La televisione è sempre con noi

Nell’era della “retevisione” i programmi TV si guardano su computer, tablet e smartphone.

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Tutti amano la TV. Tranne rare eccezioni, chi più chi meno, anche se finge di snobbarla, non può fare a meno di darle una sbirciata tutti i giorni. Vuoi per il telegiornale, per la partita, per il Dr. House, per il gioco finale del videoquiz, per il reality show. La amiamo talmente tanto che, rottamate quelle a tubo catodico, ci siamo fiondati a comprare quelle a schermo piatto, poi quelle full HD, poi quelle 3D, ora quelle Smart, intelligenti. Siamo andati in crisi quando non funzionava nulla, durante lo switch-off, il passaggio al digitale terrestre. Molti sono disposti a pagare decine di euro al mese per la pay-tv satellitare.
In ogni caso, ne abbiamo una in salotto, una in cucina, una in camera da letto; alcuni ce l’hanno in macchina, nel camper, in ufficio. Ma non basta. La vogliamo anche sul computer, sul tablet e sul telefonino per guardarla in mobilità, dove ci pare.

La TV sul computer

Così come avviene con le telefonate, passate dal doppino in rame al VOIP, anche le trasmissioni televisive si stanno trasferendo on-line. Qualcuno ha inventato il nome di “retevisione”, più tecnicamente si parla di IP-TV. Di che cosa si tratta?
Facciamo un passo indietro. Fino a qualche tempo fa definire un “eco-sistema” televisivo era semplice: si comprava un televisore, si attaccava all’antenna terrestre o a un decoder, e si guardava un ristretto numero di emittenti. Ancor prima dell’avvento del digitale terrestre, e della proliferazione dei canali, alcuni operatori di telecomunicazioni hanno tentato di reinventare la distribuzione di programmi televisivi con l’introduzione della IP television, IP-TV appunto. L’esperimento non ha sortito grandissimi effetti in termini commerciali, ma ha contribuito a creare nuove opportunità nel panorama televisivo. Al di là dei problemi tecnici, come la “banda stretta” e i pochi contenuti disponibili, è il modello a risultare rivoluzionario: portare la televisione fuori dal televisore. Ovvero su PC, oppure sulle console di gioco, così come sui device mobili. Le emittenti tradizionali hanno dovuto rincorrere questa tendenza: ora mettono a disposizione molti contenuti sul Web.
Accanto a questi fenomeni stanno nascendo nuove tendenze prettamente legate al mondo del Web. YouTube, per esempio, nato come portale di condivisione dei video amatoriali, si è dato alla produzione e messa in onda di contenuti: qualche mese fa Google ha annunciato infatti di aver siglato accordi di partnership con decine di società di produzione e di major di Hollywood per il lancio di 100 nuovi canali, con 25 ore al giorno di programmazione originale, che dovrebbe ripagarsi con la pubblicità. Ma si parla anche di film on demand, a pagamento. Sulla scia, gli ideatori di Skype lanciarono Joost, piattaforma di Internet TV: progetto, per il momento, in pausa. Anche Facebook trasmette film.
Una variante dello streaming e dell’IP-TV è la P2P-TV, per esempio Veoh, www.veoh.com. La “peer to peer TV” si basa, come eMule e BitTorrent, sul principio del file sharing: nessun broadcaster centrale che trasmette, ma un segnale che rimbalza da un utente all’altro della rete. Un modello che, a dire il vero, non ha prodotto molti utili, ma ha riscosso grande popolarità tra i gli internauti, e soprattutto tra i pirati; si usa prevalentemente per diffondere illegalmente serie TV, film in prima visione e partite di calcio.
Altro esperimento interessante è Hulu, www.hulu.com, piattaforma attiva solo negli USA. Nata da una joint venture tra big del settore dell’entertainment televisivo e cinematografico, ha raggiunto fin dalla nascita, nel 2009, un successo straordinario, anche perché offre contenuti “premium”: da CSI ai Simpson. Gratuita per l’utente finale, si finanzia con la pubblicità. A questo esperimento americano ha risposto la britannica BBC, che ha messo in campo iPlayer, www.bbc.co.uk/iplayer: si tratta di un’applicazione on-line che offre audio e video live e on demand di trasmissioni o pezzi di show in onda sull’emittente di Londra. Un successo clamoroso: veicola il 5% di tutto il traffico Internet della Gran Bretagna!
E in Italia? I canali via Internet stanno proliferando; le Web TV locali, o a tema verticale, sono un vero e proprio fenomeno da alcuni anni. Si stima che siano oltre 600 in tutta Italia. D’obbligo citare il caso di TeleTorre19, www.teletorre19.com, Web TV nata nel 2001 e tutt’ora attiva in un condominio nel quartiere del Pilastro, a Bologna. In ogni caso la maggior parte dei canali televisivi tradizionali trasmette anche in streaming sul proprio sito, come evidenziato nel box “Le TV on-line”.

Le TV on-line
La stragrande maggioranza dei canali televisivi tradizionali ora trasmette anche via Internet in diretta oppure mette a disposizione sul sito spezzoni o intere trasmissioni, in modalità podcast. Ecco una selezione di 10 reti e relativi indirizzi Web.

