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[VIDEO] Mastrolindo e il viaggio dell’eroe (che non sei tu!)

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Ti ricordi i vecchi spot di Mastrolindo? Parto da qui per parlare di viaggio dell’eroe e, soprattutto, di come archetipi, mezzi magici e detersivi possono essere utili per capire come si deve proporre un consulente. Buona visione:

Il viaggio dell’eroe nella pubblicità e in azienda

Lo schema del “viaggio dell’eroe” è molto diffuso in pubblicità. Eccone un esempio lampante:

In questo video invece mostro come questo schema possa essere usato, in azienda, nelle Risorse Umane e nel marketing:

Cultura e digitale: come i classici e il pop aiutano a capire Web e social

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Il viaggio dell’eroe nella pubblicità: l’esempio di Budweiser

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Che cos’è il viaggio dell’eroe?

Il viaggio dell’eroe è anche detto schema Campbell-Vogler. Chi sono questi due? Joseph Campbell è un antropologo e storico delle religioni ma, soprattutto, è l’autore di un testo fondamentale: “L’eroe dai mille volti”. Il testo è il risultato di anni di ricerche, e rappresenta l’analisi di moltissimi miti di tutto il mondo e di diverse epoche.

La tesi è affascinante: tutti quei miti hanno strutture narrative di base comuni, una serie di eventi che permettono di raccontare la maturazione dell’eroe con riti di passaggio (ne conta ben 17!), un percorso iniziatico che prende il nome di “monomito” e si basa su archetipi strutturali inconsci.

Christopher Vogler non è uno studioso delle religioni come Campbell, bensì uno sceneggiatore che si è formato nel mondo Disney. Vogler ha strutturato il suo viaggio dell’eroe partendo dal lavoro di Campbell e dagli archetipi:

Lo schema del viaggio dell’eroe

Il viaggio dell’eroe prevede 12 tappe:

  1. Mondo ordinario
  2. Richiamo all’avventura
  3. Rifiuto del richiamo
  4. Incontro con il mentore
  5. Varco della prima soglia
  6. Prove, nemici, alleati
  7. Avvicinamento alla caverna più profonda
  8. Prova centrale
  9. Ricompensa
  10. Via del ritorno
  11. Resurrezione
  12. Ritorno con l’elisir

Shakespeare come viaggio dell’eroe

Jan Novak mostra come l’Amleto di Shakespeare possa essere analizzato scomponendo la storia nelle fasi del viaggio dell’eroe.

  • Mondo ordinario: Amleto è un triste principe danese che vive nel ricordo di un glorioso padre.
  • Richiamo all’avventura: appare il fantasma del padre di Amleto che gli racconta del complotto ordito da suo fratello per ucciderlo. Deve vendicarlo.
  • Rifiuto del richiamo: Amleto non è convinto di quanto espresso dal fantasma, temporeggia e cercare le prove del complotto.
  • Incontro con il mentore (qualcuno o qualcosa che gli fa cambiare atteggiamento): Amleto sfrutta l’occasione di una rappresentazione teatrale per mettere in scena l’omicidio di suo padre. Osservando la reazione turbata dello zio si rende conto che il fantasma era nel giusto.
  • Varco della prima soglia: Amleto decide di uccidere suo zio e, a causa di uno scambio di persona, uccide Polonio. Amleto viene spedito in Gran Bretagna.
  • Prove, nemici, alleati: Rosencrantz e Guildenstern, l’armata di Fortebraccio, Laerte, Orazio, ecc.
  • Prova centrale: la sfida a duello con Laerte.
  • Avvicinamento alla caverna più profonda (seconda soglia): Durante il viaggio Amleto incontra l’armata di Fortebraccio in procinto di attaccare la Polonia
  • Ricompensa: il confronto con Orazio.
  • Via del ritorno: Amleto riflette sul suo rapporto con Laerte e, tornato a palazzo, cerca di riconciliarsi con lui.
  • Resurrezione o prova definitiva: La regina e Laerte muoiono, spingendo Amleto contro il re, che muore trafitto dalla spada del principe.
  • Ritorno con l’elisir: Amleto muore ma designa Fortebraccio come erede.

L’esempio di Budweiser

Un ottimo esempio di applicazione dello schema del “viaggio dell’eroe” si ha nel celebre spot di BudWeiser che narra la storia di Mr Busch: “Born The Hard Way”. La storia è quella di Adolphus Busch, emigrante tedesco che arrivò negli Stati Uniti a fine Ottocento e, insieme al socio Ebert Anheuser, creò la Anheuser-Busch (che produce la birra Budweiser).

Semplificando abbiamo, in 90 secondi, 10 fasi.

  1. Il mondo ordinario: Mr Busch vive in Germania e non ha un penny in tasca.

  1. La chiamata all’azione, varco della soglia: Mr Busch emigra.

  1. La prova centrale: il viaggio difficile verso l’America.

  1. Rifiuto del richiamo: il dubbio di aver sbagliato scelta.

  1. La seconda prova, i nemici: problemi di integrazione, insulti.

  1. Gli alleati: gli altri immigrati.

  1. La seconda prova: le condizioni di lavoro impossibili.

  1. La rinascita: il progetto della birra.

  1. La vittoria, la ricompensa: nasce l’attività imprenditoriale con (anche) il suo nome.

  1. La morale.

Interessante la disamina che fa Paolo Iabichino di questo spot: “I creativi al lavoro su questo spot hanno voluto sottolineare il significante del true con cui la birra americana ha sempre firmato le sue comunicazioni. Quel ‘vero’ che ai tempi del tormentone demenziale non necessitava di grandi spiegazioni, ma che oggi diventa più che mai urgente riempire di contenuto. Solo così una birra può dare qualcosa in più al suo dire, partecipando alla discussione politica e polarizzando le opinioni. E lo ha fatto al punto che, dopo qualche minuto dalla messa in onda dello spot, il sito Breitbart – vicino alla nuova amministrazione americana – e quello dell’ultradestra Freedomdaily lanciavano l’hashtag #boycottbudweiser, con cui i sostenitori di Trump replicavano alla pubblicità della birra.

Difficile pensare che quei sessanta secondi siano stati confezionati in fretta e furia per rispondere alle politiche anti-immigrazione del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, eletto tre mesi prima del Superbowl. Ma mi piace pensare che quella creatività sia passata attraverso le maglie del ‘so what?’ per cercare di giustificare la promessa di una marca che si voleva rendere più contemporanea e rilevante per i nuovi consumatori, attraverso le dinamiche del do ut des. Del dare e non solo del dire.”

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