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LinkedIn: quattro azioni per migliorare subito il tuo social selling [articolo per Agenda Digitale]

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[Questo articolo è stato pubblicato su Agenda Digitale il 6 febbraio 2020]

Il Social Selling Index (SSI) misura l’efficacia a stabilire il tuo brand professionale, trovare le persone giuste, interagire con informazioni rilevanti e costruire relazioni. Ecco quattro operazioni da mettere in campo subito per migliorarne i parametri

LinkedIn è il social network ideale per fare social selling. Peccato che molti fraintendano: pensano che fare social selling significhi vendere con i social. Sbagliato: al limite quello sarebbe “social commerce”. Che cos’è davvero il social selling lo dice LinkedIn, grazie al social selling index.

Che cos’è il social selling index?

“Il Social Selling Index (SSI) misura l’efficacia a stabilire il tuo brand professionale, trovare le persone giuste, interagire con informazioni rilevanti e costruire relazioni”: parola di LinkedIn.

L’indice SSI – brillante esempio di gamification – viene calcolato automaticamente (e quotidianamente) da LinkedIn stesso. Il problema è che questo valore, espresso in centesimi, non si trova tra le opzioni del social, né della app: per scoprirlo occorre fare clic su questo link (e bisogna essere “loggati” al proprio profilo LinkedIn): social selling index.

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Che cosa calcola il social selling index?

Il valore, espresso in centesimi, del social selling index prende in considerazione quattro parametri:

  • Creare il brand professionale
  • Trovare le persone giuste
  • Interagire con informazioni rilevanti
  • Costruire relazioni

LinkedIn mostra anche il social selling index medio della tua rete e del tuo settore.

Tutto molto interessante, ma in pratica? Ecco quattro operazioni che puoi mettere in campo subito per migliorare questi quattro parametri, e quindi il tuo social selling.

Creare il brand professionale

Per lavorare sul proprio personal branding su LinkedIn, a mio avviso, occorre metodo. Per questo, e scusa il gioco di parole, ne ho creato uno: il metodo LinkedIn10C:

https://www.gianluigibonanomi.com/wp-content/uploads/2019/02/metodo_linkedin10c_gianluigi_bonanomi-1030x581.jpg

Detto in poche parole, le prime quattro C servono per definire la tua mission. Dopo aver posto attenzione sul chi sei, e qui è fondamentale una buona foto, ci si concentra su questa formula:

Cosa fai + per chi lo fai + come lo fai

Per esempio, nel mio caso, “aiuto aziende e professionisti a migliorare il proprio posizionamento su LinkedIn grazie a workshop che sfruttano il metodo originale LinkedIn10C”. In questo caso c’è il cosa faccio (workshop), il target (aziende e professionisti, in alcuni casi sono più specifico) e l’elemento differenziante (il metodo LinkedIn10C). Completano il metodo la C delle chiavi di ricerca (ossia un’ottimizzazione SEO del profilo) e le C che danno sostanza e autorevolezza al profilo: dalle skill alle conferme (segnalazioni), dai casi di successo (i Progetti) a numeri e fatti che danno concretezza. L’ultima C riguarda i contenuti, ma ne parlo dopo.

Azione 1: completa il tuo profilo LinkedIn in ogni sua parte

Trovare le persone giuste

LinkedIn è un social media, perché può essere usato come strumento di comunicazione, ma è soprattutto un social network: strumento per costruire relazioni, connessioni, opportunità a partire dai legami sociali. La seconda voce del social selling index indica proprio questo: la capacità di cercare le persone giuste e di entrare in collegamento con loro. Sono fattori di ranking il numero di collegamenti e la percentuale di accettazione delle richieste: se mandi 100 inviti e non ti risponde nessuno, LinkedIn ti penalizza.

Azione 2: amplia la tua rete LinkedIn con collegamenti in target.

Interagire con informazioni rilevanti

Qui c’è la decima C, forse la più importante, del metodo LinkedIn10C. Occorre pubblicare, post e articoli: generare interesse perché è così che si generano opportunità sui social. Da questo punto di vista è importante avere una strategia, anche i singoli – non solo le aziende – dovrebbero avere un piano editoriale e pubblicare regolarmente.

Azione 3: pubblica post e articoli con regolarità

Costruire relazioni

Cercare le persone giuste non basta. Che senso ha avere una rete da 10.000 contatti se non conosci e non interagisci con nessuno? Devi fare rete e generare interesse: visualizzazioni del profilo e giorni di attività costituiscono fattori di ranking importanti.

Azione 4: trasforma i contatti in relazioni.

Come chiosa dell’ultima voce vorrei anche lanciare un messaggio chiaro: il vero networking, a mio parere, non si fa su LinkedIn. Questo è solo un (ottimo) acceleratore, ma serve altro. Serve che i contatti virtuali diventino legami reali, serve incontrarsi di persona, trovarsi per un pranzo o un caffè, vedersi agli eventi (non a casa LinkedIn ultimamente ha lanciato la possibilità di creare, gestire e promuovere gli eventi). Segnalo la nascita del network LunchIn, utile per incontrare di persona gli iscritti a LinkedIn nella propria zona.

