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Incontro sull’intelligenza artificiale e ChatGPT a Merate: le slide

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Il 21 marzo 2023 ho tenuto a Merate un incontro pubblico su intelligenza artificiale e ChatGPT. Queste le slide che ho usato durante la serata.

ChatGPT_Bonanomi_evento_Merate_21marzo2023

L’articolo di Merateonline

Questo l’articolo sulla serata pubblicato da Merateonline.
Dalla fine del 2022 l’interesse per l’intelligenza artificiale è letteralmente esploso. Ma quali sono le reali potenzialità di questa tecnologia? E quali sono i rischi? Durante l’ultimo incontro del percorso “Educazione digitale”, ciclo di conferenze organizzato dal Pierantonio Merlini e promosso dell’Istituto comprensivo di Merate, è stato affrontato questa delicata tematica, con un focus proprio sui rischi e sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale. A condurre l’incontro è stato Gianluigi Bonanomi, giornalista ed esperto di tecnologia digitale che spesso incontra studenti e genitori per approfondire tutto ciò che riguarda il mondo del web. Anche in questa occasione il relatore ha saputo coinvolgere i presenti: Bonanomi ha, infatti, la rara capacità di affrontare in maniera chiara e precisa un argomento spesso difficile da comprendere, soprattutto per tutti coloro che non conoscono o non utilizzano le nuove tecnologie.
All’incontro erano presenti anche il sindaco di Merate, Massimo Panzeri, e il dirigente scolastico dell’Istituto, Dario Crippa. Il preside ha ringraziato i numerosi presenti, il professor Merlini e il relatore. “Non è facile spiegare in modo semplice ed efficace concetti che possono risultare ostici a chi non conosce bene la tecnologia” – ha precisato Crippa. Inoltre, il dirigente ha ringraziato le famiglie “che hanno deciso di approfondire questa tematica così importante per i nostri giovani”. Bonanomi ha dato numerosi spunti, anche se si è concentrato soprattutto su ChatGPT, “un chatbot basato sull’intelligenza artificiale generativa, addestrato con una quantità di dati mai vista prima”.

Al lancio di Chat-GPT di OpenAI – avvenuto il 30 novembre 2022 – sono stati registrati un milione di iscritti in cinque giorni, 100 milioni in due mesi. Il chatbot risponde alle domande, dialoga e genera contenuti di ogni tipo. Non copia il contenuto dal web, ma crea un contenuto originale a partire dalle informazioni esistenti e dalle richieste degli utenti.  Uno dei vantaggi dell’intelligenza artificiale è la sua capacità di elaborare e analizzare grandi quantità di dati in pochissimo tempo.

Ciò ha permesso ai ricercatori di sviluppare algoritmi di apprendimento automatico che possono identificare modelli nei dati e predire risultati futuri. Questi algoritmi possono essere utilizzati in una vasta gamma di settori – tra cui la finanza, la medicina e la sicurezza informatica – per migliorare l’efficienza e la precisione dei processi. Ma quali rischi sono legati al mondo della scuola? Fin dai primi giorni, molti studenti hanno iniziato a usare questo strumento per fare i compiti, come se avessero un ghost-writer. Di conseguenza molti insegnanti hanno iniziato a preoccuparsi, vedendo in ChatGPT solo una minaccia.  Secondo Bonanomi, l’intelligenza artificiale non rappresenta di per sé un problema. “Certo, è un campo in continua evoluzione che sta rivoluzionando la nostra vita quotidiana e quella degli studenti – ha spiegato Bonanomi.  – Si tratta di uno strumento potentissimo che può farci risparmiare molto tempo. Non bisogna però abusarne e può rappresentare un rischio per i nostri figli che già oggi usano ChatGPT per svolgere temi e compiti”.
Con l’Intelligenza artificiale probabilmente molti lavori spariranno. È un processo inevitabile, inarrestabile. Nasceranno però molti altri lavori legati proprio a questo nuovo settore, come sempre accade per le nuove invenzioni. È necessario aggiornarsi,  capire e acquisire competenze per poter essere competitivi sul mercato. “Non sarà l’intelligenza artificiale a rubarci il lavoro, ma il professionista che sa utilizzarla a fregarci il lavoro” – ha concluso Bonanomi.

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Come usano ChatGPT gli studenti?

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Fine novembre 2022: OpenAI lancia ChatGPT, il chatbot liberamente accessibile più potente mai visto. Nei giorni successivi inizio a vedere su TikTok, oltre a tantissimi professionisti spaventati o esaltati perché ChatGPT può cambiare il modo di lavorare, alcuni messaggi direttamente dalle aule scolastiche.

Da una parte ci sono gli insegnanti, che pian piano hanno attraversato tutte le fasi del lutto (dalla negazione all’accettazione, passando per rabbia e depressione), e dall’altra gli studenti, che ben presto hanno scoperto un incredibile alleato (che passa esami, prende MBA, ecc.). In questo articolo esploro il modo in cui i ragazzi usano il chatbot, dopo averne scritto uno sul perché gli insegnanti non devono averne paura nonostante il terremoto.

ChatGPT a scuola

Paolo Ferri, professore di Tecnologie per la didattica all’Università Bicocca di Milano, ha dichiarato al Corriere della Sera: “ChatPGT potrebbe render obsoleti, in pochi mesi, compiti come la compilazione di testi o la soluzione di problemi”. Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, ha dichiarato all’AGI: “Siamo d’accordo sul fatto che l’uso dei sistemi di IA possa essere applicato in tutti aspetti dell’attività scolastica ovvero l’insegnamento, l’apprendimento e la valutazione, ma soprattutto i risultati, degli studenti. Ma si tratta di uno strumento che, in quanto tale, va governato: ciò vuol dire che occorre essere consapevoli delle opportunità così come dei rischi connessi al loro uso. La sfida è affascinante e la scuola del presente e del futuro non può non tenerne conto”.

La posizione di Giannelli è aperta, ma la situazione pare non essere così serena. Sono molte le scuole, in Italia e all’estero, che stanno – provando a – proibire l’uso dell’intelligenza artificiale nella scuola e fuori.

Ma come usano concretamente il chatbot gli studenti? Ecco alcuni esempi.

Temi e saggi con ChatGPT

La prima cosa sa sapere è che ChatGPT è un LLM, Large Language Model: un modello di intelligenza artificiale che utilizza algoritmi di deep learning per elaborare e comprendere il linguaggio. Addestrato su enormi quantità di dati, è in grado di “capire” e generare testo. Quindi il primo e più immediato uso di ChatGPT è sfruttarlo come autore.

Faccio un primo esempio concreto: un ragazzo può chiedere al chatbot di creare un tema sulle cause della sconfitta di Napoleone a Waterloo. E fin qui basterebbe Google. In aggiunta può ordinare che lo stile sia quello di uno studente del liceo scientifico di 17 anni (o di 13 anni se il ragazzo è alle Medie). Potrebbe anche indicare il Q.I. dello studente. E ancora, potrebbe istruire l’algoritmo per inserire un paio di errori (logici o refusi), per rendere il compito credibile. Il risultato è strabiliante, qui ha inserito due errori plausibili su strategie e armamenti.

ChatGPT può scrivere testi anche usando stili particolari. Tutto dipende dal prompt (istruzioni per il chatbot), c’è da sbizzarrirsi. Un esempio folle: “Scrivi un breve articolo (300 parole) sulla formula di Einstein E=MC2 nello stile di Pirandello”.

ChatGPT, insomma, può creare qualsiasi testo, anche scrivere canzoni e poesie. Sulle barzellette è patetico.

Riassunti e parafrasi con ChatGPT

Molti studenti hanno scoperto ben presto che, invece di vedere un’ora di video su Youtube, possono prendere la trascrizione del parlato e farla riassumere da ChatGPT. Addirittura tutto questo può avvenire in automatico grazie all’estensione Chrome YouTube Summary with ChatGPT.

ChatGPT è bravissimo anche con le parafrasi.

Se non basta, possiamo fargliela rifare verso per verso (e tiene in memoria informazioni e istruzioni precedenti).

Ma si spinge anche ad analisi molto più evolute. Per esempio, si può chiedere di analizzare la serie TV “Breaking Bad” dal punto di vista dello schema di Propp (o individuando gli archetipi di Jung).

Le traduzioni con ChatGPT

ChatGPT è un traduttore provetto: parla 95 lingue, e qualche dialetto (non scherzo). Certamente migliore di Google Traduttore, se la gioca anche con Deepl.

ChatGPT è così bravo con le traduzioni per cinque motivi.

  • La traduzione non avviene parola per parola: ChatGPT valuta il contesto.
  • Enorme quantità di dati: ChatGPT è stato addestrato su un vasto insieme di dati, che comprende contenuti provenienti da diversi domini e lingue.
  • Deep learning: ChatGPT utilizza reti neurali per apprendere pattern, relazioni e struttura delle lingue. Questo gli consente di padroneggiare la grammatica, il lessico e lo stile delle varie lingue.
  • Apprendimento trasferibile: ChatGPT è in grado di trasferire conoscenze apprese in un dominio o in una lingua a un altro dominio o lingua.
  • Continuo aggiornamento: ChatGPT viene costantemente aggiornato e migliorato con nuovi dati e raffinamento degli algoritmi.

Ovviamente ChatGPT viene usato anche per le versioni di greco e latino. Anche se i ragazzi usavano già Splash Latino

Fare ricerche con ChatGPT

Molti ragazzi (e non solo loro) stanno scambiando ChatGPT per Google. Questo è un problema, per alcuni motivi:

  • ChatGPT non naviga, a meno che non lo si usi su Bing
  • ChatGPT non cita le fonti
  • ChatGPT è stato addestrato su dati vecchi (2021)
  • ChatGPT, quando non ha in pancia delle informazioni, se le inventa

Ciononostante, molti ragazzi stanno usando ChatGPT per fare le ricerche. A dire il vero in alcuni casi si rivela piuttosto bravo, certamente comodo e veloce. Si può chiedere di trovare delle informazioni, per esempio sulla produzione agricola tipica delle regioni italiane e di impaginare il risultato in una tabella pronta all’uso. In questo caso i numeri, e non solo quelli, andrebbero controllati.

Prima dicevo che ChatGPT ha delle allucinazioni (non scherzo, gli esperti le chiamano così). Lo dimostro. Chiedo di elencare 10 libri usciti su Leopardi, in Italia, dal 2020 in poi. ChatGPT, da bravo ricercatore, mi crea velocemente un elenco da mettere, per esempio, in una bibliografia.

Ma c’è un enorme problema. Prendiamo per esempio uno dei testi citati, dal titolo particolarmente accattivante: “Leopardi e il mare” di Anna Laura Trombetti pubblicato nel 2021. Voglio leggerle la scheda, cerco il libro su Google:

Il libro non esiste! Ma come se l’è inventato? Indago. ChatGPT aveva in pancia alcune informazioni e le ha messe insieme creando un Frankenstein. Per esempio, esiste una pubblicazione intitolata “Leopardi e il mare”, peccato però che sia del 2011 e l’autrice sia Elena Landoni.

