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Babelfish, lo scandalo Faletti e le traduzioni con l’intelligenza artificiale

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Il Pesce di Babele, o Babelfish, è un concetto interessante e provocatorio proveniente dalla serie letteraria “Guida galattica per gli autostoppisti”, scritta da Douglas Adams. Questo piccolo pesce giallo, quando inserito nell’orecchio, permette di comprendere istantaneamente qualsiasi lingua dell’universo​​. Un sogno di molti, soprattutto per chi – come noi italiani – studia inglese fin da bambini con esiti deprimenti: “The pen is on the table” e poco altro.

Mentre la natura improbabile del Babelfish è stata usata come un argomento umoristico sulla non-esistenza di Dio nella serie di Adams​, nella pratica ha ispirato molti progetti di traduzione. Per esempio, Yahoo! tempo fa creò un’applicazione web chiamata proprio Babel Fish: permetteva la traduzione di testi o siti web da e verso numerose lingue​. Più recentemente anche Google, con il suo Traduttore, ha provato (con esiti alterni) a regalarci il Pesce di Babele.

Lo scandalo Faletti

Ma qui serve raccontare una storia: quella del caso Faletti. Per farla breve: i suoi libri, tra gli altri “Io sono Dio”, è pieno di frasi italo-americane che confondono i lettori italiani: espressioni idiomatiche e slang che sembrano incomprensibili o mal tradotti, alimentando dubbi sulla capacità di Faletti di scrivere efficacemente nella sua lingua madre. Alcuni sostengono che Faletti, avendo trascorso molto tempo negli Stati Uniti, abbia esagerato nel suo tentativo di “americanizzare” il suo stile di scrittura, altri che abbia mal tradotto libri altrui.

Meglio fare un esempio. A un certo punto, durante una discussione, un personaggio esclama: “Non girare intorno al cespuglio, Peter!”. Che cosa diavolo vuol dire? Chi ha indagato, ha scoperto che si tratta di una orribile traduzione dell’espressione “Don’t beat about the bush”. Un buon traduttore sa benissimo che vuol dire “Non tergiversare” o, meglio ancora, andrebbe reso come “Non menare il can per l’aia”. Infatti, ChatGPT lo sa (provate a chiederglielo!), come lo sa un ottimo traduttore che sfrutta l’intelligenza artificiale come Deepl.com:

Nei libri di Faletti si trovano tante altre schifezze come questa:

– «Pensavo che una ventina di grandi vi avrebbero fatto comodo.»

Ma chi chiama così il denaro?

L’intelligenza artificiale per la traduzione

Insomma: i vecchi traduttori, che lavorano parola per parola, ignorando il contesto della lingua di destinazione non hanno più senso. La vera rivoluzione è arrivata con l’introduzione dell’intelligenza artificiale: Google, per esempio, ha aggiornato gli algoritmi del suo servizio di traduzione online nel 2016, introducendo la Neural Machine Translation. Questa tecnologia, basata su una rete neurale artificiale, tenta di simulare l’approccio del cervello umano alla traduzione, riducendo il numero di errori del 80% e avvicinando così il software all’ideale 100% del Babelfish​.

La velocità dell’innovazione dell’IA lascia a bocca aperta persino me. A metà 2023 ho scoperto l’applicazione Rask AI, che sta ridisegnando la traduzione e il doppiaggio dei video aziendali, offrendo un servizio di localizzazione efficiente e conveniente che eguaglia la qualità umana​​. In pratica, gli dai in pasto un video in italiano e te lo restituisce tradotto in altra lingua automaticamente. Fin qui, bello ma manca l’effetto WOW! Eccolo: ti clona la voce, e le frasi in inglese, spagnolo e tedesco sono “recitate” con la TUA voce. WOW, vero?

Faccio un esempio concreto. Ho chiesto a Rask di localizzare in spagnolo questo video, dandogli solo l’URL:

Ed ecco uno spezzone del risultato:

I sottotitoli in tempo reale in PowerPoint

In conclusione, mentre il Pesce di Babele rimane (per il momento) una fantasia, l’intelligenza artificiale sta portando la traduzione automatica sempre più vicina a questo ideale. Queste tecnologie non solo stanno cambiando il modo in cui le aziende e le persone comunicano a livello globale, ma stanno anche aprendo nuove opportunità per una comunicazione interculturale più efficace.

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Come creare un piano di content marketing con ChatGPT

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L’arte di interrogare le intelligenze artificiali generative è conosciuta come “prompt engineering“. Un input ben fatto fa la differenza tra un output eccellente e una accozzaglia di parole inutili (vale la regola GIGO: “garbage in garbage out“). In questa pagina voglio mostrarti un prompt utilissimo per trasformare ChatGPT nel tuo consulente di marketing, anzi di content marketing. Si tratta di un prompt più elaborato di quelli che si usano di solito, perché obbliga il chatbot a fare tutta una serie di domande su posizionamento, servizio, target, strategia e altro. Tutto con un prompt solo, il seguente.

Il prompt iniziale

Agisci come un esperto di digital e content marketing. Ti chiederò di creare un piano editoriale e i contenuti per la comunicazione digitale della mia attività: contenuti per il blog, profili LinkedIn, Facebook e YouTube, newsletter. Prima di iniziare, voglio che tu comprenda a fondo il mio business e i il mio mercato, i miei clienti. Fammi almeno 20 domande riguardo mercato, target e tutto quello che ti serve per fare contenuti efficaci al meglio delle tue possibilità. Fammi una domanda alla volta e aspetta la mia risposta prima di fare la domanda successiva. Hai compreso il compito?

