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Da oggi è attivo il nuovo canale Telegram di “LinkedIn Horror”

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Telegram è ormai una realtà consolidata: secondo il rapporto di Sensor Tower per il secondo trimestre del 2022, Telegram è salito dall’ottava al sesto posto in termini di download in tutto il mondo. In Europa, Telegram ha superato WhatsApp. Tra i motivi che lo fanno preferire al rivale di casa Meta, è la versatilità (oltre alla sicurezza e alla comodità per via dei bot): Telegram, infatti, consente non solo i messaggi tra amici, ma anche di seguire i canali. Per questo ho deciso di aprire il canale pubblico di LinkedIn Horror.

Che cos’è LinkedIn Horror?

Dopo dieci anni di lavoro su LinkedIn, nei panni del formatore e del consulente, ho raccolto una quantità imbarazzante di errori, strafalcioni, foto indecenti, contenuti imbarazzanti, competenze e post spaventosi. Così ho deciso di raccogliere questi contenuti, che pubblico quotidianamente sui social. Vuoi un assaggino? In questo video trovi

LinkedIn Horror su LinkedIn e TikTok

Tutto è iniziato, ovviamente, da LinkedIn. Ho lanciato l’hashatag uffiale: #linkedinhorror. Ora, quindi, si può seguire questo hashtag per vedere i nuovi aggiornamenti:

Per “abbonarsi” gratuitamente all’hashatag su LinkedIn fai clic qui: #linkedinhorror

La rubrica LinkedIn Horror, che distribuisco anche sui canali di Meta (per esempio come Stories di Facebook e Instagram) mi sta dando soddisfazioni, a giorni alterni (a seconda di come si sveglia l’algoritmo), su TikTok:

Come ricevere i nuovi video su Telegram (e vedere quelli vecchi)?

Per seguire LinkedIn Horror su Telegram occorre agganciarsi al canale. Basta aprire Telegram e cercare grazie al motore interno “LinkedIn horror”. In alternativa, più facilmente, puoi fare clic direttamente qui: https://t.me/linkedinhorror

Educazione civica digitale: l’intervista a Rachele Zinzocchi

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L’intervista a Rachele Zinzocchi

Che cosa si intende per educazione civica digitale? L’ho chiesto a Rachele Zinzocchi, professionista del digitale e animatrice del laboratorio di digital education. Qui trovi la presentazione del progetto:

L’educazione civica digitale

Nel corso dell’intervista Rachele ha tenuto a sottolineare che digital education si traduce appunto con “educazione civica digitale”, intesa come utilizzo responsabile e consapevole delle nuove tecnologie, della Rete e dei social. Abbiamo parlato di privacy, di sicurezza, del rischio violenza ma anche di questioni più filosofiche (Rachele è laureata in filosofia!) come per esempio il tradimento della promessa originaria di Facebook di connettere il mondo: il rischio invece è disconnettersi completamente.

Telegram e i ragazzi

Rachele è anche l’autrice di un libro su Telegram che si intitola “Telegram perché”. Ne ho approfittato quindi per chiederle se i ragazzi, in fuga da strumenti “vecchi” come i blog e Facebook, stanno approdando anche lì. La sua risposta è stata: sì. Perché si tratta di uno strumento nuovo, versatile ma soprattutto sicuro (i messaggi sono davvero blindati, non come su WhatsApp). Forse troppo sicuro: il rischio è che la possibilità di scambiare immagini che si autodistruggono, come inizialmente prometteva SnapChat, porti al diffondersi del sexting e del revenge porn. Rachele ha poi citato due canali Telegram meritevoli: quello per la diffusione della divina commedia e quello della Pastorale Giovanile di Molfetta. Suggerisce di seguire anche ilsito del suo mentore per quanto riguarda Telegram: bot di Piersoft.

Come contattare Rachele

Rachele Zinzocchi Telegram

Puoi trovare Rachele ovviamente su Telegram. La sua mail è rachelezinzocchi@gmail.com e il numero di telefono 392/9856823. Questo invece il link al gruppo Facebook sulla digital education.

 

Ascolta l’intervista qui

Puoi ascoltare la puntata 17 del podcast Genitorialità e tecnologia, con l’intervista a Rachele sull’educazione civica digitale, direttamente qui oppure su Spreaker:

Ascolta “#17 Educazione civica digitale: l’intervista a Rachele Zinzocchi” su Spreaker.