E Anna Laura Trombetti? Esiste, insegna storia medievale a Bologna ma non ha mai scritto alcun libro su Leopardi!

Risolvere problemi di matematica e fisica

Alcuni studenti stanno usando ChatGPT anche per fare i compiti di matematica e fisica. Copiano la domanda con le possibili soluzioni:

Quindi la incollano in ChatGPT, che pensa in autonomia a dare la risposta. Motivandola!

Sebbene ChatGPT 4, annunciato nel marzo del 2023, prometta di essere più accurato nel fare calcoli, per ora il chatbot ha grossi limiti. In questo articolo di Wired, per esempio, si evidenzia che “i problemi di algebra più elementari mettono in crisi il sistema, che risponde con la sua solita sicurezza sbagliando però clamorosamente i risultati. Anche noi abbiamo posto un semplice problema di logica a ChatGPT, che ha subito mostrato le sue lacune. Tuttavia, una volta spiegato l’errore all’intelligenza artificiale si è parzialmente ravveduta, anche se il risultato era nuovamente sbagliato”.

Qui si trova un’interessante conversazione su Twitter sul perché ChatGPT sia un pessimo studente di matematica.

Generare idee

In quanto intelligenza artificiale generativa, ChatGPT è particolarmente bravo a creare dal nulla anche idee. Per esempio, ho provato a fargli ideare dei giochi ma anche una nuova lingua:

Tornando all’uso dei ragazzi e nella scuola, ogni tanto i docenti danno, per esempio per le vacanze, dei compiti creativi. Per esempio: “Crea nuovi oggetti utili usando materiale di scarto” (come si legge qui). Ecco che cosa propone l’oracoloGPT.

Gli studenti sono consci dei pericoli?

Sebbene la maggior parte degli strumenti online di identificazione dei testi generati da AI lascino a desiderare (uno dei quali è stato reso pubblico proprio da OpenAI), prima o poi si troverà il modo di rilevarne l’origine. Nel frattempo, i ragazzi che usano ChatGPT per fare i compiti si stanno ponendo il problema:

Ma quali sono i pericoli che corrono, oltre alla scarsa preparazione? Eccone alcuni:

  • Gli studenti potrebbero diventare dipendenti da ChatGPT per rispondere alle loro domande e non sviluppare le proprie capacità di problem solving e pensiero critico.
  • Fake news. Come visto, ChatGPT può essere vittima di allucinazioni.
  • Contenuti inaccurati. ChatGPT potrebbe non sempre fornire risposte accurate o appropriate alle domande degli studenti.
  • Si è dimostrato che ChatGPT perpetua dei pregiudizi.
  • In caso di uso fraudolento durante gli esami.
  • I dati immessi dagli studenti vengono utilizzati per alimentare l’algoritmo.

Il corso su ChatGPT

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Creare prompt perfetti per ChatGPT: il metodo G.O.L.

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Con l’esplosione di ChatGPT, milioni di persone hanno potuto provare l’ebbrezza (per alcuni il disagio) di dialogare con un’intelligenza artificiale, fino alla fine del 2022 vista come un interlocutore mediocre, per colpa di Alexa, Siri e compagnia chattante (per qualcuno sono stupidi come sassi).

Ben presto, però, ci si è resi conto che, per quanto ChatGPT simuli conversazioni umane in modo sbalorditivo (e capisca tutto al punto che qualcuno lo consideri intelligente e senziente), vada interrogato nel modo giusto.  A tal punto che si è subito parlato di una nuova competenza da sviluppare, e in prospettiva di un nuovo mestiere: il prompt engineer (o prompt manager o anche prompt designer).

Nel mondo dell’informatica si parla spesso di G.I.G.O.: garbage in garbage out. Se i dati in ingresso sono mediocri, come possiamo pretendere di ottenere buoni risultati? Lo stesso vale per le richieste fatte all’oracoloGPT…

Il metodo G.O.L. per creare i prompt per ChatGPT

Per creare un buon prompt occorre avere in mente uno schema. Ma non l’ho trovato in Rete e allora l’ho creato io. Giusto per avere una traccia, un metodo. L’ho chiamato G.O.L.: quindi non è una sigla, ma un vero acronimo (la differenza è che le lettere compongono una parola di senso compiuto e si legge come una parola, cosa che non succede con “ATM”).

Ecco il significato dell’acronimo G.O.L.:

Vediamo i termini uno a uno.

La G di G.O.L.: *G*uidare ChatGPT

Per fare in modo che ChatGPT risponda in modo soddisfacente, occorre guidarlo. Qualcuno dice di metterlo “in ruolo”, bisogna dirgli chi deve essere (come un attore). Te lo dimostro. Il 14 marzo 2023, Join Greg Brockman, cofondatore OpenAI, presenta in diretta streaming il nuovo ChatGPT 4. Mostra molti esempi. In tutti i prompt che si vedono, impone esplicitamente (Y a ChatGPT di impersonare qualcuno. Guarda qui:

Analizzando molti prompt che si trovano sul sito Prompts.chat, si nota che la prima istruzione è “Act as an…”, in pratica “agisci come…”, “mettiti nei panni di…”, “assumi il ruolo di…”.

Far creare un post a ChatGPT è un conto, chiedergli di farlo come se fosse un social media manager esperto è tutta un’altra cosa. Anche cambiando i ruoli, a parità di richiesta, i risultati sono diversi. Ecco un primo post Instagram sul cioccolato dal punto di vista di un produttore:

Guarda come cambiano le cose se gli dico che deve agire come un appassionato:

Si può mettere in ruolo ChatGPT anche in modo creativo, per esempio chiedendogli di fare un gioco:

Non ci sono limiti: possiamo chiedere a ChatGPT anche di interpretare contemporaneamente due ruoli. Per esempio con questo prompt:

Incarna due personaggi: Maradona e Pelé. Simula un dialogo tra loro per decidere chi era più forte.

Chi l’ha detto che debba interpretare per forza una persona. Può ragionare come un software:

Nel dicembre 2022 qualcuno era riuscito a fare diventare ChatGPT cattivo (grazie al trucco DAN).

La O di G.O.L.: dare a ChatGPT gli *o*biettivi

La seconda lettera di G.O.L. è relativa all’obiettivo. Devi far capire chiaramente a ChatGPT che cosa vuoi, cosa deve fare. Come se fosse un bambino.

Posso persino usare i cosiddetti “sentiment” per variare il contenuto emotivo dell’output e definire meglio l’obiettivo. Guarda questo prompt:

Scrivi un messaggio al collega Luca per annunciare che non potrai presenziare alla riunione di domani. Scrivi due varianti, jna con sentiment dispiaciuto e una con sentiment propositivo.

Poniamo io voglia che ChatGPT si trasformi nel mio correttore di bozze personale. Chiedere a ChatGPT di controllare genericamente un brano non ha senso, non saprebbe cosa fare e restituirebbe un risultato inutile o vago. Devo invece dirgli esattamente come muoversi. Un esempio di prompt potrebbe essere questo:

Agisci come un correttore di bozze. Analizza il brano che ti incollo sotto dal punto di vista di refusi, errori grammaticali, errori sintattici, incoerenze, concordanza tra soggetti e verbi. Poi riscrivi il brano sulla base dei tuoi suggerimenti e infine elenca le correzioni fatte.
Ecco il testo: [INCOLLARE TESTO]

Ha fatto notizia, nel marzo 2023, la storia del designer che ha chiesto a Gpt-4 come investire 100 dollari per farli diventare 25mila. Al di là dell’aspetto economico e della miracolosa storia da self made man, sono andato ad analizzare il prompt che ha usato. Come puoi vedere, dopo aver messo in ruolo ChatGPT, gli ha esplicitamente chiedo di raggiungere un “goal”, far.

La G di G.O.L.: definire i *l*imiti e i *l*ayout

Dopo aver definito l’obiettivo, occorre istruire ulteriormente ChatGPT, dandogli eventuali dettagli ma soprattutto ponendo dei limiti. È esuberante, ogni tanto esagera (per non dire che parte per la tangente): mettere dei paletti è indispensabile.

I limiti possono essere di diverso tipo: limitare la produzione di testo indicando il numero di caratteri, oppure indicare esattamente dei parametri per escluderne altri.

Per esempio, se voglio che ChatGPT simuli un colloquio di lavoro, va istruito bene da due punti di vista: prima sui contenuti, poi sulle modalità. Per esempio devi dirgli di farti le domande e aspettare le risposte, altrimenti non riesci a interloquire. Ecco un esempio di prompt utile per chi cerca lavoro e vuole farti aiutare dall’intelligenza artificiale:

Sei un recruiter esperto. Stai cercando un social media manager per un’azienda che si occupa di produrre e vendere prodotti di bellezza eco-sostenibili. Simuliamo il colloquio. Non farmi le domande tutte in una volta, ma per volta. Per ogni domanda, aspetta la mia risposta, non dare tu le risposte. Valuta le mie risposte e continua di conseguenza. Parti con il saluto “Benvenuto al colloquio”.

Se non facessi così, se non gli dicessi di evitare di elencare tutte le domande in una volta, non riusciremmo a dialogare.

Christian Brown, autore di “CHATGPT PROMPTS MASTERING – A Complete Guide to Mastering Effective Prompts“, suggerisce 8 regole per obbligare ChatGPT di tenere il focus:

  1. Inizia con un obiettivo o un scopo chiaro per la conversazione. Avere un obiettivo specifico in mente aiuterà a mantenere la conversazione focalizzata e sulla giusta strada.
  2. Utilizza domande specifiche e mirate invece di domande aperte. Ciò aiuterà a guidare la conversazione in una direzione specifica e a evitare divagazioni o deviazioni dal tema principale.
  3. Evita di includere troppe informazioni in una singola istruzione. Mantieni le tue istruzioni concise e mirate, e cerca di evitare dettagli o istruzioni superflue.
  4. Utilizza un linguaggio chiaro e conciso che sia facile per ChatGPT da comprendere. Evita di utilizzare gergo o linguaggio ambiguo.
  5. Utilizza frasi di transizione per passare in modo fluido da un argomento all’altro. Ciò può aiutare a mantenere la coerenza e far scorrere la conversazione senza intoppi.
  6. Sii consapevole delle capacità e delle limitazioni di ChatGPT. Evita di chiedergli di fare cose al di fuori delle sue capacità e sii pronto a modificare le tue istruzioni se necessario.
  7. Testa e risolvi i problemi delle tue istruzioni per assicurarti che siano chiare ed efficaci. Reimposta la conversazione, inizia dall’inizio per identificare e risolvere eventuali problemi.
  8. Utilizza il “trucco dell’agire come” per aiutare ChatGPT a capire il suo ruolo nella conversazione. Specificando che dovrebbe “agire come” un personaggio o un’entità specifica, puoi fornirgli una direzione e una guida chiara.