Per informazioni sui miei corsi sull’uso strategico di LinkedIn, scrivimi!

LinkedIn per assicuratori: il mio primo articolo per “Parliamo di assicurazioni”

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Nessuna descrizione della foto disponibile.Parliamo di Assicurazioni è un blog lanciato da Luisa Rosini e Pietro Cantù Rajnoldi che ha lo scopo di aiutare chi lavora nel mondo assicurativo a usare in modo utile e consapevole il Web. Dal febbraio 2019 collaboro al progetto con contenuti e progetti di formazione. Questo è il mio primo articolo per il blog.

LinkedIn per assicuratori, costruisci il tuo profilo con il metodo LINKEDIN10C

LinkedIn è una risorsa anche per gli assicuratori, infatti è il social network professionale per eccellenza (quante persone conoscete che usano le alternative Xing o Plaxo?) e ormai conta oltre 12 milioni di italiani iscritti. Migliaia di questi lavorano nel mondo assicurativo.

Perché un assicuratore, un broker, un perito, un consulente dovrebbero usare LinkedIn? I motivi sono sostanzialmente tre:

  1. Personal branding. Costruire una solida reputazione online, grazie al posizionamento e all’autorevolezza,
    è indispensabile dal momento che datori di lavoro e clienti ti cercheranno prima di incontrarti.
  2. Social selling. Usare questo strumento per vendere i propri servizi è ormai indispensabile, sempre comprendendo che non si vende una polizza a qualcuno che ti ha appena concesso il collegamento. Quello equivale a una vendita a freddo.
  3. Networking. Le migliori opportunità vengono dalla rete dei legami deboli. LinkedIn può far crescere a dismisura questa rete.

In questo articolo vedrai come costruire un profilo solido, renderti autorevole, farti trovare e ampliare la tua rete.

Linkedin per assicuratori, il metodo LinkedIn10C

Dopo cinque anni di corsi LinkedIn tenuti in mezza Italia, anche per agenzie di assicurazioni e agenti, ho messo a punto un metodo di lavoro originale. Si tratta del metodo LINKEDIN10C.

Metodo LINKEDIN 10C per Assicuratori

Ecco come questo metodo può risultare utile anche per gli assicuratori:

1C – CHI SEI: nella headline e nel Riepilogo di LinkedIn occorre esplicitare il tuo ruolo. Si parte da un job title, che LinkedIn chiama headline. Il mio è “Formatore sulla comunicazione digitale”. Il tuo potrebbe essere “Consulente assicurativo di micromercato”. Attenzione: “Assicuratore” e basta, non ha alcun senso.

2C – COSA FAI: spesso il job title non è sufficiente. Quali problemi risolvi? Esempi: “gestione della liquidità”
o “stime assicurative e giudiziali”.

3C – PER CHI: il target è fondamentale. Quando visito il tuo profilo, capisco subito se mi puoi essere utile? A me importa solo di me stesso, a tutti importa solo di se stessi, non di te. Puoi risolvere il mio problema? Esempio: “Broker di assicurazione per artigiani e commercianti”.

4C – COME: qual è il tuo elemento differenziante? Perché dovrei scegliere te e non i concorrenti? Che cosa ti distingue dagli altri? L’esperienza? I risultati ottenuti? Se invece la risposta è il prezzo, hai un grosso problema (sei una commodity, tipo la benzina).

5C – CHIAVI DI RICERCA: il posizionamento si completa con un’ottimizzazione SEO (search engine optimization) del tuo profilo per fare in modo che quello che scrivi possa essere trovato da chi usa il motore di ricerca interno di LinkedIn. “Assicuratore” non è una keyword, “rischi professionali avvocati” sì.

6C – COMPETENZE: per completare il tuo profilo devi inserire anche hard skill e soft skill. Contrariamente a quanto si pensi, sono le competenze trasversali e personali, quindi le soft skill, quelle più interessanti. “Microsoft Office”? Levala pure.

7C – CONFERME: Robert Cialdini ci ha raccontato che uno dei sistemi di persuasione più efficaci si chiama “riprova sociale”. Nell’era di Tripadvisor (a proposito, conosci http://insurvisor.com?), devi raccogliere referenze e conferme dai tuoi contatti.

8C – CASE STUDY: pochissimi usano la sezione Progetti del profilo LinkedIn. Puoi raccontare un cosiddetto “case study”, caso di successo, se il cliente acconsente.

9C – CONCRETEZZA: puoi scrivere tante belle parole, ma l’unica cosa che conta nel mondo del business, alla fine, sono i risultati. Devi… dare i numeri.

10C – CONDIVISIONE: dopo aver sistemato tutto il profilo, completate quindi le fasi di posizionamento e autorevolezza, occorre iniziare a usare LinkedIn non come un social network, ma come social media: devi condividere, puntare sui contenuti, per fare content marketing. Un’avvertenza: piantala di parlare di te, parla di quello che interessa davvero al tuo cliente, vale a dire i suoi problemi, bisogni, sogni e paure.