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Che cos’è il Native Advertising? Lo spiega Ligatus

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“Native advertising” può sembrare l’ennesima etichetta di un mondo, quello del marketing digitale, necessariamente in costante fermento e sempre ricco di nuove definizioni ad effetto. Invece si tratta di una vera rivoluzione: lo dimostrano i tassi di crescita a tre cifre.

Di che cosa parliamo? In pratica si tratta di una sorta di gioco di prestigio: attirare l’attenzione del pubblico sulla pubblicità facendo in modo che non sembri pubblicità. Nulla di strano, anzi: è il trionfo della trasparenza. Gli utenti non vogliono più essere sommersi dai classici banner (il display advertising è infatti in crisi, travolto dall’indifferenza e, soprattutto, dagli Ad-blocker) ma accettano volentieri di leggere, tipicamente a fondo articolo nella pagina Web, contenuti interessanti, rilevanti, targettizzati sui loro interessi. Per questo il native advertising genera risultati importanti dal content marketing. Detto nella sostanza, anche la forma conta: gli utenti vogliono fruire di quei contenuti in modo non traumatico, non interruttivo per la navigazione, laddove sono più abituati a leggere le notizie o altri contenuti editoriali.

Tra i player più importanti di questo mercato c’è certamente Ligatus (www.ligatus.com). L’azienda tedesca, che quest’anno festeggia gli 11 anni di vita, è parte del gruppo Gruner + Jahr ed è presente in nove paesi europei, Italia compresa (dal 2013). I numeri sono impressionanti: vanta 31 miliardi di ad impression al mese e la bellezza di oltre 1.200 siti partner (solo siti Premium, dove il traffico non umano tende a zero). Pioniere tecnologico nell’area del performance marketing, investe svariati milioni di euro all’anno in ricerca e sviluppo. Tanto che attualmente la società è il #1 Native Performance Network in Europa.

Julien Mosse, Managing Director di Ligatus

Ci siamo fatti spiegare chi è Ligatus da Julien Mosse, che abbiamo incontrato a Milano in occasione del NetComm Ecommerce Forum. “La proposta di Ligatus – ha dichiarato il Managing Director per il Sud Europa – si articola principalmente in una piattaforma di annunci Native. Puntiamo tutto sulla qualità: non vogliamo dare, come molti fanno, un bel pacchetto vuoto. Quello che per noi fa la differenza è l’algoritmo, il posizionamento, il lavoro consulenziale degli account manager che accompagnano i clienti nella scelta delle migliori strategie e dei contenuti adatti e, soprattutto, il fatto che ci appoggiamo a una rete premium per evitare che il messaggio dei clienti finisca sui siti sbagliati, in ottica brand-safety”. In realtà esiste anche una piattaforma Self-booking utilizzabile in autonomia da chiunque; ma anche in questo caso vi è un controllo sulla qualità dei contenuti.

Per entrare ancor più nel dettaglio, abbiamo chiesto a Mosse che cosa si intende per Programmatic Native advertising: “Si tratta di un sistema per far comparire i contenuti giusti nel momento giusto alle persone giuste. Tecnicamente si sfruttano i dati e il processo decisionale in tempo reale, garantendo la pubblicazione sugli spazi disponibili solo dell’annuncio più pertinente per quel contesto”.

Recentemente Ligatus ha stretto importanti partnership con AppNexus e MediaSmart per ampliare ulteriormente le proprie capacità tecnologiche e il proprio network. Anche in quest’ottica, quali sono gli obiettivi dell’azienda nel prossimo futuro, con particolare riferimento al mercato italiano, in fermento ma certamente in ritardo rispetto ad altre realtà internazionali? “Molti clienti anche qui in Italia hanno capito i vantaggi, in alcuni casi la necessità, di fare native e di continuare a investire sempre più budget con noi, perché hanno visto quali risultati può portare la nostra piattaforma. Oggi siamo in Italia il player di riferimento in questo settore, vogliamo rafforzare questa posizione e rendere i clienti sempre più felici dei risultati che riescono a generare dalla nostra piattaforma”, ha concluso Mosse visibilmente soddisfatto. Come dargli torto: gli esperti di eMarketer dicono che entro un paio d’anni il native sarà il 70% di tutto il mercato dell’advertising digital.