La L del metodo GOL può indicare anche il layout, la forma dell’output che si desidera. Sebbene la maggior parte degli utenti si limiti a ricevere in cambio dei prompt solo testo, ChatGPT offre molto di più. Ecco diversi i tipi di formati che ChatGPT è in grado di gestire, con relativi esempi.

  1. Grafici e diagrammi. Un grafico a torta che mostra la percentuale di mercato di diversi sistemi operativi per smartphone.
  2. Checklist. Preparazione per un viaggio.
  3. Scheda valutativa. Confronto tra due modelli di smartphone.
  4. JSON.
    {
    “libro”: {
    “titolo”: “Il nome della rosa”,
    “autore”: “Umberto Eco”,
    “anno”: 1980,
    “genere”: “romanzo storico”
    }
    }
  5. Tabella.

    Marca Modello Anno Prezzo
    Apple iPhone 14 2023 €1100
    Samsung Galaxy S25 2023 €900
    Google Pixel 7 2023 €800
  6. Codice di programmazione.
    def somma(a, b):
    return a + brisultato = somma(3, 5)
    print(“La somma di 3 e 5 è:”, risultato)
  7. CSV.
    nome, cognome, età, professione
    Mario, Rossi, 35, ingegnere
    Luca, Bianchi, 42, medico
    Anna, Verdi, 28, avvocato
  8. XML/YAML
    <persone>
    <persona>
    <nome>Mario</nome>
    <cognome>Rossi</cognome>
    <età>35</età>
    <professione>ingegnere</professione>
    </persona></persone>
  9. SVG
    <svg xmlns=“http://www.w3.org/2000/svg” width=“100” height=“100”><circle cx=“50” cy=“50” r=“40” stroke=“black” stroke-width=“3” fill=“red” /></svg>

Un esempio di buon prompt per ChatGPT

Infine faccio un esempio di prompt con guida, obiettivi e limiti (in questo caso riguardanti la tipologia di film che mi interessava e il numero massimo di caratteri del testo di descriz). I limiti possono riguardare ambiti, settori, eccetera.

In conclusione, per quanto ChatGPT sia uno strumento sbalorditivo, i migliori risultati si ottengono quando lo si interroga nel modo giusto. E per fortuna: per qualche tempo il ruolo dell’uomo sarà ancora importante. Solo che cambia: non più creazione di contenuti, ma curatore di contenuti.

Ricapitolando, bisogna interrogare ChatGPT con un linguaggio semplice, essenziale ma preciso. Rispettando il metodo G.O.L.!

Il metodo G.O.L. su Sesviland

Il mensile Sesviland ha pubblicato un mio testo su questo metodo, eccolo:

 

Gli altri metodi di prompt engineering

Durante il corso sul prompt engineering racconto altri metodi utili per creare set di istruzioni efficaci. Per esempio il metodo G.O.L.D., evoluzione del metodo G.O.L. illustrato in questa pagina, e soprattutto il metodo SO.C.RA.T.E.

Il libro sul prompt engineering

Nel febbraio 2024 ho dato alle stampe il libro “ChatGPT, come stai?” sui prompt engieneering!

Il corso sull’intelligenza artificiale generativa

Scrivimi per informazioni sul corso

 

Cercare lavoro con l’aiuto dell’intelligenza artificiale (non solo ChatGPT)

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La tecnologia sta cambiando il modo in cui cerchiamo lavoro. Con l’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) su vasta scala (soprattutto con il lancio di ChatGPT alla fine del 2022), ora abbiamo strumenti che ci aiutano ad analizzare il nostro curriculum, scrivere le nostre lettere di presentazione, analizzare le foto LinkedIn o costruire il profilo e molto altro. In questo articolo, vedrai come l’IA può aiutare le persone nella ricerca del lavoro e quali strumenti, per lo più gratuiti, sono disponibili per semplificare il processo.

Creazione e analisi del curriculum vitae

I casi sono due: il CV ce l’hai e va sistemato oppure va creato da zero. Partiamo da quest’ultimo caso. Il mio suggerimento è quello di usare Rezi, strumento che permette di compilare una serie di campi per poi comporre il CV, assecondando i tuoi gusti e obiettivi.

Parliamo ora dell’ottimizzazione di un curriculum. Una delle prime cose che un datore di lavoro vede quando riceve un curriculum vitae è l’elenco delle esperienze lavorative del candidato. Per prima cosa è possibile usare ChatGPT per fare un’analisi SWOT (punti di forza e debolezza, opportunità e minacce) del CV; ecco come fare:

Quale mestiere puoi fare? Te lo suggerisce l’intelligenza artificiale

Grazie a ChatPDF puoi caricare il CV e farti suggerire quali posizioni lavorative sono più adatte rispetto alle tue competenze:

L’IA può aiutare ad analizzare il testo del CV e trovare le parole chiave rilevanti per il lavoro. Ci sono diversi strumenti online che possono aiutare in questo senso. Per esempio, Resume Worded assegna un punteggio al curriculum in base a criteri come l’efficacia delle frasi, le parole chiave e la formattazione. Questo strumento consente anche di confrontare il proprio curriculum con quelli di altre persone per identificare eventuali aree di miglioramento.

Nel mio caso il punteggio di questo vecchio CV (un orribile Europass!) è scarso perché non ci sono bullet point, mancano traguardi raggiunti e risultati, ma soprattutto ho indicato alcune soft skill senza dimostrarle… Tutto vero, tutto interessante, ma c’è un problema: funziona solo con i CV in inglese! Ho provato con l’italiano e non è riuscito a trovare nemmeno le sezioni.

Ho cercato quindi qualcosa d’altro per l’italiano e ho trovato questo Resume Scanner: mi dice che sono scarico lato soft skill.

Molto interessanti le indicazioni per superare i famigerati ATS software, i programmi usati dai datori di lavoro per raccogliere, analizzare e valutare i CV.
Nel mio caso mi segnala che manca il link al profilo LinkedIn:

La corrispondenza tra il CV e l’annuncio

A volte il CV è perfetto ma non è aderente all’offerta per la quale ci stiamo candidando. Per questo possiamo usare Resume Scanner: aiuta i candidati a vedere quanto le loro competenze corrispondano alla descrizione di una determinata posizione e suggerisce la frequenza con cui dovrebbero menzionare specifiche parole chiave nel curriculum.

Trovare le offerte in base al CV

Invece di adeguare il CV alle offerte, perché non fare il contrario? Puoi caricare il tuo CV, o almeno il testo, in ChatGPT e farli elencare le posizioni lavorative corrispondenti.

A questo punto possiamo anche chiedere a ChatGPT come migliorare il CV:

Scrivere una lettera di presentazione

La lettera di presentazione è la prima impressione che si dà a un datore di lavoro. Ecco perché è così importante che sia ben scritta e personalizzata per la posizione specifica per cui ci si sta candidando. Anche in questo caso, l’IA può aiutare a migliorare il processo. Strumenti come Textio e Jobscan analizzano il testo della lettera e suggeriscono modifiche per renderla più efficace. Per esempio, possono suggerire di utilizzare parole chiave specifiche del settore o di rendere il tono della lettera più accattivante.

Si possono usare anche strumenti di intelligenza artificiale gratuiti. Dipende dai casi: partiamo dal CV o dall’annuncio?

Caso 1: la lettera motivazionale a partire dal curriculum

Humata è uno strumento di intelligenza artificiale che analizza i documenti, per esempio un PDF, e permette di fare domande e creare contenuti a partire dal contenuto. Ho quindi provato a usarlo sul mio CV di sole due pagine: Humata è gratis per l’analisi di documenti di massimo 20 pagine.

Prima ho dato in pasto a Humata il CV e chiesto, genericamente, di scrivermi una lettera motivazionale: in effetti ha colto i punti salienti della mia carriera. Poi, invece, gli ho chiesto di riscrivere la lettera

Tra l’altro anche Humata, al pari di ChatGPT, può dare consigli sul miglioramento del CV:

 

Caso 2: la lettera motivazionale a partire dall’annuncio

Da quanto ho scoperto ChatGPT, mi si è aperto un mondo. Puoi usare il chatbot più famoso del mondo per scrivere una lettera motivazionale. Ecco come fare. Vai sull’annuncio, seleziona tutto il testo e copialo.

A questo punto vai su ChatGPT e chiedi di scriverti la lettera a partire dall’annuncio, specificando che soddisfi tutti i requisiti richiesti. Et voilà:

Tradurre il CV in inglese

ChatGPT può rivelarsi un ottimo alleato anche per tradurre il tuo CV in inglese. Per questo ti suggerisco anche di usare Deepl, competitor di Google Translate che sfrutta l’intelligenza artificiale per fare traduzioni più accurate. Molto utile la possibilità di caricare il PDF del CV: il risultato è un altro PDF, tradotto, con in alto il logo di Deepl.

Ottimizzare il profilo LinkedIn

LinkedIn si basa sull’intelligenza artificiale per analizzare i profili e decidere che visibilità hanno. Per capire come ragiona puoi verificare qual è il tuo social selling index:

Ma vediamo come ottimizzare il profilo, anche ai fine di alzare l’SSI. Iniziamo dalla foto profilo. L’immagine LinkedIn è spesso la prima cosa che un datore di lavoro vede quando cerca informazioni su di te online. Un’immagine professionale e appropriata può fare la differenza tra essere notati o ignorati. L’IA può aiutare a capire se la tua foto LinkedIn è adatta. Strumenti come PhotoFeeler utilizzano l’IA per analizzare la tua foto e valutare aspetti come la tua espressione facciale, la posizione della testa e la qualità dell’immagine.

Altrettanto evoluto è Snappr: non solo dà punteggi ma anche valutazioni (in inglese) di molti aspetti, dallo sfondo al taglio dell’immagine, dalla saturazione e altri dettagli.

Se hai una bella foto ma stona solo lo sfondo, puoi rimuoverlo facilmente con Remove.bg.

Se invece la foto è in bianco e nero, puoi colorarla con Palette.fm. Se è di bassa qualità usa Image Larger:

La biografia per i social (LinkedIn compreso)

A.I. Social Bio, sebbene sia nata prevalentemente per aiutare gli utenti a creare la loro biografia di Twitter, può essere utile anche per compilare il sommario di LinkedIn. Basta inserire keyword e stile e il gioco è fatto.

Scrivere il riepilogo di LinkedIn

LinkedIn è forma, certo, ma soprattutto sostanza. Una delle parti più difficili da compilare è quella delle Informazioni, dove dovresti raccontare la tua storia. L’IA ti può aiutare: chiedi di nuovo aiuto a ChatGPT. Puoi dargli in pasto il tuo curriculum e chiedergli di scrivere il tuo Riepilogo. Puoi chiedere tutte le modifiche che vuoi: in questo caso, a partire da un CV in inglese preso online, ho chiesto di tradurre la storia in italiano e in prima persona.

