzi dobbiamo, raccontarci.

Il che non significa solo riassumere tutte le esperienze professionali nella sezione riepilogo come se le raccontassimo a noi stessi. In primo luogo dobbiamo definire un interlocutore privilegiato. E poi dobbiamo ripercorrere il nostro percorso professionale mettendo in luce quegli elementi che ci fanno apparire agli occhi del nostro interlocutore come l’alleato ideale nella sua impresa. Anche la mission dovrebbe trasmettere questo messaggio. 

Io dico sempre che lo storytelling è un po’ scienza, un po’ tecnica, un po’ arte della narrazione ma è soprattutto uno strumento di comprensione della realtà. Le tecniche dello storytelling si possono applicare prima di scrivere una bio. Servono soprattutto per capire che tipo di alleato siamo e per chi siamo credibili in quelle vesti. A quel punto ogni sezione del profilo dovrebbe essere compilata per trasmettere quel messaggio in modo persistente.

Pensi si possa usare lo storytelling solo nel riepilogo oppure consigli di rivedere anche il racconto delle proprie posizioni lavorative e dei progetti in quest’ottica?

Come ho già detto, anche le esperienze professionali dovrebbe essere tradotta in chiave narrativa. Sul CV bastava elencare le mansioni, su Linkedin possiamo raccontare quale valore abbiamo portato in ogni esperienza e quali lezioni abbiamo appreso che possano tradursi in nuovo valore oggi.

Un’altra sezione molto importante è quella dei progetti, spesso viene sottovalutata. In questa sezione possiamo veramente emergere come l’alleato ideale, raccontando di quella volta in cui abbiamo risolto un problema o l’abbiamo evitato, trovando una soluzione o contribuendo alla creazione di qualcosa di nuovo.

In realtà, se ci pensiamo bene, anche i post che condividiamo raccontano qualcosa di noi. Ciò che consigliamo, ma soprattutto ciò che condividiamo e postiamo racconta qualcosa di noi, di ciò che siamo, del nostro atteggiamento mentale.

Qual è il miglior esempio di uso dello storytelling applicato a LinkedIn che conosci?

Mi piacerebbe tanto risponderti: il mio 🙂 Ma, si sa, il calzolaio ha spesso le scarpe rotte. Ci sono ancora molte aree in cui dovrei migliorare il mio profilo.  È uno dei buoni propositi per il 2018 e spero non faccia la fine della palestra e della maggior parte dei buoni propositi per l’anno nuovo 😉

Qui ti segnalo due profili che sono stati impostati nell’ottica che ho detto prima. Sono quelli di Francesca Tortorella (www.linkedin.com/in/francescatortorella) e di Emanuele Davenia (www.linkedin.com/in/emanuele-davenia).

In chiusura vi invito a guardare questa sua intervista sul tema del lavoro, dove spiega tra le altre cose che ognuno di noi dovrebbe concepirsi come un’azienda, la “IO SpA”, e dove racconta la genesi della fan page “Il lavoro che sogno“:

Segui il mio videocorso gratuito su LinkedIn

Per ricevere gratuitamente le videolezioni via email fai clic qui oppure premi sul banner qui sotto:

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento