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ChatGPT nelle vendite B2B

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Con la crescente importanza dei canali digitali nella comunicazione commerciale, per un venditore B2B è diventato sempre più importante acquisire nuove competenze legate a personal branding, social selling e relazioni online. Oppure trovare un assistente che dia una mano su questi aspetti, mentre si è impegnati altrove (visite, telefonate, lavoro d’ufficio, ecc.). L’assistente, però, non deve necessariamente essere un umano!

Perché un chatbot può essere utile nelle vendite B2B?

Esistono molte differenze tra le vendite B2B e quelle B2C, anche se con l’avvento dell’online ormai si parla sempre più spesso di H2H (da umano a umano, indipendentemente dal tipo di business). Ma se una differenza va sottolineata, è questa: le vendite B2B si basano sulle relazioni, tra l’altro con diversi attori. Come diceva il Cluetrain manifesto, i mercati sono “conversazioni”. Per questo un chatbot, vale a dire un programma nato per imitare le conversazioni umane e i mercati, risulta ideale per aiutarti nella vendita.

Più nello specifico, le competenze di un venditore B2B sono le seguenti.

  • Comprensione approfondita dei prodotti e servizi offerti.
  • Abilità nella gestione delle relazioni con i clienti.
  • Capacità di identificare le esigenze dei clienti e sviluppare soluzioni personalizzate.
  • Capacità comunicative, comprese le abilità di presentazione e negoziazione.
  • Competenze nell’utilizzo di strumenti digitali per la promozione della propria attività.

Uno strumento che può essere particolarmente utile per i commerciali B2B, in tutte queste attività, è ChatGPT, un chatbot che sfrutta l’intelligenza artificiale, sviluppato da OpenAI (per metà ormai nelle mani di Microsoft). Questo strumento, allenato con una quantità di dati mai vista prima, può aiutare i venditori B2B in molti modi: per esempio nella comunicazione, nell’automazione dei processi e nella raccolta di informazioni sul cliente. Prima ecco un’introduzione video a questo straordinario strumento:

Ora vediamo esempi d’uso pratici.

Lo studio del cliente

Prima di incontrare un cliente, puoi sfruttare ChatGPT per studiare l’azienda e l’interlocutore. Potresti partire dall’analisi dell’annual report. Ho chiesto al chatbot di analizzare il testo sulla strategia 2022-2025 di Eni e di evidenziarne i punti salienti. Pagine e pagine di testo sono riassunte in questo comodo bullet point:

Spesso, però, gli annual report sono molto lunghi (quello di ENI supera le 400 pagine). Per questo puoi usare Chatpdf: puoi caricare qualsiasi PDF (se oltre le 200 pagine, devi usare le API Key di OpenAI) e interrogare il chatbot sul contenuto del documento:

Per aziende meno strutturate basta prendere dei testi dal sito Web, o da una brochure, e chiedere a ChatGPT di riassumere i punti salienti riguardo storia, produzione, mercato, clienti e così via.

Puoi prepararti anche sui target. Questa la SWOT analysis di un buyer a partire dal suo profilo LinkedIn (a patto che non sia vuoto):

Qui mostro come fare la SWOT analysis di un CV:

La comunicazione con i clienti

ChatGPT può essere utilizzato per generare e personalizzare la comunicazione con i clienti. Facciamo un esempio concreto. Grazie a un prompt (insieme di istruzioni) personalizzato – dove si stabilisce qual è il tono, il contenuto e quale la call to action finale – puoi chiedere al chatbot di scrivere un’email al cliente per fare upselling.

Pensa invece se potessi scrivere un messaggio di follow-up dopo la riunione con il cliente con i punti salienti. Basta che registri l’incontro, trasformi il parlato in testo e chiedi a ChatGPT di fare il riassunto. Se la riunione è online, e usi Microsoft Teams (Microsoft è uno dei maggiori azionisti di OpenAI), puoi usare la nuova funzione di recap.

Sempre per quanto concerne le comunicazioni con i clienti, è possibile anche installare dei plugin di Chrome (segnalo WriteGPT) per chiedere a ChatGPT di rispondere direttamente alle mail, generando messaggi che tengano in considerazione tono, temi e contesto di quanto scritto dal mittente.

Altro punto interessante: internazionalizzazione della comunicazione. ChatGPT, al pari di traduttori che usano l’intelligenza artificiale come Deepl (consigliatissimo!), risulta particolarmente utile per scrivere in lingua straniera o revisionare testi e messaggi, nonché tradurre da e in qualsiasi lingua.

Lo studio del mercato

In ottica di “business artificial intelligence” (come la chiama McKinsey), ChatGPT può essere utilizzato per raccogliere informazioni sul mercato: sul cliente e sui competitor. Si può partire dallo studio di questi ultimi, gli “avversari”. Posso chiedere a ChatGPT di elencare aziende di un determinato settore, i loro prodotti, il modello di business e addirittura il fatturato stimato.

Mi raccomando: controllare sempre le informazioni generate. Spesso, purtroppo, ChatGPT inventa delle informazioni! Conviene quindi, a questo scopo, usare Bing.

Se i dati sono attendibili, si può proseguire. Potrei chiedere di restituire altri risultati o aggiustare il tiro. Se invece queste informazioni servono per una presentazione (a proposito, puoi delegare anche quella grazie a Tome), possiamo chiedere di metterle in una comoda tabella:

Tutte queste informazioni vanno controllare, perché ChatGPT non è (ancora) un motore di ricerca e le informazioni che ha “studiato” risalgono al 2021.

Lato studio dei clienti, Il chatbot può analizzare e raccogliere informazioni sulle loro esigenze, preferenze e comportamenti di acquisto. Per esempio, potrei dare in pasto al chatbot tutti i commenti che si trovano in un forum B2B, o in un e-commerce, per evidenziare le problematiche più ricorrenti espresse dal target. Io l’ho fatto per una sedia da ufficio. Sono andato su Amazon, ho filtrato per commenti a una stella e le ho copiate:

A quel punto, con le recensioni in memoria (in diverse lingue e con informazioni irrilevanti tra un testo e l’altro), ho chiesto a ChatGPT di evidenziare le critiche espresse al prodotto in un elenco. Il risultato è molto interessante:

Il marketing (e il personal branding)

Puoi anche chiedere a ChatGPT di aiutarti nel marketing. Lo so che non è il tuo mestiere, ma spesso nelle aziende meno strutturate non c’è un reparto marketing e devi arrangiarti, per esempio creando materiali di vendita, organizzando eventi o la presenza in fiera, e via dicendo.

Abbiamo parlato di analisi del target. Per creare contenuti e strategie funzionali, serve conoscere molto bene il target. Uno strumento usato nel marketing, oltre alla buyer persona, è la empathy map:

Possiamo chiedere a ChatGPT di aiutarci anche in questo:

Pensiamo a una strategia di inboud marketing: quanto sarebbe utile avere un cosiddetto “lead magnet”, un contenuto che generi contatti? Pensiamo a un webinar tecnico (format che ha spopolato durante la pandemia) o, meglio ancora, a un eBook. Potresti chiedere a ChatGPT di scrivere un libretto centrato sul problema del cliente. Non hai nemmeno idea di quale contenuto scegliere? Chiedilo a lui!

Poniamo che una di questa ti piaccia: per esempio la decima, “L’arredo ufficio a misura di dipendente: comfort e benessere sul posto di lavoro”. Possiamo chiedere a ChatGPT di proporre una scaletta dell’eBook.

Ora non resta che fargli scrivere i capitoletti.

E così via, fino a confezionare l’eBook, che potrebbe essere impaginato con Canva, magari con un cover creata da Dall-E, altro strumento di intelligenza artificiale di OpenAI che genera immagini a partire da istruzioni testuali. Per spingere quel contenuto online, potresti aver bisogno anche di fare della campagne di digital marketing, su Google o sui social: ovviamente ChatGPT può essere un ottimo copywriter per i tuoi annunci.

Lato marketing, ma di sé stessi, puoi farti aiutare da ChatGPT nel personal branding. Per sistemare il profilo LinkedIn, magari cercando le migliori keyword, legate anche al tuo business, per farti trovare.

Gli script di vendita

Se la tua azienda usa il telemarketing, potresti usare il chatbot per creare gli script di vendita.

Il training

Altra idea strampalata. Siccome una volta, per divertimento, ho chiesto a ChatGPT di impersonare un personaggio famoso, tipo Socrate, nulla mi vieta di chiedergli di mettersi nei panni di un cliente o, viceversa, di un venditore. Questo per allenarsi, superare le obiezioni, chiudere le trattative. Soprattutto se si è alle prime armi, ovviamente.

Puoi anche sbizzarrirti. Prova a usare un prompt del genere: “Agisci come un esperto venditore che ha studiato La bibbia delle vendite di Jeffrey Gitomer. Prova a vendermi un nuovo antivirus per aziende. Fai una domanda e aspetta la mia risposta”. Oppure chiedigli di applicare gli insegnamenti sulla persuasione di Robert Cialdini o i principi del lupo di Wall Street Jordan Belfort. O ancora sottoponigli le obiezioni dei clienti, per esempio con questo prompt: “Mi occupo di telemarketing. Vendo sistemi di sicurezza per la casa telefonicamente. Il cliente sostiene che non gli serve un sistema di sicurezza per la casa perché non possiede nulla di valore. Come posso rispondere a questa obiezione?

GPTBoss è uno strumento che consente di “assumere”, si fa per dire, dei chatbot al posto dei dipendenti. Alcuni di questi sono stati istruiti per fare i business coach.

Il webinar sull’uso di ChatGPT nella vendita B2B

Il 22 marzo 2023 ho tenuto un webinar con Luca Image sul tema “Come usare ChatGPT nella vendita B2B“.

Il corso su ChatGPT

Scrivimi per una consulenza o per organizzare un corso su ChatGPT

 

 

 

“Social Media B2B” di Bodnar e Cohen

Dopo essermi occupato per diverso tempo di Social Media B2C, da qualche tempo mi occupo prevalentemente di Social Media B2B. Che differenza c’è? “Social Media Business To Consumer” vuol dire gestire pagine che parlano direttamente al cliente finale (la pagina Facebook di un ristorante, il profilo Twitter di un hotel, il canale YouTube di un professionista) mentre il “Social Media Business To Business” si occupa di profili che si rivolgono ad altre aziende o professionisti. Lo scenario cambia completamente: cambiano i temi, cambiano i toni, cambiano gli scopi. Se un tempo si parlava solo di Social Media B2C, ora invece l’uso dei social per fare, per esempio, lead generation (in soldoni: trovare nuovi clienti) sta letteralmente esplodendo.

Questo testo, scritto da due guru del settore (Bodnar, per esempio, lavora presso HubSpot: quelli, per intenderci, che hanno inventato l’espressione “inbound marketing“), parte con un concetto molto forte: i social media sono più adatti al B2B che al B2C. Boom! I motivi sono diversi, ne cito un paio. Primo perché il target è noto e profilato e, secondo, perché i contenuti sono molti e di qualità. Partendo da questo presupposto gli autori mostrano quali sono gli strumenti per fare lead generation (non solo social, ma anche il Web con le landing page) e quali le best practice. Molte le dritte, alcune davvero preziose: per esempio come fare reach building, come si calcola il ROI (ritorno dell’investimento) dei social media e quali caratteristiche devono avere eBook e Webinar per diventare veri contenuti “conversori”.

 

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