Trovare le skill

LinkedIn mette a disposizione Career Explorer: uno strumento online gratuito che aiuta gli utenti a individuare nuove opportunità di lavoro mappando le proprie competenze. L’algoritmo di LinkedIn analizza le skill dell’utente e gli mostra posizioni lavorative che potrebbe non aver considerato, anche di aziende di settori differenti. Inoltre, suggerisce anche le competenze da acquisire con LinkedIn Learning (ex Lynda.com). Anche se al momento funziona solo in inglese, può rivelarsi comunque un ottimo aiuto per chi cerca lavoro. Questo strumento può essere particolarmente utile per individuare le competenze da inserire nel proprio profilo LinkedIn, e per capire quali skill sono richieste per le diverse posizioni lavorative.

 

Trovare parole chiave a partire dal curriculum

Come accennato in precedenza, le parole chiave sono un elemento importante del curriculum vitae e della lettera di presentazione. L’IA può aiutare a trovare le parole chiave giuste da utilizzare in base alla posizione per cui ci si sta candidando. Strumenti come Jobscan possono analizzare il testo del curriculum e della lettera di presentazione e suggerire parole chiave specifiche del settore. Questo aiuta a migliorare le possibilità di essere notati dai datori di lavoro che utilizzano i sistemi di ricerca basati su parole chiave.

Ecco come trovare le parole chiave a partire dal CV usando ChatGPT:

Strumenti per la ricerca del lavoro con l’aiuto dell’IA

Ecco una lista riassuntiva degli strumenti citati in questo articolo:

Nome strumento Sito Web Descrizione
Rezi https://www.rezi.ai/ Strumento per la creazione di curriculum vitae.
ChatGPT https://openai.com/chat-gpt/ ChatGPT può aiutare in diverse fasi della ricerca del lavoro.
Resume Worded https://resumeworded.com/ Strumento per l’analisi del curriculum vitae in base a criteri come l’efficacia delle frasi, le parole chiave e la formattazione.
Resume Scanner https://www.jobscan.co/resume-scanner Strumento per la corrispondenza tra il curriculum vitae e l’annuncio di lavoro.
Deepl https://www.deepl.com/translator Strumento di traduzione del curriculum vitae in lingua straniera.
PhotoFeeler https://www.photofeeler.com/ Strumento per l’analisi della foto del profilo LinkedIn.
A.I. Social Bio https://aisocial.bio/ Strumento per la creazione di biografie per i social media.
Career Explorer di LinkedIn https://www.linkedin.com/career-explorer Strumento per la mappatura delle competenze e la ricerca di opportunità di lavoro.
Jobscan https://www.jobscan.co/ Strumento per l’analisi delle parole chiave nel curriculum vitae e nella lettera di presentazione.

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Cos’è e cosa sarà ChatGPT: la mia intervista a BetterNow Agency

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Il 24 febbraio 2023 sono stato intervistato da Giulia Terraneo di BetterNow Agency, dopo che ha seguito il mio corso online su ChatGPT per la Fastweb Digital Academy. Ecco la trascrizione dell’intervista.

Gianluigi Bonanomi è un formatore e consulente sulla comunicazione digitale. Dopo la laurea con tesi sulle relazioni on-line nel 2001, ha lavorato per una dozzina d’anni nel settore dell’editoria informatica come giornalista professionista (soprattutto per Computer Idea). Ha scritto alcuni saggi e manuali su Internet e social media per diversi editori, tre dei quali sull’uso consapevole della tecnologia in famiglia e nelle scuole (Navigazione familiare, Prontuario per genitori di nativi digitali e Sharenting). Attualmente si occupa di formazione aziendale – in particolare su social media, brand journalism, content marketing, Web writing – e per genitori e insegnanti, anche in collaborazione con l’Università Bicocca di Milano nell’ambito del progetto “Benessere digitale”.

Il suo video presentazione di ChatGPT conta oltre 50mila visualizzazioni:

Abbiamo chiesto a Gianluigi cosa ne pensasse delle critiche e quali secondo lui fossero i punti di forza e debolezza di ChatGPT, aggiungendo curiosità e consigli per utilizzare al meglio questo strumento in ambito comunicativo e B2B. Ecco cosa ci ha detto:

Ciao Gianluigi, quali sono i pro e i contro di ChatGPT? Sono fondate tutte queste preoccupazioni?

<< Ciao! Oggi si parla moltissimo dei pro e contro di questo strumento, alcune preoccupazioni sono decisamente eccessive, ma alcune direi che sono motivate. I professionisti che si devono preoccupare sono tanti: chi fa customer care ad esempio, ChatGPT è infatti in grado di intrattenere conversazioni soddisfacenti con i clienti come fanno già i chatbot in moltissimi e-commerce e un umano potrebbe eventualmente subentrare solo in caso di domande particolarmente elaborate. Anche la categoria degli insegnanti è piuttosto preoccupata per l’utilizzo di ChatGPT da parte degli studenti: i compiti a casa diventeranno ormai obsoleti grazie alla sua abilità di creare testi, analisi, temi e risolvere problemi anche simulando il tono di un ragazzo che va a scuola, sono già tantissimi infatti gli alunni che utilizzano questo strumento e pubblicizzano ChatGPT sui social. Anche i commercialisti, che trattano di numeri o contratti, potrebbero essere rimpiazzati in quanto tutto questo tipo di lavoro può essere ottimizzato e ChatGPT va davvero forte con dati, numeri e scalette, invece i consulenti finanziari si salveranno solo se diventeranno consulenti a tutto tondo del cliente.

Il messaggio è quindi che sì, cadranno quei lavori automatizzati, rutinari e di mero calcolo, l’eccellenza però continuerà sicuramente ad esistere. Ci si potrà concentrare su altre parti del lavoro più creative, per esempio gli insegnanti potrebbero sfruttare le conoscenze di ChatGPT per la revisione dei testi, per generare nuove idee o per simulare con i prompt delle conversazioni con personaggi storici per creare lezioni più stimolanti. Un’altra idea è quella di creare le verifiche in base all’età degli alunni, oppure tradurre testi per gli studenti che non parlano italiano, approfondisco la questione in questo articolo sul mio blog.

ChatGPT è utile anche per i giovani che cercano lavoro, per simulare colloqui e sistemare il cv o creare una lettera di presentazione conforme all’offerta di lavoro.

In sostanza i mediocri saranno sostituiti dall’intelligenza artificiale, mentre chi è creativo e impara a sfruttare l’AI riuscirà a sopravvivere nel mercato del lavoro. Non è l’AI che ti frega il lavoro, ma chi sa usarla, se tu professionista impari ad usare questi strumenti allora potranno essere davvero un valido aiuto. Sicuramente si andranno a creare nuovi lavori, come ad esempio quello del Prompt Engineer, colui che creerà i prompt (istruzioni) professionalmente per l’AI e sarà dotato di un’educazione informatica, ma anche grafica e umanistica in quanto dovrà essere in grado di formare query specifiche; già oggi esiste Prompt Base, un portale dove le persone vendono i prompt a 2 o 3 dollari, ma anche a molto di più! Se usato bene, ChatGPT può essere un assistente straordinario per qualsiasi professionista, un digital twin che ci aiuterà a svolgere i compiti più meccanici.

Nonostante le potenzialità pazzesche ha ancora però parecchi limiti come quello di essere aggiornato solo fino al 2021, il commettere alcuni errori tra date e informazioni o la non possibilità di poter elaborare un numero enorme di testi, ma d’altronde esiste solo da 2 mesi, questo è solo l’inizio. Bing lo ha già introdotto al suo interno rendendolo a tutti gli effetti un motore di ricerca, così come Alexa ha inserito l’integrazione vocale per ChatGPT e Teams la possibilità di creare minute della riunione di lavoro. Resta da capire come si muoverà Google che ha già pronto da tempo Bard, strumento molto simile che verrà lanciato presto. Anche Google ha capito che stiamo vivendo un cambiamento epocale dal punto di vista della ricerca e della SEO, i sistemi lavorano con domande sempre più complesse, d’altronde la concorrenza porta sempre miglioramenti per l’utente >>.

Perché è importante non perdere d’occhio questo nuovo strumento? Cosa ne pensi delle critiche?

<< Sulle critiche non sono d’accordo, non condivido l’opinione di chi è assolutamente per il no. Chi risponde così lo fa perché non ha capito lo strumento o ne ha paura, ma è un atteggiamento pericoloso. Ci sono però tante persone che vogliono imparare, la gente è curiosa, essere negativi non va bene. Un punto importante da capire e trasmettere è che l’intelligenza artificiale non è intelligente, rimane sempre un computer che fa un collage di informazioni. Non ha logica e non pensa da sé, risponde solo ai nostri comandi e molte volte sbaglia, d’altronde è solo una macchina.

L’AI non è assolutamente senziente, ne parlo più approfonditamente in un video caricato sul mio canale Youtube:

Giornalisti, blogger e Social Media Manager hanno paura e screditano questo strumento limitandosi all’invettiva, gridando allo scandalo e cercando di buttarlo giù quando dovrebbero essere i primi a governarlo: ChatGPT potrebbe ottimizzarti l’articolo per la SEO, aiutarti nelle vendite e darti idee geniali. Siamo in un’era di cambiamento e non si può più tornare indietro, continuando ad ignorare questi nuovi strumenti si rischia lo svantaggio competitivo, quindi o ti metti a nuotare o vieni travolto. Sono convinto che l’atteggiamento giusto sia studiare e cercare di capire come usare e governare al meglio questi strumenti >>.

Qual è cosa più incredibile che hai fatto con ChatGPT?

<< La cosa più incredibile che io abbia mai fatto con ChatGPT è stata sicuramente parlare con Nietszche. Gli ho chiesto di far finta di essere il celebre filosofo e di rispondere, proprio come farebbe lui, ad alcune domande esistenziali. È stata un’esperienza straordinaria, può diventare uno spunto interessante anche per le scuole e per il ripasso degli studenti, non capita tutti i giorni di poter parlare con un filosofo antico che risulterebbe sicuramente più difficoltoso studiare da un libro inanimato >>.

Dopo questo suggerimento abbiamo provato anche noi a parlare con Dante Alighieri e il risultato ci ha molto divertito:

ChatGPT risponde facendo finta di essere Dante Alighieri
ChatGPT risponde facendo finta di essere Dante Alighieri

Ci spieghi come utilizzare al meglio ChatGPT nel lavoro di tutti i giorni e in ambito comunicativo?

<< Per quanto riguarda questa domanda, ho già creato un intero articolo per il mio blog su ChatGPT e le vendite B2B.

https://www.gianluigibonanomi.com/chatgpt-vendite-b2b/

ChatGPT può convertirsi in un vero e proprio assistente artificiale in grado di aiutarti nella comunicazione, nell’automazione dei processi e nella raccolta di informazioni sul cliente. Può aiutarti a studiare l’azienda del tuo interlocutore partendo dall’analisi degli annual report per trovare punti salienti o eventuali punti deboli, riesce a creare Swot Analysis dei buyer o di un CV, scrive copy efficaci sia per i post sui social media che recensioni o risposte per il costumer care. È bravo anche nella Sentiment Analysis basata sulle opinioni dei clienti e nel trovare keyword adatte al tuo business, scrive anche mail con tono, contenuto e call to action finali. Può aiutarti anche con traduzioni per clienti all’estero o raccogliere informazioni di mercato su clienti e competitor creando un piano strategico e mettendo tutto in una tabella ordinata su Excel. Attenzione però a non inserire dati sensibili dato che ChatGPT trattiene tutto nel suo database.