Ecco le tre caratteristiche di questo prompt:

  1. Si mette il chatbot in ruolo, quello dell’esperto della materia.
  2. Si chiarisce l’obiettivo.
  3. Si chiede di fare una ventina di domande, aspettando di volta in volta la risposta.

Questo prompt rispetta il mio metodo G.O.L.:

La conversazione con ChatGPT

A questo punto ChatGPT si mette nei panni dell’intervistatore. Le sue domande sono pertinenti, la conversazione sostenuta e utile.

Il piano editoriale

Al termine delle domande, e delle mie risposte, il chatbot ha compreso obiettivi e target. Quindi posso chiedergli di creare un piano editoriale diviso per canali.

Contenuti d’esempio

Chiaramente il piano editoriale non mi basta, quindi gli chiedo di farmi degli esempi di contenuti. Lui propone dei titoli.

Ovviamente a questo punto posso chiedergli di creare tutti i contenuti che mi servono.

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Parla con il mio chatbot: chiedi quello che vuoi sui miei libri

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Da qualche anno tengo corsi sull’A.I. generativa, ma è dall’esplosione di ChatGPT alla fine del 2022, che ho iniziato a sperimentare quotidianamente chatbot, generatori di testi e altro. Sto testando diversi chatbot, soprattutto alimentandoli con i miei contenuti. In questo caso ho dato in pasto a Dante AI una ventina di miei libri (da Questo titolo spacca a Musica Liquida, da Anche i nerd nel loro piccolo sghignazzano a Guida calcistica di LinkedIn), lui li ha digeriti e ora puoi interrogarlo su tutti quei contenuti. Qualche esempio di domanda che puoi fargli? Eccoli:

  • Leggimi 5 battute tecnologiche
  • Che cosa si intende per LinkedIn SEO?
  • Come posso scrivere titoli online più efficaci?

Parla con il mio chatbot

Ed ecco il mio chatbot a tua completa disposizione. Interrogalo in italiano (ma anche in altre lingue) in “Write your message”.

I tool per clonarsi

Stavo testando diversi strumenti per creare chatbot personalizzati (per esempio whismer.com oppure igenius.ai) quando mi sono imbattuto negli ottimi Dante AI e ChatBase. Il chatbot che vedi sopra è di ChatBase. Ora ti mostro come creare una cosa simile anche con Dante.
La promessa nella home page di Dante era intrigante: “Chatbot basato su GPT personalizzato e alimentato con i tuoi dati. Zero programmazione. Condividilo sul tuo sito in pochi minuti”.

 

Sembrava un miraggio poter creare, addestrare e implementare un chatbot personalizzato in soli cinque minuti, ma così è stato. Questo strumento basato sull’intelligenza artificiale (e ChatGPT) consente a chiunque, indipendentemente dalle competenze tecniche, di realizzare una chatbot su misura in pochi e semplici passaggi. Cosa che, fino allo scorso anno, avrebbe richiesto un team di sviluppatori e costi nell’ordine delle decine di migliaia di euro. Tra l’altro, Dante permette agli utenti più esperti di integrare il chatbot personalizzato in una serie di altre applicazioni o piattaforme, come questo sito WordPress.

Una nota per chi volesse provarlo: Dante offre un piano gratuito che dà agli utenti accesso al modello GPT-3.5-Turbo, insieme a 30 crediti/messaggio al mese. Dante offre anche piani a pagamento a partire da soli 10 dollari al mese: il piano che ho sottoscritto io (ma che non mi consente di personalizzare il chatbot che vedi qui sotto).

Il training per la knowledge base

Con Dante, gli utenti possono addestrare il chatbot utilizzando una vasta gamma di tipi di dati. È possibile alimentarla con vari formati di file, siti web, immagini e video, creando così una base di conoscenza adattata alle specifiche esigenze. Io ho scelto i miei libri.

Per istruire il chatbot di Dante AI gli ho fornito la versione DOC dei miei testi (che promettono di salvare in “secure and encrypted AWS servers”, vedi FAQ). Usare documenti “puliti”, e non PDF con impaginazioni “rognose”, è sempre meglio. La procedura di caricamento dei documenti nella knowledge base è semplicissima, basta prendere i file e trascinarli sul sito. Anche il training sui contenuti dura pochissimi secondi, dopo i quali il sistema è in grado di rispondere, in modo evoluto, a qualsiasi domanda riguardante i contenuti caricati. Può rispondere anche ad altre domande non pertinenti (tipo “Come si fa una pizza col cornicione ripieno?”), come farebbe ChatGPT (il cui motore sta alla base di Dante AI), ma il valore aggiunto del io chatbot sta ovviamente nella conoscenza specifica.

Ecco qui la schermata che conferma la conclusione del training sui miei dati:

Ecco qui invece il prompt che Dante AI usa per interrogare quella base di dati:

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Come l’Intelligenza Artificiale sta “craccando” il codice della civiltà umana (secondo Harari)

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Parto da una premessa: non mi piacciono gli allarmisti, spesso con secondi fini. Tipo i giornalisti che sparano titoli sull’estinzione della specie umana per colpa di ChatGPT… Non sto scherzando, eccone un esempio:

Oppure, molto più concretamente, si paventa la sopravvivenza ma senza lavoro:

Non amo questo approccio, e soprattutto sposo questa tesi di Luciano Floridi (dal libro “Etica dell’intelligenza artificiale“):

Alcune persone continueranno a vendere previsioni catastrofiche, con scenari distopici che hanno luogo in un futuro sufficientemente distante da garantire che tali Geremia non saranno più in circolazione per essere smentiti. La paura vende sempre bene, come i film sui vampiri o sugli zombie.

Che cosa dice Harari?

L’intelligenza artificiale sta cambiando radicalmente la storia umana, penetrando nel sistema operativo della nostra civiltà. Questo avanzamento, come sostiene lo storico e filosofo Yuval Noah Harari, già autore dei grandissimi libri “Sapiens” e “Homo Deus”, è il risultato della straordinaria capacità di manipolare e generare linguaggio di AI, che comprende parole, suoni e immagini.

Il linguaggio – sostiene Harari nell’articolo “Yuval Noah Harari argues that AI has hacked the operating system of human civilisation” – è l’elemento fondamentale di quasi tutte le culture umane. Diritti umani, divinità, e persino denaro sono artefatti culturali che abbiamo creato attraverso storie e leggi. Ma cosa succederebbe se un’intelligenza non umana diventasse più abile di un umano medio nel raccontare storie, comporre melodie, disegnare immagini e scrivere leggi e scritture?

Gli strumenti AI come ChatGPT stanno già mostrando il potenziale di produrre in massa contenuti politici, fake news e “scritture” per nuovi culti. Queste capacità potrebbero avere un impatto enorme sulle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti nel 2024, tra l’altro. Nel futuro, potremmo vedere i primi culti nella storia i cui testi sacri sono stati scritti da un’intelligenza non umana. Anche a un livello più prosaico, potremmo presto trovarci a condurre lunghe discussioni online su temi come l’aborto, il cambiamento climatico o l’invasione russa dell’Ucraina con entità che pensiamo siano umane, ma che in realtà sono Altro che test di Turing

Grazie alla sua padronanza del linguaggio, l’IA potrebbe anche formare relazioni intime con le persone e utilizzare il potere dell’intimità per cambiare le nostre opinioni e visioni del mondo. Questo potrebbe spostare il campo di battaglia per il controllo dell’attenzione umana, da social media alla creazione di relazioni intime di massa con milioni di persone.

Altra opinione interessante di Harari: le IA potrebbero diventare un oracolo onnisciente per le persone, rendendo superflui la ricerca su Google, la lettura di giornali o la visione di pubblicità.

La fine della storia (umana)

Tutto questo potrebbe portare alla fine della storia umana. Non la fine della storia in sé, ma la fine della sua parte dominata dall’uomo. Cosa succederà al corso della storia quando l’IA prenderà il controllo della cultura e inizierà a produrre storie, melodie, leggi e religioni? L’IA può creare idee completamente nuove, una cultura completamente nuova.

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Come installare un’AI generativa sul proprio PC [guida a GPT4all]

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ChatGPT è una meraviglia, le altre AI che arriveranno saranno altrettanto utili, ma i professionisti che sto incontrando aspettano altro. Le esigenze sono tre:

  • avere una sorta di Wikipedia personale, istruita sui propri documenti;
  • badare alla privacy dei dati (prevalentemente dei clienti);
  • automatizzare il più possibile compiti noiosi e ripetitivi, per concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto.

Quindi ChatGPT non è la risposta. In questo articolo voglio parlarti di un esperimento che ho fatto: ho installato una AI personale in locale. Parlo di GPT4All, utile per risolvere il problema della privacy.

Che cos’è GPT4All?

GPT4All è un progetto gratuito e open source (scopri qui che differenza c’è), nato dall’ingegno di Nomic AI, un team di sviluppatori statunitense. GPT4All ha l’obiettivo di democratizzare l’accesso all’intelligenza artificiale. Permette di sfruttare modelli linguistici basati su GPT-J e LLaMA, entrambi alla base di soluzioni IA avanzate: LLaMA è un modello linguistico sviluppato da Meta (quindi Facebook), mentre GPT-J si basa su GPT-2 di OpenAI (un po’ datato: 2019). Nonostante questi modelli possano sembrare un gradino sotto il modello ChatGPT di OpenAI basato su GPT-4, offrono un vantaggio unico: la privacy. Con GPT4All, i dati e le query (prompt) vengono gestiti localmente sul tuo PC (bastano dai 4 agli 8 Gb di RAM per funzionare!), evitando server esterni e la condivisione di informazioni con terzi.

Una curiosità, prima di iniziare. Qui puoi esplorare una mappa interattiva dei dati usati per il training: https://atlas.nomic.ai/map/gpt4all-j-prompts-curated

Come installar GPT4All sul PC

Sei interessato all’installazione di GPT4All sul tuo PC?

Prima di tutto, visita il sito ufficiale del progetto, gpt4all.io e fai clic su “Scarica client di chat desktop” e seleziona “Windows Installer -> Windows Installer” per avviare il download. Ci sono anche versioni per macOS e Ubuntu.

Segui le istruzioni della procedura guidata per completare l’installazione. Niente di troppo complicato.

Dopo l’installazione, potrai avviare GPT4All dal collegamento sul tuo desktop. Ricorda, dovrai scaricare alcuni modelli linguistici prima di iniziare a utilizzare l’applicazione. Ti consiglio di scaricare il modello “gpt4all-j-v1.3-groovy”, anche se pesa alcuni Gb: attualmente è il migliore tra quelli disponibili. Puoi anche sperimentare con il modello LLaMA 13b addestrato da Nomic AI (quelli che hanno creato GPT4All), ma puoi sempre farlo in un secondo momento.

Una volta scaricati i modelli linguistici, devi inserire le API di OpenAI e potrai iniziare a chattare con l’IA selezionando il modello desiderato dal menu a tendina. La lunghezza massima di una risposta è 4.096 token, circa 3.000 parole. Se una risposta non ti convince, puoi chiedere all’IA di generarne una nuova cliccando su “Rigenera la risposta”.

GPT4All offre la possibilità di chattare in diverse lingue, ma per ottenere risultati ottimali ti consiglio di usare l’inglese. Nonostante possa sembrare meno potente rispetto a ChatGPT, GPT4All permette di scaricare diversi modelli linguistici, ed è solo questione di tempo prima che vengano rese disponibili versioni più potenti.

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ChatGPT passerebbe il mio esame universitario sul digital marketing?

Da un paio d’anni sono titolare della cattedra di Digital Marketing del biennio specialistico dell’Università SantaGiulia di Brescia. Nell’ultimo corso ho fatto una testa così ai miei studenti affinché usassero il più possibile ChatGPT durante le esercitazioni in classe. Poi ho pensato: ma il chatbot passerebbe il mio esame orale? Allora l’ho interrogato, facendo domande basilari e non quelle per la lode. Ecco come è andata, che voto ha preso.

Il prompt che ho usato

L’interrogazione dell’oracolo AI avviene tramite i cosiddetti prompt (qui trovi un articolo su come si creano i prompt con il mio metodo G.O.L.). Ecco quello che ho usato io con ChatGPT Plus versione GPT4, che altrove, dicono, ha passato esami ben più impegnativi del mio:

Agisci come uno studente universitario di digital marketing che sta sostenendo un esame orale. Rispondi alla mia domanda in modo preciso e conciso, con al massimo 100 parole, usando anche esempi. La domanda è:[DOMANDA]

Nota importante: ho usato la versione GPT4 di ChatGPT (disponibile per gli utenti di ChatGPT Plus).

Domanda 1: che differenza c’è tra marketing e comunicazione?

Risposta di ChatGPT: Il marketing è un approccio strategico per promuovere prodotti o servizi con l’obiettivo di generare vendite. Ad esempio, una campagna di marketing può includere l’analisi del mercato, la pianificazione del prezzo, e la distribuzione. La comunicazione, invece, è un sottoinsieme del marketing che si concentra sull’invio di messaggi ai clienti attraverso vari canali, come la pubblicità o i social media. Per esempio, la creazione di un post su Instagram per promuovere un nuovo prodotto è un’attività di comunicazione all’interno di una campagna di marketing più ampia.

Mio commento: risposta corretta, all’esame chiederei di fare degli esempi di marketing più ficcanti. Qui un approfondimento sulla differenza tra marketing e comunicazione.

Domanda 2: che differenza c’è tra social network e social media?

Risposta di ChatGP: I social network sono piattaforme online che connettono le persone, come Facebook o LinkedIn, permettendo la condivisione di contenuti e la creazione di relazioni. I social media, invece, sono un concetto più ampio che include i social network, ma anche altre forme di media sociali come blog, forum e siti di condivisione di video, come YouTube. Un esempio di questa differenza può essere visto confrontando Facebook (un social network) con WordPress (un media sociale, ma non un social network).

Mio commento: risposta tutto sommato corretta anche se non brillantissima. Non mi fa impazzire, sinceramente. Per esempio sottolineerei che social come Facebook e LinkedIn siano anche social media. Calzante invece l’esempio di WordPress. Ho parlato di questo tema qui:

Domanda 3: che cosa sono le buyer personas?

Risposta di ChatGP: Le buyer personas sono profili dettagliati e semi-fittizi dei clienti ideali di un’azienda. Essi descrivono caratteristiche demografiche, comportamenti, necessità e motivazioni. Ad esempio, “Claudia, 35 anni, manager IT, amante della tecnologia, cerca soluzioni di sicurezza informatica per proteggere i dati aziendali”. Utilizzare le buyer personas aiuta a personalizzare e orientare le strategie di marketing verso gruppi target specifici, migliorando l’efficacia delle campagne.

Mio commento: Nulla da obiettare, risposta corretta e buon esempio che dimostra come le buyer personas vadano oltre i dati socio-demografici. Qui racconto come usare ChatGPT per costruire le buyer personas:

Domanda 4: fammi tre esempi di strumenti digitali che possono aiutare a costruire un piano editoriale.

Risposta di ChatGP:

  1. Trello: un’applicazione di project management che permette di organizzare e pianificare contenuti attraverso “tavole”. Per esempio, si può creare una tavola per ogni mese con le relative attività.
  2. Google Trends: uno strumento che mostra le tendenze di ricerca su Google, utile per identificare argomenti di tendenza e ottimizzare il piano editoriale.
  3. SEMrush: una piattaforma per l’analisi dei dati SEO, che consente di trovare parole chiave efficaci per il contenuto da pianificare. Ad esempio, può aiutare a scoprire quali termini stanno attirando traffico nel tuo settore.

Mio commento: Avrei preferito un minimo di introduzione ma la scelta degli strumenti è molto interessante. In modo particolare, a lezione, parliamo molto di Google Trends:

Domanda 5: crea un funnel, a partire da un lead magnet, per vendere delle consulenze di cybersecurity

Risposta di ChatGP: Il lead magnet potrebbe essere un report gratuito sulle ultime minacce alla sicurezza informatica. Attraverso i social media e il SEO, si attirano visitatori al sito, dove si offre il report in cambio della loro email. Questo genera lead. La serie di email di follow-up fornisce ulteriori consigli sulla sicurezza informatica, costruendo fiducia e posizionando l’azienda come esperta nel campo. L’ultima email offre una consulenza sulla sicurezza informatica. Ad esempio, un’analisi personalizzata delle vulnerabilità della loro rete.

Mio commento: esempio davvero calzante. Se ne trovano moltissimi in Rete. Per esempio nel caso di Seqrite, per scaricare il report sulle ultime minacce informatiche occorre dare i propri dati.

Domanda 6: che cosa intende Kotler per “marketing 4.0”?

Risposta di ChatGP: Marketing 4.0, come definito da Philip Kotler, è un approccio che integra il marketing tradizionale con il digitale. Pone l’enfasi sulla digitalizzazione e l’interazione con i clienti attraverso vari canali online. Include l’uso di social media, SEO, content marketing, e molto altro. Un esempio è l’utilizzo di Facebook per interagire direttamente con i clienti, offrendo risposte immediate e personalizzate alle loro domande.

Mio commento: La risposta è corretta ma insoddisfacente, avrei apprezzato un cenno al perché con i conti siamo arrivati a “4.0” (per la cronaca 1.0 è incentrato sul prodotto, 2.0 è orientato al consumatore, con un focus sulla differenziazione del prodotto e sulla segmentazione del mercato, 3.0 si basa sui valori). A margine, ho caricato il testo “Marketing 4.0” di Kotler (che uso come testo d’esame) su AskyourPDF e questa è la risposta dedotta direttamente dal libro:

Domanda 7: come potrebbe un bar sfruttare il digital storytelling?

Risposta di ChatGP: Un bar può utilizzare il digital storytelling attraverso i social media, creando contenuti che raccontano la storia del bar, i suoi cocktail unici o eventi speciali. Ad esempio, un post di Instagram potrebbe mostrare un barista che crea un cocktail con una descrizione dettagliata dei suoi ingredienti e della sua storia. Questa strategia può aiutare a coinvolgere i clienti, creare un senso di comunità e aumentare la visibilità online del bar.

Mio commento: Risposta tutto sommato corretta ma non entusiasmante. Anzi, debolissima. Ho chiesto quindi a ChatGPT di essere più creativo e convincente. Ecco la seconda risposta: Il bar potrebbe sfruttare il digital storytelling creando una “Serie di Cocktail Leggendari”. Ogni settimana, potrebbe essere rilasciata una storia su Instagram o un video su YouTube che racconta la leggenda di un cocktail specifico. Ad esempio, il cocktail potrebbe essere legato a un evento storico o a una celebrità. Questo crea anticipazione e coinvolge i clienti, invitandoli a provare il “cocktail della settimana”. Inoltre, i clienti potrebbero essere incoraggiati a condividere le loro storie con il cocktail, creando così contenuti user-generated.

Mio commento: decisamente meglio! Un ottimo esempio di digital storytelling su YouTube in questo settore è di StarBucks:

Domanda 8: che differenza c’è tra up-selling e cross-selling?

Risposta di ChatGP: L’up-selling incentiva il cliente a comprare una versione più costosa o superiore del prodotto già considerato. Ad esempio, suggerire un laptop più avanzato quando un cliente sta guardando un modello base. Il cross-selling propone prodotti complementari all’acquisto principale. Ad esempio, offrire un mouse e una borsa per laptop al cliente che sta acquistando un laptop. Entrambe le strategie mirano ad aumentare il valore del carrello medio.

Mio commento: Corretto. Per esempio su Amazon, quando cerchi un laptop, in effetti ti mostra i modelli superiori e gli accessori:

Domanda 9: che cosa si intende per marketing automation e come useresti ChatGPT in quest’ottica?

Risposta di ChatGP: La marketing automation è l’uso di tecnologie per automatizzare e semplificare le attività di marketing, migliorando l’efficienza e il ROI. ChatGPT può essere utilizzato per automatizzare l’interazione con i clienti, rispondendo immediatamente alle domande frequenti, fornendo informazioni sui prodotti o guidando gli utenti attraverso il processo di acquisto, riducendo così il carico di lavoro del team di assistenza clienti e migliorando l’esperienza dell’utente.

Mio commento: La risposta è tutto sommato onesta, senza infamia né lode. Per un approfondimento su questo tema suggerisco di leggere questo libro di Vincenzo Cosenza:

Domanda 10: come si può applicare la SEO al profilo LinkedIn?

Risposta di ChatGP: La SEO su LinkedIn riguarda l’ottimizzazione del profilo per essere trovati facilmente. Questo può essere fatto utilizzando parole chiave rilevanti nel titolo del lavoro, nella sintesi e nelle descrizioni delle esperienze. Ad esempio, se sei un consulente di digital marketing, includi termini come “SEO”, “content marketing” o “strategia digitale” nel tuo profilo. Inoltre, raccogliere raccomandazioni e competenze può aumentare la visibilità, poiché LinkedIn priorizza i profili con interazioni elevate.

Mio commento: Nulla da eccepire. Qui un approfondimento:

Il voto finale

Tutto sommato ChatGPT ha passato l’esame con un buon 27.

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“ChatGPT e intelligenza artificiale: strumenti a supporto dell’Umanità?”: il video dell’evento di Lecco del 12 maggio 2023

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Il 12 maggio 2023 sono stato invitato dal Giornale di Lecco e dall’associazione Libertà Protagonista a parlare di intelligenza artificiale e ChatGPT insieme ai compagni di viaggio Canzio Dusi e Paolo Dalprato (che ne ha scritto sul suo blog). In questa pagina trovi il video integrale dell’evento, oltre alle slide e ad alcuni articoli.

Il video integrale dell’evento di Lecco

L’evento, che ha visto la partecipazione di molti cittadini e rappresentanti delle istituzioni locali, è stato registrato. Qui trovi il video integrale, della durata di circa 75 minuti, dove Canzio, Paolo ed io ci passiamo la palla per parlare di intelligenza artificiale generativa, ChatGPT & friends, rischi e opportunità. Buona visione.

Le slide dell’evento

Abbiamo deciso di mettere a disposizione anche le slide usate durante l’evento:

Evento_Chatgpt_Lecco_12maggio2023

L’intervista per PrimaMerate

In previsione dell’evento sull’intelligenza artificiale del 12 maggio 2023 a Lecco, sono stato intervistato dal Giornale di Lecco e dal quotidiano online PrimaMerate. Queste le mie risposte.

L’AI fa paura?

Secondo me dobbiamo attuare un approccio scevro da qualsiasi ideologia e chiederci “questa roba qui serve?” O è una cosa tipo metaverso? No, no, qui siamo davanti non solo a una “bella e divertente novità”, ma a uno strumento che la gente sta già usando. L’AI di chatGPT a breve sarà dentro Word, Excel o Power point, potrà fare una presentazione o scrivere poesie, come mi ha detto un signore 70enne durante un corso, che ha chiesto a chatGPT di scrivere una poesia per il compleanno della moglie! Le applicazioni pratiche sono innumerevoli e a portata di mano; state cercando lavoro? Date in pasto a chatGPT il vostro curriculum e l’annuncio di lavoro per cui vi candidate e chiedete di preparare una lettera di presentazione. Di recente ho tenuto un corso per bibliotecari e abbiamo provato a far creare un percorso di lettura a chatGPT sulla base dei gusti del lettore.

E cosa ne pensa delle accuse che l’AI ruberà il lavoro agli uomini?

Sarà che io sono ottimista di natura, ma ritengo che non è l’intelligenza artificiale a rubarti il lavoro, è un professionista che sa usare l’intelligenza artificiale che a rubarti il lavoro!

Gli articoli sul Giornale di Lecco

Questo il primo articolo sull’evento uscito sul Giornale di Lecco a fine aprile.

29_04_2023_Giornale_di_LECCO_evento_intelligenza_artificiale_Bonanomi_Dusi

Questo l’articolo sul Giornale di Lecco uscito dopo l’evento:

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Come l’intelligenza artificiale può ridurre i costi aziendali (senza licenziamenti): esempi pratici

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L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando ogni aspetto della nostra vita: da come viaggiamo (i navigatori satellitari smart, precisi al minuto) agli acquisti (prezzi dinamici), da quello che guardiamo in streaming (il fenomenale algoritmo di profilazione di Netflix) a come giochiamo (in alcuni videogame alcuni personaggi virtuali sono… autonomi). Ma è nel mondo delle aziende che l’AI promette di essere dirompente. Grandi e piccole che siano, le imprese possono già usare alcuni strumenti per automatizzare i processi e, cosa che fa brillare gli occhietti degli imprenditori, ridurre i costi, anche senza tagliare il personale! In questo articolo elencherò alcune applicazioni dell’intelligenza artificiale generativa, nonché altri tool AI già in uso.

Automazione del caricamento dei prodotti e-commerce

Molti, dal dicembre 2022, hanno usato ChatGPT per molti usi divertenti: dal farsi suggerire itinerari alle ricette, dalle conversazioni con Napoleone alla revisione del CV. Ma in azienda? È possibile usare il celebre chatbot per compiti ripetitivi, liberando i dipendenti per azioni più utili. La risposta è sì. Per esempio è possibile usare un foglio di calcolo con integrato ChatGPT: il chatbot riconosce il prodotto e genera automaticamente la descrizione dei prodotti (volendo in 95 lingue!), pronta per essere caricata sul sito.

Altri strumenti di AI possono automatizzare il processo di caricamento dei prodotti nei siti e-commerce, riducendo così il tempo e i costi associati a questa operazione. DataCrops o Import.io permettono alle aziende di estrazione dati e l’inserimento automatico dei prodotti, facilitando la gestione dei cataloghi online e riducendo il bisogno di intervento umano.

Formazione e sviluppo (e “Wikipedia aziendale”)

Le IA generative possono essere utilizzate anche per la formazione e lo sviluppo del personale. Possono creare scenari di formazione personalizzati: addestrare un venditore o un addetto al telemarketing con ChatGPT. A questo proposito, si potrebbe pensare anche alla creazione di una wikipedia aziendale per una migliore condivisione delle informazioni e l’automazione dei processi di formazione dei dipendenti. L’AI può essere utilizzata per creare una base di conoscenze centralizzata, contenente le informazioni essenziali sui prodotti, i servizi e le procedure dell’azienda. Ma non solo: i dipendenti possono interrogare quel database grazie a un chatbot dedicato (per esempio Serge).

Fino ad ora questo tipo di progetto, certamente possibile, era molto costoso, sia in termini di tempo che di risorse. Fortunatamente, grazie all’uso di Alpaca, è possibile ridurre notevolmente i costi. Alpaca è un modello di apprendimento automatico realizzato all’Università di Stanford. Come utilizzare questo modello open source per creare una Wikipedia aziendale efficiente e a basso costo?

Per cominciare, è necessario installare il modello in locale: per fortuna richiede pochissime risorse (anche su un normale PC con 16 Gb di memoria RAM e una CPU a 6 o 8 core). Quindi è possibile avviare l’addestramento del modello, utilizzando un codice fornito da Alpaca. Ovviamente il modello può essere addestrato su dati specifici dell’azienda, garantendo una maggiore precisione ed efficacia.

Al di là di questa soluzione particolarmente “nerd”, è possibile anche usare tool come Guru: usa l’AI per organizzare e catalogare informazioni aziendali in un unico luogo accessibile, riducendo il tempo speso dai dipendenti nella ricerca di informazioni.

Comunicazione esterna: usare i chatbot per la customer care

L’uso dei chatbot per la customer care può aiutare a ridurre i costi dell’azienda, automatizzando il processo di risposta alle domande dei clienti. I chatbot possono essere programmati per rispondere alle domande più frequenti e per indirizzare i clienti ai dipendenti giusti in caso di necessità. Ciò riduce il carico di lavoro dei dipendenti, consentendo loro di concentrarsi su compiti più complessi e migliorando la soddisfazione dei clienti.

Strumenti come ChatGPT o IBM Watson possono gestire richieste di routine, fornire risposte immediate 24/7 e liberare il personale per gestire problemi più complessi. Chiaramente in caso di richiesta complessa, interviene un umano.

Sempre in merito alla comunicazione con i clienti e sempre parlando di IBM, segnalo IBM Watson Tone Analyzer, utile per analizzare il tono e il sentimento nelle comunicazioni via email o chat. Questo può aiutare a identificare potenziali problemi di morale o conflitti all’interno dell’azienda.

Organizzazione interna

Per la collaborazione interna di dipendenti e collaboratori, piattaforme come Slack possono utilizzare l’IA per migliorare la collaborazione e la comunicazione all’interno dell’azienda. Per esempio, possono suggerire persone da coinvolgere in una conversazione, identificare temi importanti in una discussione, o persino aiutare a organizzare e gestire i compiti. Invece piattaforme come Asana o Trello utilizzano l’IA per aiutare a gestire progetti e compiti. Possono suggerire priorità, identificare i colli di bottiglia e persino prevedere le scadenze in base ai dati storici.

Per quanto riguarda i report, un tool come Quill può creare report dettagliati da dati complessi, risparmiando tempo e sforzo rispetto alla creazione manuale di report.

I dipendenti fanno molte riunioni, e dopo la pandemia molte videocall. Potrebbero usare strumenti come Microsoft Teams, che ormai integra il motore di ChatGPT, per creare minute delle riunioni, mail di follow-up, report. In concreto, partendo dalla trascrizione automatica della riunione, posso sapere chi ha detto cosa, che cosa si è deciso, quali sono i prossimi passi e così via. Questo permette di risparmiare tempo e ridurre gli errori, consentendo ai partecipanti di concentrarsi sul contenuto della discussione piuttosto che su appunti dettagliati.

Una nota: se la riunione è in presenza, si può registrare il parlato con strumenti gratis come Trascrizione istantanea.

Generazione di Contenuti

La generazione di contenuti è un altro settore che può beneficiare enormemente dell’IA generativa. Le aziende spendono somme importanti (anche se spesso non abbastanza) per creare contenuti per il marketing, alimentare siti e blog, tenere vivi i social media. ChatGPT può aiutare a generare bozze di contenuti o idee per post sui social media, riducendo così il tempo e il costo necessari per creare nuovi contenuti (ovviamente da validare, correggere, sistemare). Questo può liberare tempo per i membri del team di contenuti per concentrarsi sulla strategia e sulla pianificazione.

Vi sono anche altri strumenti che possono creare un post per i social da tutti i punti di vista: testuale e visuale. Sto pensando a Microsoft Designer: basato sugli algoritmi di DALL-E 2 (altro progetto dei genitori di ChatGPT, OpenAI) e promette di velocizzare e automatizzare la generazione di contenuti grafici destinati al web e ai social network. Al momento, lo strumento si trova ancora in fase di test con accesso limitato e l’unico modo per provare Microsoft Designer è quello di inserire il proprio indirizzo email nella lista d’attesa sul sito ufficiale.

Altre idee e tool per tagliare i costi con l’AI

I campi di applicazione dell’intelligenza artificiale in azienda allo scopo di tagliare i costi sono molti. Eccone, in breve, altri cinque.

  1. Analisi predittiva della domanda
    Strumenti basati sull’IA come Google Cloud AI o Microsoft Azure AI possono analizzare i dati storici per prevedere la domanda di prodotti o servizi. Questo permette alle aziende di ottimizzare la produzione e l’inventario, riducendo il rischio di sovrapproduzione e spreco.
  2. Analisi delle spese
    Con l’utilizzo dell’IA, le aziende possono analizzare le loro spese (per esempio quelle energetiche) in modo più accurato e identificare aree in cui risparmiare. Per esempio AppZen utilizza l’intelligenza artificiale per verificare le spese e identificare frodi o abusi.
  3. Automazione dei processi aziendali
    L’IA può essere utilizzata per automatizzare una serie di processi aziendali, come la fatturazione, la gestione delle risorse umane o l’analisi dei dati. Automatizzare queste attività con strumenti come UiPath o Automation Anywhere può portare a risparmi significativi di tempo e denaro.
  4. Sicurezza informatica
    Le soluzioni di sicurezza basate sull’IA come Darktrace o CrowdStrike possono aiutare a prevenire violazioni dei dati, che possono costare alle aziende milioni in multe e problemi di reputazione.
  5. Manutenzione preventiva
    L’IA può essere utilizzata per ottimizzare prevenire i guasti, per esempio nelle aziende manifatturiere. Strumenti basati sull’IA come SparkCognition o Uptake possono monitorare l’attrezzatura e prevedere eventuali guasti o problemi di manutenzione.

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ChatGPT per insegnanti di italiano per stranieri: 3 esempi d’uso

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Il 6 maggio 2023 sono stato invitato da Alma Edizioni, casa editrice leader nella produzione di materiali didattici e corsi di lingua per l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua e lingua straniera, mi ha invitato a Madrid all’evento “Idee per una nuova didattica“. Il tema del mio intervento: “Intelligenza artificiale nella classe di lingua: come usare ChatGPT”:

L’intervento si propone di illustrare le potenzialità dell’intelligenza artificiale per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri. In particolare, verranno presentati i principi teorici e le applicazioni pratiche di ChatGPT, un sistema di conversazione basato su una rete neurale in grado di generare risposte coerenti e naturali in italiano. Verranno inoltre forniti esempi di attività didattiche che sfruttano ChatGPT per stimolare la produzione e l’interazione orale e verrà mostrato come è possibile creare dialoghi personalizzati con gli studenti, allo scopo di sviluppare competenze critiche e creative nell’uso dell’intelligenza artificiale in ambito didattico.

3 esempi d’uso di ChatGPT per insegnanti di italiano per stranieri

Durante la conferenza ho raccontato che cos’è l’intelligenza artificiale generativa, inquadrato il fenomeno ChatGPT (con pregi e difetti) ma soprattutto dato alcuni spunti per l’uso di questo straordinario strumento per chi insegna italiano agli stranieri. Ecco tre spunti.

  1. Creazione di materiale didattico personalizzato
    ChatGPT può aiutare gli insegnanti di italiano per stranieri a creare materiale didattico adatto ai diversi livelli linguistici dei loro studenti. Per esempio, l’insegnante può chiedere a ChatGPT di generare brevi racconti, dialoghi o esercizi di grammatica per specifici livelli (A1, A2, B1, B2, C1, C2): ho mostrato un dialogo tra Maradona e Pelé con il fill in the blanks (mancavano i verbi). Il materiale generato può essere utilizzato (come abbiamo visto, senza alcun problema di copyright) per potenziare le competenze linguistiche degli studenti in modo personalizzato e stimolante.
  2. Supporto nella correzione di compiti
    Gli insegnanti possono utilizzare ChatGPT per verificare e correggere compiti scritti dagli studenti. Inviando il testo al modello, ChatGPT può individuare gli errori grammaticali, ortografici, di sintassi e di lessico, suggerendo le correzioni appropriate. Questo può aiutare gli insegnanti a risparmiare tempo e, soprattutto, a concentrarsi su altre attività didattiche. L’ho detto chiaramente: non è l’AI che ti ruba il lavoro, ma un umano che sa usarla.
  3. Simulazione di conversazioni per la pratica orale
    ChatGPT può essere usato come interlocutore, per chiacchierare: del resto è un chatbot! Questo permette agli studenti, che non sempre trovano interlocutori al loro livello, di esercitarsi nell’uso dell’italiano in situazioni reali e pratiche. Gli insegnanti possono creare scenari specifici, come prenotare un hotel, chiedere indicazioni, ordinare al ristorante o, come visto, parlare con Manzoni e Vivaldi.
    Tra parentesi, si può usare anche uno strumento come Tandem GPT per fare conversazione a seconda del proprio livello.

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“Migliorare la comunicazione a lavoro con l’Intelligenza Artificiale”: il mio nuovo corso per Edulia

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Dal sapere Treccani è nata Edulia Masterclass, la piattaforma di e-learning dedicata a chi vuole imparare sempre qualcosa di nuovo. Anche io ho preso parte al progetto realizzando il corso Migliorare la comunicazione a lavoro con l’intelligenza artificiale.

Il nuovo corso sulla comunicazione con l’AI

La comunicazione all’interno di un’azienda è essenziale per il successo dell’organizzazione, ma può anche essere un’attività impegnativa e complessa. Fortunatamente, l’AI può offrire nuovi strumenti per semplificare e migliorare la comunicazione professionale.

Descrizione del corso

Vuoi conoscere un nuovo strumento utile per il lavoro? Hai bisogno di rendere più efficiente la comunicazione all’interno dell’azienda? In questo corso, indirizzato a chi lavora, potrai comprendere come utilizzare l’intelligenza artificiale per facilitare e migliorare le comunicazioni che ogni giorno metti in atto con tecniche e strumenti tradizionali all’interno o all’esterno dell’azienda. L’obiettivo del corso è quello di fornire una panoramica sui modi in cui l’AI può aiutare a comunicare in modo più efficace, riducendo gli errori e aumentando l’efficienza.

  • Durata: 8 micro-moduli per il totale di un’ora di corso
  • Corso fruibile da ogni device in formato video e podcast
  • Certificato di completamento

L’accesso con lo sconto

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