Le TV on-line
Emittente Sito Web
Rai www.rai.tv/dl/RaiTV/diretta.html
Mediaset www.video.mediaset.it
La7 www.la7.it
MTV http://ondemand.mtv.it
DeeJay TV www.deejay.it
Cielo www.cielotv.it/cielolive.html
Sportitalia www.sportitalia.com
Gruppo Telelombardia www.mediapason.it
Super Tennis www.supertennis.tv
Repubblica TV http://video.repubblica.it

 

Altri piccoli schermi

Secondo alcuni studiosi come Luca Tommassini, autore di “Internet@TV”, siamo nell’era della televisione 3.0. Se i primi decenni della storia della televisione erano quelli del piccolo schermo, adesso ci troviamo nell’era degli schermi: sono quelli ultrapiatti in salotto, ma soprattutto quelli piccoli dei tablet e degli smartphone, ma anche delle console. Questo è ovviamente possibile, come dicevamo per l’IP TV, sia grazie a Internet, sia per la diffusione della banda larga.
Quando la banda non era larga abbastanza, ci si accontentava del download. Ora è arrivato il momento dello streaming, grazie agli standard RSTP, Real Streaming Protocol, e UDP, User Datagram Protocol. Del P2P abbiamo già detto. Altro modo di distribuire i contenuti video e risorse fra gli utenti si chiama CDN, Contente Delivery Network. È un sistema di server, gestiti da un operatore di telecomunicazioni, che contiene copie di dati dislocati in vari punti della rete: il contenuto richiesto è fornito dal server più vicino, per evitare la congestione di un unico server centrale.
Tutti questi contenuti non sono veicolati solo sul PC, anzi. Nel nostro Paese ci sono interessanti esperimenti per distribuirli via Internet ma godendone sul televisore. È il caso del prodotto Cubo Vision di Telecom, www.cubovision.it: un dispositivo da attaccare al televisore che ha al suo interno anche un hard disk. Telecom ha stretto accordi con molti produttori di contenuti, e l’offerta risulta abbastanza ampia. Cubo Vision Mobile è invece l’app. Segue a ruota l’esperimento di TV on demand, o meglio di videonoleggio digitale via Internet, di Fastweb: Chili, www.chili-tv.it.
Ma la rivoluzione più interessante, lontano da PC e televisori, si sta consumando sui piccoli schermi di tablet e smartphone. Non è più tempo di Sofa-TV o di Desktop-TV, ora si parla di Hand-TV: i canali televisivi fruibili sulle reti mobili cui si appoggiano telefoni cellulari e tablet, DVB-H e UMTS/HSDPA. Grazie alla crescente disponibilità di banda, la rete cellulare si afferma come piattaforma per la distribuzione di contenuti video. Il successo degli app store invoglia gli attori dell’industria della televisione e dell’editoria a investire sulla mobile television. Sempre più persone si collegano in mobilità: un numero crescente di utenti fruirà di nuovi contenuti in questo modo. Chi ci è arrivato per primo è Sky, operatore particolarmente sensibile all’innovazione: in un riquadro a parte parliamo della sua offerta SkyGo.
Sono sempre più le app che consentono di guardare la televisione sugli schermi di tablet e telefoni. Citiamo per esempio TV Italia, Italia Basic TV Radio, TV For You: tutte gratis o al massimo a 79 centesimi sull’Apple Store. Imperdibile TVItaliane su Android. Anche se queste app non fanno altro che raccogliere URL di TV via Web, risultano comunque molto comode.

 

Sky in mobilità

Dallo scorso marzo, gli abbonati di Sky HD, tre su quattro degli abbonati Sky, possono vedere 25 canali dell’emittente satellitare sul proprio tablet o smartphone grazie alla app SkyGo, gratuita. Funziona correttamente su iOS, e quindi su iPhone, iPad e iPod Touch, mentre per quanto riguarda  Android, la compatibilità è testata solo su alcuni modelli HTC e Samsung. La app funziona correttamente sotto rete Wi-Fi. Tra i canali disponibili ci sono SkyTG24, lo sport, le serie TV e i programmi per bambini.
L’attivazione è molto semplice. Prima di tutto dobbiamo recuperare le nostre credenziali Sky, come nome e password di accesso a Sky.it e il numero di tessera Sky. Occorre collegarsi al sito di Sky e aggiungere gratuitamente SkyGo al proprio abbonamento, nell’area “Fai da te”. 

 

Installiamo JLC’s Internet TV

1 Il sito Web di JLC
JLC’s Internet TV è un software gratuito che permette di accedere a decine, centinaia di canali TV di tutto il mondo trasmessi in streaming via Web. Scarichiamo il programma da http://www.jlc-software.com.

2 Installiamo il programma

La procedura di installazione di JLC’s Internet TV, anche se in lingua inglese come il programma, non comporta particolari difficoltà. Procediamo fino a premere Install nell’ultima schermata.

3 La lista dei canali

Al primo avvio, la lista dei canali disponibili è vuota. Il programma chiede se vogliamo aggiornarla: rispondiamo .

4 Proviamo un canale

La lista dei canali appare sulla sinistra. Basta selezionarne uno tra i molti disponibili, anche italiani, per testare il programma. Le immagini riempiono la parte centrale della finestra.

5 Emittenti preferite

Dopo qualche tempo, avremo individuato i canali che ci piacciono di più. Per inserirli nella lista dei preferiti, basta farci clic sopra con il tasto destro e scegliere Add to favorites.

6 Anche via browser

Da qualche tempo JLC’s Internet TV funziona anche via browser, senza installare il programma. Potremmo dover installare alcuni plug-in per far funzionare lo streaming, come per esempio l’ultima versione di Java.

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