Queste sono solo alcune delle sue capacità strabilianti: è facile, veloce e intuitivo, ciò che conta è capire e imparare a formulare query specifiche e corrette. Anche le Agenzie di Comunicazione dovrebbero iniziare a far loro le competenze di ChatGPT per eventuali business e richieste dei propri clienti >>.

Noi gli abbiamo chiesto di creare un copy per un eventuale post Instagram di questo articolo ed ecco il risultato. Possiede parole chiave, CTA, hashtag e tone of voice corretto per i social, a noi sembra molto valido:

ChatGPT crea un copy per Instagram
ChatGPT crea un copy per Instagram

Grazie mille Gianluigi, è stato un piacere parlare con te, quando terrai nuovamente corsi su ChatGPT o Metaverso e AI online e dal vivo?

<< Grazie a voi, io terrò nuovamente il corso su ChatGPT con Digital Fastweb Academy il 20 marzo 2023 alle 15.00, tenete d’occhio il sito per iscrivervi.

Invece il 10 febbraio 2023, ho tenuto con Canzio Dusi l’evento serale “Dante nel Metaverso: dialogo tra due appassionati di tecnologia su realtà virtuale, intelligenza artificiale e arte”, il cui articolo e video recap sono visibili qui.

Durante l’anno partecipo e tengo io stesso molti eventi ed incontri sul Metaverso, AI e sicuramente ChatGPT, tenete d’occhio il mio profilo Linkedin per non perdervi nessun appuntamento >>.


Come sarà il futuro di ChatGPT

Il futuro di ChatGPT lo vediamo roseo e pieno di tante incredibili novità, ricordiamo che quella che stiamo usando oggi è una semplice versione Beta e se sa già fare così tanto in così poco tempo, chissà cosa potrà arrivare a creare tra qualche anno. C’è già chi sfida Microsoft e ChatGPT con un nuovo strumento conversazionale che risponde al nome di Bard, a lanciarlo sul mercato molto presto sarà Google che non vuole perdere più tempo in campo AI e risponde a questa nuova ondata con un prodotto per migliorare le ricerche online. Anche il suo rivale cinese Baidu lancerà l’AI Wenxin Yiyan (Ernie Bot in inglese) a marzo e sarà anch’essa basata sulla produzione di testi di vario tipo e complessità, ma anche sulla generazione di immagini.

Per ora, comunque, ChatGPT non sembra preoccupato, forse perché non è a conoscenza di questi lanci dato che il suo database arriva fino al 2021 (mi risponde però di sapere cosa siano):

ChatGPT risponde ad una domanda sul lancio dei suoi competitor
ChatGPT risponde ad una domanda sul lancio dei suoi competitor
ChatGPT risponde di sapere cosa sono Bard e Wenxin Yiyan
ChatGPT risponde di sapere cosa sono Bard e Wenxin Yiyan

Oltre a questi modelli citati ci sono moltissime nuove tecnologie AI come Jasper AI, software di copywriting che può aiutarti a scrivere contenuti online (post sui social media, articoli o interi libri), Songr AI che crea musica originale con il solo input di keywords e infine DALL-E, software di OpenAI in grado di creare immagini grafiche uniche e realistiche con l’input di una query. Noi lo abbiamo usato per creare l’immagine copertina e il post su Instagram di questo articolo, cosa ne pensi? Ti piace? (query inserita: “Digital art uomo che ha a che fare con l’intelligenza artificiale”).

DALL-E è un software però molto criticato da grafici e artisti in quanto non rispetterebbe il copyright delle immagini create o scattate da cui prende spunto sul web. L’immagine creata con questo strumento è liberamente pubblicabile e non è per ora protetta da diritto d’autore in quanto creata da una macchina, vedremo in futuro se ci saranno delle regolamentazioni legali a riguardo.

Scrivimi per un corso su ChatGPT

La ChatGPT-mania su LinkedIn: il mio articolo per Agenda Digitale

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Ho scritto questo articolo per Agenda Digitale, ed è stato pubblicato il 20 febbraio 2023.

Da ChatGPT “consultant” o “evangelist” comparsi a pochi giorni dal lancio ai tanti iscritti che si fanno aiutare a descrivere la loro storia professionale o la posizione lavorativa o, ancora, a realizzare post o articoli per il proprio profilo. Insomma, l’AI di OpenAI spopola anche sul social dei professionisti.

a quando è stato presentato al mondo il 30 novembre 2022 ChatGPT, lo strumento di generazione di contenuti tramite intelligenza artificiale più potente mai visto, ha invaso le bacheche social. Facebook, Twitter, YouTube, TikTok: ogni social è stato inondato di contenuti su cos’è ChatGPT, come si usa, quali limiti ha, quanto è intelligente, quanto è stupido e così via. Ma c’è anche un altro social, quello professionale per eccellenza, invaso da riferimenti al nuovo fenomeno: LinkedIn.

ChatGPT: 10 cose da sapere per iniziare a utilizzarlo

I nuovi ruoli

Ci sono professionisti molto svegli, bravissimi a intercettare quello che il mercato vuole in tempo reale, dimostrando capacità di adattamento ultra-darwiniste. Per esempio, durante il lockdown, a porte ancora chiuse, su LinkedIn spuntavano “Covid manager” come funghi. Subito dopo, gli “Smart working facilitator”. Per non dire dell’hype sul metaverso di fine 2021: all’improvviso erano tutti esperti di ambienti virtuali, Decentraland, Roblox, blockchain e criptovalute varie.

Sta succedendo la stessa cosa con l’intelligenza artificiale generativa, con ChatGPT in particolare. L’inglese William, a pochi giorni dal lancio dello strumento, si presentava già così:

Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamente

Il ruolo è chiaramente generico, quindi William specifica meglio quello che offre nella sezione Informazioni: consulenza personalizzata, affiancamento per automatizzare i processi, aiuto per la customer care e interpretazione dei dati. Nonostante il ruolo fresco, tranquillizza: è anni che si occupa di data analysis e machine learning.

Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamente

Abbiamo anche l’evangelist di ChatGPT:

Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamente

Sono già partiti i corsi (compresi i miei!):

Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamente

Lo storytelling automatico

ChatGPT, come visto, può essere un valido alleato per la stesura della propria storia professionale. È possibile dargli in pasto un intero CV e chiedergli di scrivere una presentazione di qualche riga, decidendo anche il tono (professionale, amichevole, eccetera), raccomandandosi di usare le keyword giuste.

C’è qualcuno, molto pigro, che ha esagerato. Questo utente, per esempio, dice di aver chiesto a ChatGPT che cosa fa un “digital experience manager”. La risposta gli è piaciuta e l’ha copia-incollata così com’è, limitandosi ad aggiungere un “è quello che faccio io in parole spicciole”.

Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamente

Quello appena visto non è certamente un caso isolato:

Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamente

Ci si può far scrivere anche la descrizione della posizione lavorativa, dichiarandolo:

Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamente

ChatGPT fa bella mostra tra le competenze:

Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamente

I contenuti

La parte più difficile della gestione di un profilo LinkedIn non è il posizionamento né il networking, bensì alimentare la macchina dei contenuti. Sia a livello di strategia editoriale che di realizzazione dei post e articoli. C’è chi, come Rob, aiuta i professionisti a farsi aiutare dall’intelligenza artificiale proprio nella comunicazione su LinkedIn.

Uno tsunami. Sono moltissimi i contenuti che riguardano il tema:

Immagine che contiene testo, interni, screenshot Descrizione generata automaticamente

Tanti utente mostrano esempi d’uso, per esempio screenshot di conversazioni (o video) con il chatbot. Alcuni per ridicolizzare un’intelligenza artificiale non troppo intelligente:

Moltissimi spiegano come usarlo al meglio:

Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamente

In generale va fortissimo anche l’hashtag #ChatGPT, molto seguito e ancor più utilizzato:

Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamente

Consigli per l’uso del tema su LinkedIn

Al momento l’hype è enorme, ma siamo solo all’inizio (chissà quando arriverà GPT4…). Ecco tre consigli per gestire il tema su LinkedIn al meglio:

  • Non inserire la keyword “ChatGPT” nel profilo solo per cavalcare l’onda, se non si possiedono solide conoscenze riguardo i temi AI, machine learning e affini.
  • Dare un contributo originale. L’ennesimo post su cosa sia ChatGPT non ha più senso ormai dal Natale del 2022. Usi creativi (nuovi prompt), soprattutto se testati personalmente e con risultati rilevanti, sono invece ben accetti.
  • Su LinkedIn vanno forte i post con un punto di vista personale, ma occorre evitare la polarizzazione luddismo-tecnofilia. Gridare alla fine o alla salvezza dell’umanità fa scena, fa discutere (e l’algoritmo di LinkedIn premia i post con commenti), in generale funziona, ma spesso espone al rischio di fare figuracce. Uno sguardo equilibrato sulle opportunità e preoccupazioni del proprio settore risultano interessanti. Per esempio, un insegnante potrebbe parlare della minaccia dell’uso da parte dei ragazzi (temi generati dal bot e difficili da smascherare con “AI detector”, figuriamoci con gli anti-plagio) ma anche dell’opportunità di usare ChatGPT nella didattica. I ragazzi potrebbero simulare la conversazione con Socrate o con un recruiter. Gli insegnanti potrebbero chiedere all’algoritmo di elaborare testi per generare test da sottoporre agli studenti. Si potrebbe proporre l’integrazione con strumenti come MidJourney per creare contenuti e così via.

Come ChatGPT può aiutare su LinkedIn

Ci sono già molti iscritti a LinkedIn che si stanno facendo aiutare da ChatGPT per queste incombenze.

  • Generazione di contenuti: ChatGPT può essere utilizzato per generare testi accattivanti per descrivere le esperienze professionali, le competenze e i traguardi raggiunti (per esempio i progetti, sezione LinkedIn spesso sottovalutata), in modo da allettare recruiter e potenziali clienti. Risulta particolarmente utile per completare la sezione Informazioni con la propria storia lavorativa.
  • SEO: ChatGPT può essere utilizzato per identificare le parole chiave più appropriate per descrivere le esperienze professionali e le competenze, in modo da aumentare la visibilità del profilo sui motori di ricerca (interno e Google). In questo video mostro come ricavare delle keyword per diversi tipi di professione.

Come trovare le keyword per CV e profilo LinkedIn con Chat-GPT

  • Generazione di post: ChatGPT può essere utilizzato per generare post accattivanti da condividere su LinkedIn, in modo da aumentare l’engagement dei contatti e migliorare la visibilità del profilo. Post completi, con tanto di aggancio accattivante, hashtag, call to action e così via.
  • Analisi SWOT: ChatGPT può essere utilizzato per eseguire un’analisi del profilo LinkedIn, identificando punti di forza, debolezze, opportunità e minacce, in modo da individuare le aree da migliorare e sfruttare le opportunità dello strumento LinkedIn. Si può chiedergli anche di fare una SWOT del CV.
  • Stesura di referenze. Spesso non si sa come elogiare il lavoro di un collega o di un fornitore: si può addestrare il chatbot per elogiare un professionista a partire da un testo prelevato dal suo profilo LinkedIn.
  • Generazione di risposte ai commenti: così come ChatGPT risponde in modo pertinente alle email a partire da quanto scritto dal mittente (grazie all’estensione ChatGPT Writer), può essere utilizzato anche per generare risposte ai commenti sui post LinkedIn.

Conclusioni

In realtà il limite è la fantasia. Se si chiede a ChatGPT come può aiutare un professionista su LinkedIn, arriva anche a dirti che potrebbe aiutare a studiare strategie di networking, tattiche per trovare lavoro, ideazione di piani di crescita professionale o di personal branding e molto altro ancora. Basta chiedere all’oracolo di OpenAI.

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L’arte di creare immagini con l’intelligenza artificiale: l’intervista a Paolo Dalprato

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Ho conosciuto Paolo Dalprato online: non ci siamo (ancora) incontrati di persona. Un commento su LinkedIn, un messaggio su Messenger e così via. La sua attività di fotografo innamorato dell’intelligenza artificiale mi ha subito colpito: non solo per la competenza, ma anche per l’ardire di un professionista che, in apparenza, senza seguire il branco, non sbraita contro l’intelligenza artificiale che ruba lavori e annienta interi settori, bensì studia e sperimenta e divulga. Del resto, se addirittura un colosso che vende foto online come Shutterstock ha lanciato una piattaforma per la generazione di immagini da input testuale, vuole dire che qualcosa sta davvero cambiando.

Paolo, laureato in Fisica, dopo una vita da dipendente in una multinazionale delle telecomunicazioni, dieci anni fa inizia l’attività di fotografo professionista. Da sette anni sviluppa tour virtuali e, di recente, anche mappe interattive. Con l’annuncio di OpenAI dell’apertura al pubblico di Dall-E ha scoperto il mondo delle intelligenze artificiali che generano immagini e si è appassionato. Così ha aperto un blog: https://ai.paolodalprato.com, dove si può ammirare una galleria delle sue opere digitali.

Ho contattato Paolo per una chiacchierata virtuale su A.I. generative, sintesigrafia, strumenti come MidJourney e Stable Diffusion, opportunità e minacce per chi scatta foto per professione. Buona lettura!

Ciao Paolo, iniziamo da una domanda “scomoda”. Nell’immaginario collettivo un artista, un professionista delle immagini, dovrebbe avere paura delle AI generative. Perché tu no?

Ciao Gianluigi e grazie per l’invito. La domanda non è per nulla scomoda. È vero che sono un professionista, un fotografo per la precisione. Ma sono anche un gran curioso di cose tecnologiche e mi sono appassionato subito a questa strana cosa esplosa pubblicamente lo scorso anno.

Sono convinto che la mia categoria sarà pesantemente toccata dall’arrivo delle Intelligenze Artificiali generative. Anzi comincia a esserne già toccata, magari non direttamente chi fa gli scatti, ma la filiera (in questo caso chi si occupa della postproduzione) è già interessato da imagen-ai.com, un service per chi usa Lightroom che promette di elaborare 1500 immagini in meno di 10 minuti con il tuo stile e a costi bassissimi. Molto utile per chi si occupa di eventi, con migliaia di scatti da lavorare al ritorno in studio.

Ecco come funziona:

Ma anche chi fa ritratti comincia ad essere toccato, ad esempio c’è profilepicture.ai, un service online in grado di fornire fino a 900 ritratti di una persona di buona qualità in qualsiasi stile per soli 25 dollari: basta inviare 20 ritratti qualsiasi del soggetto.

E ho già visto un album di matrimonio creato con una qualche AI: brutto, ma l’hanno fatto!

Come reagiscono i tuoi colleghi?

Alcuni colleghi reagiscono male, altri la usano già coscientemente, la maggioranza sembra in attesa di capire che succederà. Da professionista so che non c’è possibilità di competere quando si ragiona sul costo e sui tempi di lavoro, ma sono convinto che la fotografia non sparirà. Gli appassionati continueranno a portare avanti la loro passione. I professionisti dovranno ripensare la propria attività: secondo me, potrebbe risultare vincente puntare su quello che le Intelligenze Artificiali non possono dare, cioè autorialità e contatto umano. Che si traduce nel fare diventare il servizio fotografico un’esperienza, cosa in cui sono bravi i matrimonialisti ad esempio.

Ricapitolando: perché non ti fa paura?

Per tre motivi. Il primo è che non posso farci niente, le AI ci sono e saranno sempre più presenti, devo considerarlo un dato di fatto e dei dati di fatto non ha senso avere paura (caso mai bisogna reagire, ma è cosa diversa dalla paura).

Il secondo: anche da appassionato, cerco di capire se posso in qualche modo fare entrare questa tecnologia nei servizi che offro, sia da fotografo sia da “esperto di AI”, da capire cosa potrebbe voler dire e come monetizzarla.  E l’unico modo che ho per capire se posso farlo e imparare a usarla.

L’ultimo. Chi l’ha detto che un’immagine debba essere creata con le AI oppure con la fotografia? Ho iniziato a vedere creativi che uniscono i due linguaggi: partono da una foto e la modificano con le AI, oppure creano un’immagine di partenza con le AI e la modificano con i tool che vengono usati normalmente dai fotografi.

Insomma… “Si può fare!” (cit.)

Come si legge sul tuo blog, questa nuova arte potrebbe chiamarsi “sintesigrafia”. Che cos’è e che cosa ti affascina di più di questo (nuovo) mondo?

Lo vedo come l’incontro (scontro?) fra le due intelligenze: quella umana e quella della macchina.  Le AI sono uno strumento potente e con una notevole autonomia creativa, ma come diceva una vecchia pubblicità la potenza è nulla senza controllo ed è la parte umana che deve esercitarlo. Potrebbe sembrare una lotta. La vedo invece come una possibilità di collaborazione, la parte umana mette in campo la progettualità, quella artificiale la potenza.

L’uso delle IA può anche diventare un ottimo test sulla creatività umana, specie quando si usa uno strumento come Midjourney che sembra invitare a formulare solo i concetti quando si fanno le richieste, tanto poi è MJ che pensa a rendere WOW il risultato.

Provo a dirlo in modo diverso, con MJ anche se formulo una richiesta stramba e minimale (ad esempio un elefante sullo skateboard) le impostazioni di default sono tali da garantire quasi sempre un’immagine capace di colpire, mentre con Stable Diffusion le cose sono diverse già dal modo in cui si fanno le richieste che devono essere più precise e dettagliate.

In effetti il termine sintesigrafia descrive molto bene questo lavoro collaborativo, anche se in realtà è derivato dalla tecnica di come vengono generate le immagini. Non credi?

Certo! Ma veniamo al tema spinoso del diritto d’autore: se il celebre “selfie monkie” non poteva essere della scimmia, perché il diritto è antropocentrico, di chi sono le opere generate dall’intelligenza artificiale?

La mia opinione personale assolutamente non da legale: dipende. Come ho detto nella risposta precedente, l’immagine che viene generata per me è sempre conseguenza dell’interazione delle due parti, l’umana e l’artificiale. La legge, parlo proprio dall’art. 1 della Legge n. 633/1941, dice che sono protette le opere d’ingegno di carattere creativo, la stessa legge distingue fra opere creative e non creative. La dico semplice, se la generazione dell’immagine è demandata di fatto alla AI, insomma se il prompt è un elefante sullo skateboard, penso sia da considerare della macchina perché non credo che una richiesta così “minimalista”  basti per farla considerare un atto creativo della persona. Se invece l’immagine è il risultato di un lavoro creativo, fatto di più interazioni, di aggiustamenti del prompt e dei parametri, insomma se l’umano cerca di usare la macchina per arrivare alla sua (dell’umano) immagine, allora questa è della persona.

Approfitto per una considerazione su un argomento che vedo in qualche modo collegato, ho letto di polemiche sulla possibile partecipazione di immagini generate da AI a concorsi fotografici, credo iniziate dopo la notizia su “Space Opera Theater” di Jason Allen, promosse soprattutto da NO-AI (sì, esistono). Devo dire che sono d’accordo: è corretto che immagini generate da AI non partecipino a concorsi fotografici (l’opera citata è un caso particolare, infatti il premio è stato confermato), così come le fotografie non partecipano ai concorsi di pittura e viceversa. Allo stesso tempo, quando inizieranno i concorsi specifici per le AI, le fotografie non dovrebbero essere incluse. Ho scritto quando, non se, perché sono convinto che presto o tardi ci sarà lo sdoganamento. Si comincerà a parlare di AI-Art anche nei circuiti delle gallerie e dei critici. Ho in mente l’esempio dei graffiti, che sono brutti, infantili, sporcano e così via. Poi sono arrivati Haring e Banksy, giusto per fare i primi due nomi che mi vengono in mente, e ora si fanno le mostre in luoghi fantastici. Per esempio, si è appena chiusa una mostra di Haring nella Villa Reale di Monza, pensa un graffittaro ospite d’onore in una reggia!

Forse l’attività più importante, in futuro, sarà quella di interrogare questi oracoli: si parla di “prompt engineering”. Puoi dare qualche dritta per ottenere immagini di alta qualità?

Ho già iniziato a vedere offerte di posti di lavoro per prompt engineeer con stipendi molto interessanti. Si parla molto di questo perché il prompt è comune a tutte le AI generative (non solo di immagini),  ma penso sarà uno dei lavori.

Per ottenere immagini di qualità, partire dal capire la struttura del prompt e quali sono i parametri. Parlando di Midjourney, probabilmente la più diffusa per chi inizia, sarebbe buona regola leggersi la documentazione ufficiale (questo il paragrafo sui prompt https://docs.midjourney.com/docs/prompts).

Per me un ottimo sito è questo: https://prompterguide.com. L’autore fornisce sia una guida un po’ più approfondita della documentazione originale (nel menu cliccate VISUAL NOTEBOOK), sia un tool per costruire il prompt (cliccate PROMPTER BUILDER).

Infine un esercizio che trovo molto utile è partire da un prompt molto complesso che genera un’immagine che ci piace e provare a togliere un elemento per volta. In questo modo si può capire cosa fanno e quanto pesano le singole parti.

Chiudiamo con gli strumenti, anche se ne hai già citati un paio davvero interessanti. Quali usi tu e quali consigli di provare a chi vuole sperimentare?

Da sempre sono un fan dell’open source. Lo sono anche in questo campo: infatti ho installato sul mio computer Stable Diffusion. Non sono però un fan acritico, uso i software open source quando penso siano almeno equivalenti a quelli proprietari. Nel caso delle AI sono dell’idea che Stable Diffusion sia un gran bel progetto, attorno a cui s’è creato un intero ecosistema, non solo di prompt engineeer ma anche di sviluppatori di interfacce, di extension e di modelli.

Perché uso Stable Diffusion? Perché è una sfida, perché mi permette di capire meglio come funziona una AI, perché escono continuamente cose nuove da provare e raccontare, perché serve per fare capire cosa sia davvero l’open source, perché mi diverto, perché mi permette di scegliere.

Stable Diffusion è tutto questo: lo consiglio a chi vuole capire il meccanismo. A chi invece interessa solo l’immagine, il mio suggerimento è MidJourney, rimanendo attenti ai nuovi attori che certo si presenteranno sul mercato. Anche con MidJourney si può sperimentare, vedo già creativi lavorare secondo l’approccio del progetto, non immagini singole o poco più, ma risultati di ricerche.

Restando su Stable Diffusion, ho visto che online vi sono diverse interfacce. Quale preferisci?

L’interfaccia che preferisco è AUTOMATIC1111: quella più completa, personalizzabile, flessibile, modulare. Insomma le ha tutte, compresa l’essere complessa. Ha senso usarla quando si vogliono testare modalità di lavoro e plugin vari. Se invece si è interessati alla generazione delle immagini, consiglio Invoke AI oppure Easy Diffusion.

È un mondo che evolve in modo rapidissimo, tenersi informati è obbligatorio ed anche un po’ stressante, perché ci si rende conto di quante cose non si riusciranno a provare! È una battuta, ma per me con un fondo di verità, ogni giorno leggo di aggiornamenti e novità e vorrei provarle tutte.

A proposito, vuoi chiudere con un messaggio di speranza?

Prima mi chiedevi di quale sarà il lavoro più importante, penso che l’approccio open source di Stable Diffusion permetterà lo sviluppo di professionalità diverse: alcune più esposte al pubblico, altre più defilate ma non meno importanti. Un’ipotesi che mi viene in mente: lo sviluppatore di modelli custom per le aziende, con lo scopo di generare immagini di prodotti specifici ambientati in modo altrettanto specifico. Probabilmente anche costuire dataset potrebbe diventare una nuova attività: le esigenze cominciano ad affinarsi ed esistono già dataset costruiti pensando a usi particolari, già oggi si può utilizzare il Cityscapes Dataset, costruito pensando allo sviluppo delle auto a guida autonoma. Ma anche professioni con una lunga storia saranno costrette a rinnovarsi, giusto un esempio pensa chi si occupa degli aspetti legali. Davvero la rivoluzione che stanno portando le Intelligenze Artificiali si sta allargando in modo impetuoso!

Lo spettacolo “Dante nel metaverso”

Guarda la registrazione del mio evento del febbraio 2023:

Ho creato (gratis) una canzone country in 30 secondi con l’intelligenza artificiale

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L’intelligenza artificiale generativa è una tecnologia dirompente, sempre più diffusa, che consente alle macchine di creare nuovi contenuti in modo autonomo. Tutti parlando di ChatGPT, ma c’è molto di più. Tra i vari ambiti in cui questa tecnologia sta trovando applicazione, la creazione di canzoni è una delle più intriganti e, forse, promettenti (ma non ditelo ai musicisti, terrorizzati quanto gli artisti in generale).

Ma come è possibile che un algoritmo creai canzoni dal nulla? Grazie a sistemi avanzati di machine learning (apprendimento da dataset) e deep learning (l’uso di reti neurali), è possibile generare brani musicali in modo del tutto automatico, personalizzando i testi e le melodie in base alle tue preferenze.

In questo articolo ti mostro un esempio concreto, l’uso (passo a passo) di uno strumento gratuito: Songr.

Cos’è Songr?

SongR è quindi un “musicista AI”, in pratica un generatore di canzoni basato sull’intelligenza artificiale. Basta inserire poche parole chiave – io ho provato con una sola – per creare un brano personalizzato.

Gli step sono questi: si seleziona il genere (tra i quattro disponibili, io ho optato per il country, avrei preferito il blues), si inseriscono le parole chiave (nel mio caso “LinkedIn”), si controlla il testo (eventualmente modificabile), si sceglie la voce maschile o femminile e dopo sessanta secondi (mezzo minuto!) si può scaricare la canzone come video MP4 o come brano MP3.

Un paio di note. SongR funziona su qualsiasi dispositivo o browser, senza dover scaricare nulla. Al momento, l’unica limitazione è la possibilità di creare cinque canzoni al giorno.

Il testo della canzone

Ecco il testo, le lyric, della canzone che ho chiesto di creare (una canzone country sul tema LinkedIn!):

I spend my days on LinkedIn
connecting with new people
and growing my business brand
It’s a lot of fun
and I’m really glad that I found it
I’ve met some amazing people
from all around the world
and it’s been so great
to connect with them and learn
I highly recommend LinkedIn
to anyone who’s looking to network
it’s a great way to build relationships
and it can really help you succeed
So if you’re looking to improve your career
or to just meet some new friends
be sure to check out LinkedIn
today, you won’t regret it!

La canzone in MP3

Ascolta qui la canzone:

Insomma, non è certo un capolavoro. Ma vedi le potenzialità?

L’A.I.  che compone con lo stile dei Nirvana

Un’alternativa a Songr è JukeBox di OpenAI (sì, gli stessi di ChatGPT). Si tratta di un modello rivoluzionario di rete neurale che genera musica, incluso il cantato, in diversi generi e stili. Il modello è stato addestrato su un dataset di 1,2 milioni di brani abbinati alle rispettive parole e metadati (presi da LyricWiki). Ecco un video dove faccio ascoltare un pezzo di un brano in stile Nirvana.

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“Dante nel metaverso”: video e slide dell’evento di Osnago

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Il 10 febbraio 2023 ho tenuto, insieme all’amico Canzio Dusi (autore, tra gli altri, de “La stanza del sogno” e di “Giotto e i misteri di Casa Scrovegni”), un evento dal titolo “Dante nel Metaverso: dialogo tra due appassionati di tecnologia su realtà virtuale, intelligenza artificiale e arte”, presentato così dalla stampa locale:

Sempre più spesso ci imbattiamo in termini come Metaverso, Intelligenza artificiale, Realtà virtuale, aumentata o integrata, gemelli digitali, NFT, blockchain; proviamo a capirne il significato in una serata leggera e tutt’altro che accademica.
Scopriremo che alcuni dei concetti che sono alla base di questa nuova rivoluzione digitale hanno antenati conosciuti nella storia dell’arte e della letteratura.
In un viaggio da Giotto a Piero della Francesca, da Platone a Dante, scopriremo un’inattesa familiarità con gli strumenti che stanno cambiando la nostra vita.
Ne converseranno venerdì 10 febbraio dalle ore 21.00 presso la sala multimediale del CPO di Osnago in via Gorizia Gianluigi Bonanomi, divulgatore esperto di innovazione tecnologica e social network, e Canzio Dusi, scrittore e componente del Centro Culturale Lazzati di Osnago. La conferenza rientra nel ciclo “I caffè del venerdì”.

La scaletta dell’evento

  • COS’È IL METAVERSO
  • CHE COSA C’ENTRA DANTE CON IL METAVERSO?
  • REALTÀ VIRTUALE E GEMELLO DIGITALE
  • ARTE E VIRTUALE: ESEMPI
  • UNO SGUARDO AL FUTURO

Il video dell’evento

Qui trovi la registrazione dell’evento:

Le slide dell’evento

Qui potete consultare le slide dell’evento (sotto trovate il video “Dream of Dalì”):
Questo il video del viaggio nei quadri di Dalì:

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ChatGPT nelle vendite B2B

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Con la crescente importanza dei canali digitali nella comunicazione commerciale, per un venditore B2B è diventato sempre più importante acquisire nuove competenze legate a personal branding, social selling e relazioni online. Oppure trovare un assistente che dia una mano su questi aspetti, mentre si è impegnati altrove (visite, telefonate, lavoro d’ufficio, ecc.). L’assistente, però, non deve necessariamente essere un umano!

Perché un chatbot può essere utile nelle vendite B2B?

Esistono molte differenze tra le vendite B2B e quelle B2C, anche se con l’avvento dell’online ormai si parla sempre più spesso di H2H (da umano a umano, indipendentemente dal tipo di business). Ma se una differenza va sottolineata, è questa: le vendite B2B si basano sulle relazioni, tra l’altro con diversi attori. Come diceva il Cluetrain manifesto, i mercati sono “conversazioni”. Per questo un chatbot, vale a dire un programma nato per imitare le conversazioni umane e i mercati, risulta ideale per aiutarti nella vendita.

Più nello specifico, le competenze di un venditore B2B sono le seguenti.

  • Comprensione approfondita dei prodotti e servizi offerti.
  • Abilità nella gestione delle relazioni con i clienti.
  • Capacità di identificare le esigenze dei clienti e sviluppare soluzioni personalizzate.
  • Capacità comunicative, comprese le abilità di presentazione e negoziazione.
  • Competenze nell’utilizzo di strumenti digitali per la promozione della propria attività.

Uno strumento che può essere particolarmente utile per i commerciali B2B, in tutte queste attività, è ChatGPT, un chatbot che sfrutta l’intelligenza artificiale, sviluppato da OpenAI (per metà ormai nelle mani di Microsoft). Questo strumento, allenato con una quantità di dati mai vista prima, può aiutare i venditori B2B in molti modi: per esempio nella comunicazione, nell’automazione dei processi e nella raccolta di informazioni sul cliente. Prima ecco un’introduzione video a questo straordinario strumento:

Ora vediamo esempi d’uso pratici.

Lo studio del cliente

Prima di incontrare un cliente, puoi sfruttare ChatGPT per studiare l’azienda e l’interlocutore. Potresti partire dall’analisi dell’annual report. Ho chiesto al chatbot di analizzare il testo sulla strategia 2022-2025 di Eni e di evidenziarne i punti salienti. Pagine e pagine di testo sono riassunte in questo comodo bullet point:

Spesso, però, gli annual report sono molto lunghi (quello di ENI supera le 400 pagine). Per questo puoi usare Chatpdf: puoi caricare qualsiasi PDF (se oltre le 200 pagine, devi usare le API Key di OpenAI) e interrogare il chatbot sul contenuto del documento:

Per aziende meno strutturate basta prendere dei testi dal sito Web, o da una brochure, e chiedere a ChatGPT di riassumere i punti salienti riguardo storia, produzione, mercato, clienti e così via.

Puoi prepararti anche sui target. Questa la SWOT analysis di un buyer a partire dal suo profilo LinkedIn (a patto che non sia vuoto):

Qui mostro come fare la SWOT analysis di un CV:

La comunicazione con i clienti

ChatGPT può essere utilizzato per generare e personalizzare la comunicazione con i clienti. Facciamo un esempio concreto. Grazie a un prompt (insieme di istruzioni) personalizzato – dove si stabilisce qual è il tono, il contenuto e quale la call to action finale – puoi chiedere al chatbot di scrivere un’email al cliente per fare upselling.

Pensa invece se potessi scrivere un messaggio di follow-up dopo la riunione con il cliente con i punti salienti. Basta che registri l’incontro, trasformi il parlato in testo e chiedi a ChatGPT di fare il riassunto. Se la riunione è online, e usi Microsoft Teams (Microsoft è uno dei maggiori azionisti di OpenAI), puoi usare la nuova funzione di recap.

Sempre per quanto concerne le comunicazioni con i clienti, è possibile anche installare dei plugin di Chrome (segnalo WriteGPT) per chiedere a ChatGPT di rispondere direttamente alle mail, generando messaggi che tengano in considerazione tono, temi e contesto di quanto scritto dal mittente.

Altro punto interessante: internazionalizzazione della comunicazione. ChatGPT, al pari di traduttori che usano l’intelligenza artificiale come Deepl (consigliatissimo!), risulta particolarmente utile per scrivere in lingua straniera o revisionare testi e messaggi, nonché tradurre da e in qualsiasi lingua.

Lo studio del mercato

In ottica di “business artificial intelligence” (come la chiama McKinsey), ChatGPT può essere utilizzato per raccogliere informazioni sul mercato: sul cliente e sui competitor. Si può partire dallo studio di questi ultimi, gli “avversari”. Posso chiedere a ChatGPT di elencare aziende di un determinato settore, i loro prodotti, il modello di business e addirittura il fatturato stimato.

Mi raccomando: controllare sempre le informazioni generate. Spesso, purtroppo, ChatGPT inventa delle informazioni! Conviene quindi, a questo scopo, usare Bing.

Se i dati sono attendibili, si può proseguire. Potrei chiedere di restituire altri risultati o aggiustare il tiro. Se invece queste informazioni servono per una presentazione (a proposito, puoi delegare anche quella grazie a Tome), possiamo chiedere di metterle in una comoda tabella:

Tutte queste informazioni vanno controllare, perché ChatGPT non è (ancora) un motore di ricerca e le informazioni che ha “studiato” risalgono al 2021.

Lato studio dei clienti, Il chatbot può analizzare e raccogliere informazioni sulle loro esigenze, preferenze e comportamenti di acquisto. Per esempio, potrei dare in pasto al chatbot tutti i commenti che si trovano in un forum B2B, o in un e-commerce, per evidenziare le problematiche più ricorrenti espresse dal target. Io l’ho fatto per una sedia da ufficio. Sono andato su Amazon, ho filtrato per commenti a una stella e le ho copiate:

A quel punto, con le recensioni in memoria (in diverse lingue e con informazioni irrilevanti tra un testo e l’altro), ho chiesto a ChatGPT di evidenziare le critiche espresse al prodotto in un elenco. Il risultato è molto interessante:

Il marketing (e il personal branding)

Puoi anche chiedere a ChatGPT di aiutarti nel marketing. Lo so che non è il tuo mestiere, ma spesso nelle aziende meno strutturate non c’è un reparto marketing e devi arrangiarti, per esempio creando materiali di vendita, organizzando eventi o la presenza in fiera, e via dicendo.

Abbiamo parlato di analisi del target. Per creare contenuti e strategie funzionali, serve conoscere molto bene il target. Uno strumento usato nel marketing, oltre alla buyer persona, è la empathy map:

Possiamo chiedere a ChatGPT di aiutarci anche in questo:

Pensiamo a una strategia di inboud marketing: quanto sarebbe utile avere un cosiddetto “lead magnet”, un contenuto che generi contatti? Pensiamo a un webinar tecnico (format che ha spopolato durante la pandemia) o, meglio ancora, a un eBook. Potresti chiedere a ChatGPT di scrivere un libretto centrato sul problema del cliente. Non hai nemmeno idea di quale contenuto scegliere? Chiedilo a lui!

Poniamo che una di questa ti piaccia: per esempio la decima, “L’arredo ufficio a misura di dipendente: comfort e benessere sul posto di lavoro”. Possiamo chiedere a ChatGPT di proporre una scaletta dell’eBook.

Ora non resta che fargli scrivere i capitoletti.

E così via, fino a confezionare l’eBook, che potrebbe essere impaginato con Canva, magari con un cover creata da Dall-E, altro strumento di intelligenza artificiale di OpenAI che genera immagini a partire da istruzioni testuali. Per spingere quel contenuto online, potresti aver bisogno anche di fare della campagne di digital marketing, su Google o sui social: ovviamente ChatGPT può essere un ottimo copywriter per i tuoi annunci.

Lato marketing, ma di sé stessi, puoi farti aiutare da ChatGPT nel personal branding. Per sistemare il profilo LinkedIn, magari cercando le migliori keyword, legate anche al tuo business, per farti trovare.

Gli script di vendita

Se la tua azienda usa il telemarketing, potresti usare il chatbot per creare gli script di vendita.

Il training

Altra idea strampalata. Siccome una volta, per divertimento, ho chiesto a ChatGPT di impersonare un personaggio famoso, tipo Socrate, nulla mi vieta di chiedergli di mettersi nei panni di un cliente o, viceversa, di un venditore. Questo per allenarsi, superare le obiezioni, chiudere le trattative. Soprattutto se si è alle prime armi, ovviamente.

Puoi anche sbizzarrirti. Prova a usare un prompt del genere: “Agisci come un esperto venditore che ha studiato La bibbia delle vendite di Jeffrey Gitomer. Prova a vendermi un nuovo antivirus per aziende. Fai una domanda e aspetta la mia risposta”. Oppure chiedigli di applicare gli insegnamenti sulla persuasione di Robert Cialdini o i principi del lupo di Wall Street Jordan Belfort. O ancora sottoponigli le obiezioni dei clienti, per esempio con questo prompt: “Mi occupo di telemarketing. Vendo sistemi di sicurezza per la casa telefonicamente. Il cliente sostiene che non gli serve un sistema di sicurezza per la casa perché non possiede nulla di valore. Come posso rispondere a questa obiezione?

GPTBoss è uno strumento che consente di “assumere”, si fa per dire, dei chatbot al posto dei dipendenti. Alcuni di questi sono stati istruiti per fare i business coach.

 

10 prompt per venditori

 

1. Definizione del cliente ideale per una strategia di vendita mirata

“Analizza e descrivi in dettaglio il profilo del mio cliente ideale per [specificare prodotto/servizio], considerando dati demografici, psicografici, comportamentali e settoriali. Includi le sue principali sfide, bisogni inespressi e il processo decisionale d’acquisto. Suggerisci strategie di comunicazione personalizzate per entrare in contatto con questa tipologia di cliente in modo efficace e persuasivo.”


2. Preparazione strategica per una riunione di vendita di successo

“Genera un piano dettagliato per una riunione di vendita con un potenziale cliente interessato a [specificare prodotto/servizio]. Includi un’introduzione efficace, domande mirate per identificare i reali bisogni del cliente, possibili obiezioni e risposte strategiche. Fornisci anche suggerimenti su come gestire la conversazione in modo persuasivo e concludere con una call-to-action chiara per massimizzare le probabilità di chiusura della vendita.”


3. Gestione delle obiezioni in modo persuasivo e professionale

“Elenca le obiezioni più comuni che i clienti sollevano riguardo a [specificare prodotto/servizio] e fornisci risposte dettagliate, professionali e basate sul valore percepito, evitando di entrare in una logica difensiva. Includi tecniche di comunicazione per trasformare le obiezioni in opportunità di vendita e strategie per rafforzare la fiducia del cliente nel prodotto e nell’azienda.”


4. Strategie di upselling e cross-selling per aumentare il valore delle vendite

“Analizza le migliori strategie per proporre prodotti o servizi complementari a clienti già acquisiti, con l’obiettivo di aumentare il valore medio delle vendite. Suggerisci approcci personalizzati basati sul comportamento d’acquisto, sulle esigenze latenti e sulle dinamiche del settore. Includi esempi pratici di frasi e tecniche per rendere la proposta naturale e ben accolta dal cliente.”


5. Creazione di email di follow-up persuasive e personalizzate

“Redigi un’email di follow-up altamente persuasiva e personalizzata per un potenziale cliente che ha mostrato interesse per [specificare prodotto/servizio] ma non ha ancora concluso l’acquisto. L’email deve essere strutturata in modo da mantenere alta l’attenzione, rafforzare il valore della proposta, rispondere a eventuali dubbi non espressi e includere una call-to-action efficace che stimoli il cliente a compiere il passo successivo.”


6. Sviluppo di uno script professionale per chiamate a freddo

“Scrivi uno script dettagliato per una chiamata a freddo rivolta a potenziali clienti interessati a [specificare prodotto/servizio]. Lo script deve essere coinvolgente, evitare toni eccessivamente commerciali, suscitare interesse nei primi secondi e guidare il potenziale cliente in un dialogo costruttivo. Includi tecniche per superare il rifiuto iniziale e per concludere la chiamata con un’azione concreta, come fissare un appuntamento o ottenere maggiori informazioni.”


7. Identificazione dei fattori chiave che spingono un cliente all’acquisto

“Analizza i principali trigger psicologici e situazionali che spingono un cliente a valutare e ad acquistare [specificare prodotto/servizio]. Fornisci un elenco dettagliato di eventi, bisogni emergenti, tendenze di mercato e fattori emozionali che possono influenzare la decisione d’acquisto. Suggerisci strategie pratiche per intercettare questi segnali e adattare il processo di vendita di conseguenza.”


8. Miglioramento delle tecniche di negoziazione per ottenere accordi vantaggiosi

“Fornisci un framework dettagliato per negoziare con successo la vendita di [specificare prodotto/servizio], migliorando il rapporto qualità-prezzo percepito dal cliente senza abbassare inutilmente il prezzo. Includi tecniche di persuasione avanzate, principi di negoziazione basati sulla psicologia e strategie per creare valore aggiunto durante la trattativa, evitando concessioni dannose.”


9. Analisi comparativa della concorrenza e differenziazione del prodotto

“Confronta [specificare prodotto/servizio] con le principali alternative presenti sul mercato, evidenziando punti di forza, punti deboli e caratteristiche distintive. Fornisci suggerimenti pratici su come presentare i vantaggi del mio prodotto rispetto alla concorrenza senza denigrare gli altri player. Includi strategie per trasformare i punti deboli in argomenti di vendita efficaci e costruire un posizionamento chiaro nella mente del cliente.”


10. Pianificazione e ottimizzazione dell’agenda settimanale di un commerciale

“Crea un piano settimanale strutturato per un venditore che opera nel settore [specificare settore], bilanciando attività di prospezione, gestione dei clienti esistenti, formazione, analisi dei dati e miglioramento delle performance. Fornisci suggerimenti per ottimizzare la gestione del tempo, evitare attività a basso valore aggiunto e massimizzare la produttività, con un focus sulle attività che portano il maggior ritorno sull’investimento.”

Il webinar sull’uso di ChatGPT nella vendita B2B

Il 22 marzo 2023 ho tenuto un webinar con Luca Image sul tema “Come usare ChatGPT nella vendita B2B“.

Il corso su ChatGPT

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